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Ci risiamo. Nuovo, ennesimo capitolo del duello infinito tra Italia e Spagna, a pochi mesi dalla semifinale di Wembley che c’ha sorriso ai rigori e che c’ha dato la possibilità di vincere Euro 2020 contro l’Inghilterra, ancora ai rigori. Ed ecco ancora una volta che la Nazionale si ritrova contro gli iberici in un’altra semifinale di peso. La Nations League non vale l’Europeo, ma per i campioni d’Europa provare a proseguire nell’onda lunga di un’estate da leggenda è quasi un imperativo categorico. E’ chiaro, non sarà facile: sono passati tre mesi da quella meravigliosa avventura, sembra un’eternità : la condizione fisica di alcuni nostri protagonisti non è al meglio e dovremo sperimentare un po’ di più rispetto alla squadra di Luis Enrique, che però va detto dover rinunciare a due pedine come Pedri e Morata, che fanno il paio con i nostri Verratti e Immobile.
Ma tutti gli altri ci sono e ci si attende una splendida serata di calcio in un San Siro aperto a metà . Con una nota negativa purtroppo: i tifosi del Milan presenti al Meazza hanno già annunciato di fischiare per tutta la partita il fuggiasco Donnarumma, appena due partite da titolare col Psg dopo l’addio ai rossoneri. Non una bella cosa, non la giusta riconoscenza per uno tra quelli che c’ha fatto vivere emozioni splendide e inaspettate. A ogni modo, servirà tutto il supporto del nostro pubblico per vincerla, stavolta, a casa nostra. Del resto era stato proprio dal girone di Nations League che era cominciata una grande cavalcata degli azzurri di Mancini, ora divenuti una squadra che gira perfettamente, ancora migliorabile ma capace di confrontarsi contro qualsiasi altra rivale. Anche le Furie Rosse, a patto di giocare con la stessa veemenza e con la concentrazione vista in Inghilterra.
Ancora una volta complicato capire chi potrà essere favorita. Giochiamo in casa ed è un importante vantaggio, poi abbiamo rotto l’incantesimo dei rigori a Euro 2020 dopo l’eliminazione contro la Roja nel 2008 e anche nella Confederation Cup 2013 dal dischetto. E l’Italia, dal canto suo, oltre al calcio spettacolo che c’ha mostrato Mancini in questi tre anni, può anche tentare di trasformare il match in una battaglia, come quando Tassotti nel 1994 ruppe il naso proprio a Luis Enrique, beccandosi poi la maxi squalifica con la prova tv. Con la speranza che non serva questo, in quello che è anche un checkpoint fondamentale per la Nazionale a un anno dai Mondiali in Qatar la cui qualificazione, peraltro, va ancora conquistata.
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