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L’Italia dimentica in fretta la sconfitta – meritata quanto condizionata dall’inferiorità numerica – contro la Spagna in semifinale e con un buon atteggiamento nell’inutile finalina dell’inutile Nations League batte il Belgio per 2-1. Una bella vittoria, anche se la prestazione non è certo in linea con i migliori picchi raggiunti in questi tre anni dalla Nazionale di Mancini, ma ci si può accontentare per vari motivi. Innanzitutto, alcune seconde linee hanno fatto intravedere ottime cose e lasciano tranquilli sul tema dell’ampliamento dei convocabili in vista dei Mondiali in Qatar, ma soprattutto per lo spirito mostrato dagli azzurri in una partita assolutamente ininfluente dal punto di vista del risultato e che per molti poteva essere vista come una scocciatura prima di fare ritorno ai club.
E invece, i leader di quest’Italia decidono di profondere tutto l’impegno necessario anche contro i primi nel ranking Fifa, che dunque perdono contro Francia e Italia in pochi giorni, vale a dire le due selezioni che l’avevano eliminata rispettivamente agli ultimi Mondiali e agli ultimi Europei. Il primo posto nella graduatoria Fifa per club per il momento rimane, ma la sensazione è che questa generazione abbia ormai raggiunto il suo picco di maturità e debba ora tener botta senza essere mai riuscita a vincere un titolo che sarebbe stato meritato.
Certo, mancava Lukaku per infortunio e De Bruyne dal primo minuto per scelta tecnica, ma a ogni modo a Torino, nell’Allianz Stadium in cui giocano abitualmente i vari Chiesa, Locatelli, Bernardeschi e Kean, questo pomeriggio tutti in campo con diverso minutaggio, arriva davvero una vittoria che sa di filo del discorso riannodato dopo la lunghissima striscia interrotta mercoledì. Si riparte da qui, nella race verso il Qatar, si riparte da una vittoria firmata Barella (gol bellissimo) e Berardi (su rigore procurato da un super Chiesa). E poco importa se Donnarumma, applaudito per tutto il match dai rispettosi tifosi di stasera in perfetta controtendenza con quelli di Milano, non riesce a tenere la porta inviolata. Ci sarà tempo per riuscirci, a cominciare dalle decisive sfide di novembre valide per centrare il pass per i Mondiali.
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