Serie A

Fiorentina-Inter, parla il tifoso aggredito: “Daspo? Gli sta bene. Ora voglio andare in curva Fiesole”

“Per me zero conseguenze, dal video sembra che mi abbiano picchiato, invece mi hanno lisciato. La sera stessa sono andato a ballare, quindi niente di che. Eravamo un gruppo di amici interisti e fiorentini, abbiamo detto: non andiamo né in Fiesole né nel settore ospiti, quindi siamo andati in Maratona. La gazzarra è iniziata dopo il 3-2 per colpa mia. E’ partito il coro su chi non salta è fiorentino, ma io fiorentino non sono. C’è stata un po’ di goliardia, mi hanno insultato”. Inizia così il racconto del tifoso aggredito allo stadio Franchi di Firenze al termine di Fiorentina-Inter, che a La Zanzara ha spiegato a Giuseppe Cruciani cosa gli era capitato in curva, lui che da tifoso nerazzurro non si era posizionato nel settore ospiti dedicato: “Poi sul 3-3 mi hanno insultato e lanciato anche bicchieri di birra vuoti. Ho sperato ci fosse il 4-3 e a quel punto gli ho insultato nel muso. Mi sono girato e gli ho detto ‘E allora?’ – ha proseguito – Mi sono salvato da un’aggressione grazie ai miei amici e ad altri fiorentini che erano lì e mi hanno protetto. E’ vero, ho esultato in modo eccessivo, ma se non mi avessero lanciato la roba addosso non li avrei provocati, proprio come ho fatto nei primi tre gol. Finché mi dicevano cretino ci ridevo sopra, quando mi hanno lanciato la roba le cose sono cambiate”.

Il principale autore del tentativo di aggressione è stato individuato e nei suoi confronti è scattato il Daspo di tre anni: “Ha provato a picchiarmi in uno stadio, cavoli suoi, gli sta bene, il Daspo ci sta. Tornerei lì allo stadio, non c’ho problemi con i fiorentini, io sono di Firenze. Vorrei anche andare in Fiesole, magari non contro l’Inter. Ci sono alcuni che sono falliti nella vita e provano a esternare le loro frustrazioni su altri. A metà primo tempo uno mi è arrivato nel muso per dirmi di levarmi la maglia. Ho visto che ci sono stati altri episodi in cui sono intervenuti i carabinieri”, ha concluso.

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