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Italia a caccia dell’ottimismo: una vittoria in Ungheria per chiudere un 2022 orribile

Roberto Mancini
Roberto Mancini, Italia - Foto LiveMedia/Luca Rossini

La ferita della mancata partecipazione ai Mondiali resta aperta e non si può cancellare, ma un 2022 orribile per la Nazionale, che prima a Palermo è stata estromessa dalla coppa del mondo in Qatar, quindi sconfitta con l’Argentina la Finalissima tra le vincitrici dei tornei continentali più prestigiosi, infine reduce dalla scoppola con la Germania e da altre prestazioni sottotono, può essere lenito e trasformarsi in un finale all’insegna del sorriso. C’è solo un modo per farlo, è battere l’Ungheria e qualificarsi per il secondo anno di fila alle Final Four di Nations League. Competizione inutile, è vero, ma è pur sempre un trofeo da mettere in bacheca. Proprio con la sconfitta nelle scorse Finals per mano della Spagna, peraltro giocate in casa, è iniziato il piccolo grande dramma azzurro: un mese dopo arrivava il pareggio con la Svizzera che ci costringeva ai playoff, quindi è storia quanto successo nel primo semestre di quest’anno.

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Adesso, però, spira un vento nuovo, un vento di ottimismo nel futuro. Manca un po’ di qualità, con Immobile out si riduce ulteriormente il peso specifico in attacco, ma c’è una certezza: il ct Mancini sta proseguendo nel suo lavoro, spesso ostacolato e complicato, di talent scout laddove i club non riescono a fare emergere buoni giocatori, sta allargando la platea dei convocati, e soprattutto con la vittoria contro l’Inghilterra ha dimostrato che possiamo tornare ai livelli che ci hanno permesso di laurearci campioni d’Europa. Contro i magiari lunedì sera a Budapest sarà durissima, perché loro hanno 10 punti, hanno battuto la Germania e l’Inghilterra, giocano per due risultati su tre. E in panchina c’è l’italianissimo Marco Rossi, che non vuole smettere di stupire con l’Ungheria migliore da decenni a questa parte. Ma ai nostri cugini, almeno nei colori della bandiera, chiediamo strada per le Final Four e per riscattare un’intera annata. La Nazionale deve farsi e fare questo regalo, e guarderemo i Mondiali dal divano ma con un po’ meno di depressione.

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