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Italia, Ventura: “Non sarei andato al Mondiale. Mi ero dimesso dopo Macedonia”

Giampiero Ventura
Giampiero Ventura - Foto Nazionale Calcio - CC-BY-2.0

L’ex Commissario Tecnico della nazionale di calcio italiana, Gianpiero Ventura ha parlato alla trasmissione “Che tempo che fa” della mancata qualificazione degli azzurri al Mondiale di Russia 2018. Per il tecnico è la prima comparsa televisiva dopo l’esonero del 15 novembre che segui la debacle dello spareggio contro la Svezia.

“E la prima volta che parlo. Dirò la verità, solo la verità – così fa il suo esordio Ventura – Vedrò a casa i Mondiali magari solo la parte finale per soffrire meno. Quanto accaduto è una cicatrice enorme nella mia vita. Mi prendo le mie responsabilità, ma è corretto spiegare come sono andati i fatti, altrimenti si ha una visione sbagliata. Nel calcio, negli sport di squadra, non c’è mai una sola persona che vince o che perde. Quando siamo partiti lo scenario era chiaro, c’era una sola squadra pronta a qualificarsi, non eravamo testa di serie. Arriviamo alla partita con la Spagna da imbattuti, primi in classifica. O li batti o vai agli spareggi, perdiamo perché sono più forti, sia dal punto di vista tecnico che fisico. Volevamo provare a vincerla, ma ciò che succede dopo è difficile da capire. Un minuto dopo il fischio finale c’è stata una violenza inaudita verso di me, tutti volevano le mie dimissioni”

Ventura prosegue il suo discorso: “Sono stato delegittimato nonostante fossimo imbattuti. Il progetto iniziale prevedeva la presenza di Marcello Lippi a mio supporto, avrebbe dovuto fare il direttore tecnico. Eravamo entrati insieme in Nazionale, ma dopo la mia firma non c’era più afferma l’ex ct – E’ sparito per motivi di regolamento, ho fatto il doppio ruolo per un anno. Poi a fine stagione il presidente Tavecchio avrebbe ufficializzato la mia presenza come direttore tecnico, quindi avere un po’ di potere per gestire una situazione simile. Ma si è ribaltato tutto, sono stato delegittimato. Successivamente è stato nominato Olivieri”.

Ventura ritorna dunque sulla sconfitta contro la Spagna che ha dato il via a numerosi attacchi nei suoi confronti: “Ho sbagliato a non dimettermi la partita successiva alla Spagna, nella vittoria contro Israele per 1-0. Feci una riflessione seria, dopo 10 minuti lo stadio fischiava la Nazionale. Non ricordo sia mai successo. Quando ho sentito quei fischi, ho capito che qualcosa si era rotto”. L’ex ct inoltre confessa di aver dato le dimissioni dopo il match con la Macedonia: Dopo la partita con la Macedonia mi sono dimesso, dissi che non avrei potuto continuare così. Era giusto prendere un’altra persona, c’erano giocatori appena arrivati. Devastante, ecco com’era il clima. Ma le dimissioni non sono state accettate”.

Il tecnico aggiunge poi un ulteriore retroscena:Avevo ufficializzato al mio staff che non sarei mai andato ai Mondiali, anche in caso di qualificazione con la Svezia. Per me era impossibile lavorare, chiunque fosse arrivato avrebbe avuto la possibilità di fare un lavoro migliore”

Motivo di ulteriore discussione dopo il mancato del raggiungimento del Mondiale furono le mancate dimissioni che Ventura spiega così: “Non volevo ammettere di essere l’unico responsabile, in sala stampa mi sono presentato da solo. Non volevo fare il capro espiatorio. Per questo motivo non mi sono dimesso“. 

Sono diventato il capro espiatorio di tutti i mali del calcio, basta pensare a ciò che è stato detto, scritto, sono dispiaciuto per questo motivo. Ci ho creduto. Ho rinunciato a molte cose per andare in Nazionale. Ci andai con entusiasmo. Ho perso la partita con la Spagna e con la Svezia, le uniche sconfitte subite in un anno e mezzo”  afferma Ventura che si sfoga per esser stato il bersaglio delle critiche di tutto il paese.

Ventura conclude dicendo: “Mi sono messo nei panni degli italiani, stanno soffrendo molto ed è difficile immaginare i Mondiali senza l’Italia. Porterò per sempre questa sofferenza dentro di me, spero che Mancini sia messo in condizione di lavorare. Gli auguro di poter avere a che fare con delle persone che dicono quello che pensano, cosa che a me non è capitata. Tiferò Italia fino alla fine, nonostante tutto. Per quanto mi riguarda voglio ancora allenare e ho voglia di rimettermi in gioco“. 

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