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Una buona Juventus, nulla di trascendentale, ma senz’altro capace di reagire sul campo alla delusione – di campo – subita contro l’Inter mercoledì. Non la Juve spumeggiante del secondo tempo contro la Roma, non quella combattiva ma in balia dell’avversaria in Supercoppa. Del resto, il livello dell’avversaria di stasera (Udinese con assenze per Covid e reduce dal cappotto interno contro l’Atalanta) era inferiore e non era possibile aspettarsi una prestazione eccessivamente bella dal punto di vista del gioco. C’è l’impegno, arrivano i gol e i tre punti non mancano: si tratta della sesta vittoria nelle ultime otto partite e ora la Champions è sempre più vicina, quantomeno per una notte si mette ulteriormente pressione all’Atalanta che giocherà con l’Inter e al Napoli che ha un impegno non morbido contro il Bologna in trasferta, oltre ad acuire – per il momento – il gap nei confronti di chi insegue.
Allegri può godersi questa vittoria e la buona prestazione di alcuni singoli. A cominciare da Paulo Dybala, che segna ancora e che potrebbe però aprire un dibattito interno. Dopo il gol, La Joya non esulta, anzi, guarda con ferocia verso le tribune, chissà cercando chi. Forse Arrivabene o Nedved? Inutile speculare su degli sguardi, ma la situazione del suo rinnovo potrebbe diventare un intralcio alle ambizioni di rimonta della Vecchia Signora. Che per il momento, può rallegrarsi per il nuovo gol di McKennie, che segna due volte in tre giorni e dimostra di poter essere quel dodicesimo uomo utile per sparigliare le carte in questa seconda parte di stagione. Certo, Kean sembra ancora un pesce fuor d’acqua e Arthur non conviene appieno tanto da essere sostituito all’intervallo (era anche ammonito), ma d’altro canto Bentancur torna finalmente ai suoi livelli e De Ligt è ormai un difensore completo, falli di mano a parte.
In casa Udinese, era difficile pensare a una partita diversa. Pesa la brutta performance di Beto, che non aiuta i suoi a salire e rallenta tutte le azioni, ma Cioffi non può certo pensare di dover costruire qui la salvezza. La testa, inutile dirlo, era forse già al Genoa di sabato scorso, forse la partita più importante del calendario dei friulani, che per la verità prima propone la Lazio in Coppa Italia dove però vedremo tante seconde linee.
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