Serie A

Genoa, Preziosi: “Non avevamo una rosa da retrocessione. Forse vendo il club”

Tifosi Curva Genoa
I tifosi del Genoa - Foto Antonio Fraioli

“Quando lo sorso anno, dopo la partita con la Fiorentina, dissi che non sarebbe successo mai più lo pensavo davvero. Così è il calcio, ma per me quest’anno è stato sufficiente. Forse è arrivato il momento di staccarmi da questo mondo dopo 35 anni, lasciando ad altri la possibilità di fare meglio. Il club è in vendita da tre anni, lo sanno tutti, ma oggi il problema è un altro: vorrei staccarmi dalle responsabilità di gestione, parliamo di una società importante che mi impegna tutti i giorni e devo pensare anche alle tante famiglie che lavorano nel nostro gruppo. Il calcio mi porta via tempo e mi dà dispiaceri”. Così il presidente del Genoa Enrico Preziosi a Radio anch’io sport su Rai Radio 1, commentando la salvezza raggiunta all’ultima giornata dal Grifone e la possibilità di farsi da parte dopo tanti anni alla guida del club ligure: “Non per elogiarmi, ma credo che la nostra rosa non sia da retrocessione. Le cose non vanno sempre come previsto: qualche errore c’è stato a livello tecnico e anche da parte nostra. Quando si arriva in fondo con tutte queste sofferenze vuol dire che qualcosa si è sbagliato. So quello che non rifarei, ma dovrei tirare in ballo delle persone e non sarebbe carino. Abbiamo sbagliato sicuramente più di qualcosa nella prima parte della stagione. Per Thiago Motta era troppo presto, ho sbagliato io totalmente: lui sarà un grande allenatore, come lo sono diventati Juric e Liverani che sono passati per il Genoa, ma forse quando sono stati da noi non erano ancora maturi. Marassi è una piazza dura da affrontare”.

E sulle possibili date per la ripartenza del nuovo campionato: “Abbiamo individuato due possibilità. Il 12 e il 19 settembre. La mia idea e’ quella di riprendere il 19, in modo tale che i giocatori possano riposare una settimana in più. Bisogna dare un attimo di respiro ai calciatori che fino a ieri sono scesi in campo, un minimo di riposo occorre. Un conto è stato dover restare a casa per il Covid, un conto è farsi una vacanza serena: i giocatori ne hanno diritto, pensiamo di dare tra le due e le tre settimane di stop in base a quando si riprenderà”.

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