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Ancora Vlahovic, poi Milik: la Juventus non brilla ma batte lo Spezia. Napoli fermato anche dal Lecce

Dusan Vlahovic
Dusan Vlahovic - Foto LiveMedia/Phs Agency/PHS

La Juventus continua a non brillare, ma quantomeno torna vincente. E lo fa nel segno di un clamoroso Dusan Vlahovic, che segna il quarto gol in quattro partite, e soprattutto lo fa ancora su punizione come contro la Roma. Sa segnare in tutti i modi, quest’anno ha aggiunto anche i piazzati, e che piazzati. Apre ancora le danze per i bianconeri contro uno Spezia che gioca con personalità e si chiude sicuramente meno di quanto fatto a Milano con l’Inter, quindi sfiora anche il pareggio – che segna, ma in fuorigioco – salvo poi nel secondo tempo fare fatica a costruire. Qualche fischio per una Juve attendista, Allegri che si infuria e dà calci ai tabelloni pubblicitari, poi si stufa e manda dentro Di Maria che è appena tornato dall’infortunio. Prestazione incolore dell’argentino, meglio Kostic oggi lasciato a riposo e soprattutto Arek Milik, che nel recupero timbra il cartellino chiudendo i giochi. Pubblico esigente quello dello Stadium, ma il mantra allegriano è chiaro: “Non mi piace essere bellino ma non vincente, in questa fase conta solo il risultato”. E quello, almeno, arriva. Come arriva Paredes allo stadio, accolto da re, e tale sarà in mezzo a un centrocampo al quale serve come il pane. Bene anche Gatti dietro, male l’infortunio di Szczesny di nuovo ai box. Ma Perin non lo farà rimpiangere. Ora testa alla Fiorentina, sarà una battaglia durissima e dopo ancora ci sarà il Psg: i bianconeri avranno chance di vincere al Franchi solo se non penseranno ai parigini.

A pari punti in classifica con la Vecchia Signora c’è il giovane Napoli di Spalletti, che incappa in un’altra serata negativa. Se pareggiare con la Fiorentina è più che normale, farlo col Lecce, peraltro in casa al Maradona, non può essere accolto allo stesso modo. Una prestazione scialba, forse troppi cambi rispetto all’undici tipo. Raspadori non fa il Kvaratskhelia, Ndombele non brilla, e la sensazione è che il turnover non abbia pagato contro una squadra che fa della compattezza la sua forza. Meret miracoloso dal dischetto, non può nulla però sulla voglia di Colombo di farsi perdonare, e con gli interessi visto il capolavoro. Elmas aveva portato avanti gli azzurri, il solito apporto di chi c’è sempre seppur da comprimario, sono mancati proprio i titolarissimi nella ripresa. E il refrain è lo stesso: questa squadra soffre se stessa e i suoi passaggi a vuoto, e se si punta allo scudetto è una grana non da poco.

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