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“Sono arrivato in Italia nel 1997 e negli stadi c’erano cori razzisti. Ora è il 2021 e ci sono ancora cori razzisti negli stadi. Ciò significa che le autorità non hanno fatto il il loro lavoro”. Lilian Thuram si esprime così sul tema razzismo nel calcio (anche italiano) in un’intervista rilasciata al Guardian, in occasione dell’uscita del suo ultimo libro ‘White Thinking: Behind the Mask of Racial Identity’. L’ex campione francese nel 2008 ha creato una Fondazione che si impegna ad educare i giovani a non odiare, è impegnato in campagne contro il sessismo e l’omofobia, è stato ambasciatore dell’Unicef. L’ex Juventus spiega: “Se dobbiamo parlare di razzismo, è con i bianchi che dobbiamo parlare– dice al Guardian- È come con il sessismo, le persone che hanno bisogno di essere educate sono uomini e ragazzi. La gente ha bisogno di conoscere la storia della razzializzazione del mondo. Nessuno nasce bianco o nero. Dobbiamo tutti essere consapevoli che la storia ci ha portato a indossare maschere color pelle. Quando comprendiamo la storia, capiamo che il razzismo è sempre stato una truffa. È sempre stata una costruzione politica volta a spezzare i legami di solidarietà tra gli esseri umani al fine di sfruttare alcune persone in modo che una minoranza possa arricchirsi“.
La denuncia: “In generale– dice Thuram al Guardian- la maggioranza non vuole cambiare perché si è abituata alle proprie abitudini. Quindi una minoranza deve essere in grado di istigare il cambiamento. È molto importante che i giocatori continuino a inginocchiarsi prima delle partite. Bisogna congratularsi con il calcio inglese per aver continuato a farlo; sono davvero pionieri nello sviluppo della consapevolezza, almeno nel calcio. Quello che stanno facendo incoraggia le persone a riflettere. Molto spesso ai giocatori che sono bersaglio del razzismo viene chiesto ‘che dovremmo fare al riguardo?’ E’ molto ipocrita perché suggerisce che spetta a loro trovare soluzioni come se fossero il problema. Sta ai giocatori bianchi, che di solito sono la maggioranza, rifiutarsi di continuare a giocare. Allora i poteri forti saranno costretti ad agire”.
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