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Juventus tradita da Chiesa e bloccata dal Crotone: 1-1 per una Vecchia Signora rimaneggiata

Leonardo Bonucci, Juventus - Foto Antonio Fraioli

La Juventus è probabilmente Cristiano Ronaldo dipendente, e non va oltre l’1-1 contro il Crotone. Tante le novità nella formazione di Pirlo, da Chiesa al debutto, a Portanova, fino ad arrivare a Frabotta: segno di come la squadra sia ancora un cantiere aperto, e di come il suo tecnico stia facendo fatica a costruire qualcosa che rimanga in piedi. Parte male la Vecchia Signora: Bonucci atterra Reca (in una circostanza almeno dubbio), con Simy che spiazza Buffon e fa 1-0. La Juve, dopo lo svantaggio, reagisce, soprattutto con le sfuriate di Chiesa, che infatti, sulla destra, trova il cross preciso per Morata (il migliore dei suoi insieme a Bentancur, insostituibile nel centrocampo bianconero) che fa 1-1. Juve che ha altre due occasioni per andare in vantaggio, entrambe con Portanova, prima impreciso poi precipitoso.

Nel secondo tempo, la Juventus inizia con più grinta. Forse troppa, e infatti Chiesa viene espulso: lascia il piede su un intervento di Cigarini. Rosso diretto per il figlio d’arte, forse oltre i suoi demeriti in questo frangente. In 10 contro 11, la miglior versione della squadra di Pirlo, che prima prende un palo con Morata, poi va in gol con lo spagnolo, che però è in fuorigioco millimetrico. Secondo pareggio consecutivo, sul campo, per la Juve, che spreca dunque un possibile affondo in seguito al passo fatto dell’Inter. Primo punto in classifica, invece, per il Crotone: i calabresi stasera hanno addirittura provato a vincerla, ma alla fine, anche in seguito al palo di Morata e alla grazia del VAR, un pareggio sembra per loro il risultato più giusto. Da premiare comunque un gioco offensivo ben definito, con diversi singoli frizzanti, nonostante dietro la difesa risulti spesso scriteriata.

Passando alle gare del pomeriggio, fatta eccezione del derby milanese vinto dal Milan, il Napoli ha giocato un primo tempo celestiale contro l’Atalanta: la Dea, incapace di opporre la minima resistenza, è troppo brutta per essere vera. L’exploit di Lozano sembra oscurare la prestazione di Osimhen, che tuttavia dimostra per la terza partita su tre di essere capace di cambiare radicalmente il volto degli azzurri: il nigeriano è un carrarmato, contro il quale Romero si è schiantato senza capire nulla. Orobici dunque ridimensionati e che dovranno sapere far fronte comune, mentre dall’altra parte un altro mattoncino di consapevolezza per Gattuso, che probabilmente ha nelle mani uno dei Napoli più completi degli ultimi anni.

Consapevolezza che sta perdendo la Lazio, rimaneggiata e abbattuta a Marassi dalla Sampdoria. Solidi i blucerchiati: non lasciano spazi ai biancocelesti, giocano con calma e con ordine e sanno essere cinici nel momento del bisogno. A Marassi solo Strakosha salva i suoi dalla goleada, guidata da Tommaso Augello: per lui un assist al pennello per Quagliarella e la stilettata da fuori di Tommaso Augello valida per il primo gol in Serie A. Gli ospiti si sono dimostrati troppo corti: le poche assenze, seppur pesanti, hanno fatto drasticamente calare la qualità di questa squadra. Pochi alibi da questo punto di vista per una società che, anche in vista dell’imminente Champions League, doveva rafforzarsi decisamente di più.

 

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