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La Juventus ritrova il suo DNA vincente, ma Roma e Mou schiumano rabbia per le scelte di Orsato

Giorgio Chiellini - Juventus Milan - Finale Coppa Italia 2015/2016 - Foto Antonio Fraioli

La Juventus ritrova il suo DNA vincente, ma la Roma e Mourinho si infuriano per l’operato di Orsato. E’ un Juventus-Roma bello e pazzo come tante volte negli ultimi anni, una partita aperta e per nulla tattica, decisa da un mezzo gollonzo e da una decisione arbitrale controversa. I bianconeri vincono la quarta di fila in campionato e sembrano aver superato il momento difficile: adesso si è rivista la Vecchia Signora di Allegri, quella che non prende gol, che sa soffrire, che gioca con umiltà senza disdegnare sofferenza e ripartenza. Si è visto anche contro la Roma al termine di una partita sudata anche in virtù di qualche assenza di troppo (citofonare Dybala), i tre punti sono meritati ma occorre crescere ulteriormente, perché la solidità dietro non manca ma davanti si fa ancora un po’ troppa difficoltà. E fra sette giorni c’è l’Inter, che con la sconfitta contro la Lazio adesso vanta solo tre punti di vantaggio sui bianconeri: per la rimonta scudetto serve ancora tanta fatica, ma agganciare i nerazzurri sarebbe un modo abbastanza clamoroso per dimostrare anche a Napoli e Milan di esserci.

C’è però l’altra faccia della medaglia, quella di una Roma in gran crescita ma che continua a soffrire del mal di trasferta, visto che è la terza di fila da “ospite” (contando anche il derby giocato di fatto fuori casa) in cui arriva il ko. Tre su otto sono già tanti, ma quest’oggi all’Allianz Stadium la prestazione è stata buona. Mourinho ha perso le staffe con Orsato nel finale, che è il terzo protagonista del match per il rigore tra mille polemiche concesso ai giallorossi al posto del gol (che, a onor di cronaca, sarebbe stato annullato per un fallo di mano) di Abraham un attimo dopo il fallo subito da Mkhitaryan. Una situazione al limite che non può certo essere usata come alibi per il ko che mostra come nonostante il livello che si va alzando c’è ancora qualcosa da sistemare, per esempio nella capacità di non spegnere troppo spesso l’interruttore e di stare maggiormente in partita senza farsi prendere dall’ansia di dover recuperare il risultato a tutti i costi. Ma lo Special One saprà trovare la chiave per fare uno step ulteriore.

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