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La Roma sbatte contro il Venezia retrocesso: 1-1. Non bastano 46 tiri all’Olimpico

José Mourinho
José Mourinho - Foto Antonio Fraioli

Non sono bastati quarantasei tiri alla Roma per battere un Venezia in 10 uomini per un’ora e già retrocesso prima di giocare. All’Olimpico finisce 1-1 e sono cinque ora le gare consecutive senza vittoria per la squadra di Mourinho che cambia qualcosa e rilancia dal 1′ Leonardo Spinazzola a quasi un anno di distanza dall’infortunio di Italia-Belgio. Dopo la brutta prova di Firenze, Mou chiede una scossa per il quinto o sesto posto. Ma l’inizio è da incubo come al Franchi.  Dopo 1’ il Venezia gela i 60.000 dell’Olimpico: cross di Aramu e colpo di testa vincente di Okereke. La Roma reagisce e trova la svolta con l’espulsione al var di Kiyine che a palla lontana colpisce nelle parti basse Lorenzo Pellegrini. Dominio del gioco come prevedibile per i giallorossi che colpiscono quattro traverse e calciano verso la porta 47 volte. Prima con la punizione di Lorenzo Pellegrini al 19′: palla sull’incrocio dei pali. Nella ripresa Mourinho si sbilancia: fuori Maitland Niles, Kumbulla e Spinazzola, dentro Karsdorp, El Shaarawy e Zalewski con passaggio alla difesa a quattro.

Una Roma super offensiva nei primi 10’ di ripresa colpisce altre due traverse, portando a 18 il numero di legni complessivi in stagione: prima con una botta di Cristante dai venticinque metri, poi con una punizione di Pellegrini da posizione invitante. Al 61’ non è la traversa ma Maenpaa a negare l’1-1 al destro a giro di El Shaarawy. L’estremo difensore dei lagunari si supera anche al 76’ sul tu per tu con Pellegrini ma sulla respinta è Shomurodov a ribadire in rete con un gran destro sotto la traversa. Nel finale c’è spazio anche per Volpato che prende il posto di uno spento Carles Perez. Al 90’ c’è spazio per la quarta traversa della serata: la colpisce Zalewski con la sporcatura decisiva di Maenpaa, migliore in campo con 8 pieno in pagella. Ora la Roma rischia di subire il sorpasso di Fiorentina e Atalanta, la Lazio può scappare. Ora l’ultimo match col Torino, poi Tirana. Ma servirà un’altra Roma, più lucida al tiro.

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