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Le pagelle di Germania-Svezia 2-1, gara della seconda giornata del girone F dei Mondiali di Russia 2018. Serve la giocata di un campione a Low per ribaltare il parziale e per rientrare in corsa per la qualificazione alla fase ad eliminazione diretta. Parte benissimo la Svezia che sfiora prima il gol con Berg e poi va a segno con Toivonen che batte Neuer con un tocco sotto da pochi passi. La reazione della Germania arriva solo nella ripresa e si affida al ginocchio vincente di Neuer su cross di Werner. Nel secondo tempo a complicare i piani tedeschi c’è l’espulsione di Boateng. L’arbitro concede cinque minuti di recupero e c’è spazio per il palo di Brandt e per il gol vittoria di Kroos.
Germania (4-2-3-1)
Neuer 7
La sua mole ingombrante spaventa Berg che gli calcia addosso in avvio. In occasione dell’1-0 viene messo fuori causa da una deviazione di Rudiger. Poi nel finale di frazione si supera ancora sul colpo di testa di Berg e tiene a galla i suoi
Kimmich 6
Qualche cross sbagliato di troppo nel primo tempo. Cresce nella ripresa
Boateng 5
Le marcature preventive non funzionano nel primo tempo e la Svezia può imperversare con ripartenze e contropiedi. Da leader prova a trascinare i suoi anche con tiri dalla distanza. Per scardinare la difesa avversaria, sono importanti le sue incursioni per portare superiorità numerica a centrocampo. Quando è il momento di impostare non si tira indietro e conferma tutta la sua tecnica. Rovina tutto però col secondo giallo che lascia in dieci uomini i suoi.
Rudiger 5
La sua sbavatura in avvio poteva costare carissimo ma Berg lo grazia. In ritardo su Toivonen in occasione dell’1-0. Un disastro per l’ex Roma
Hector 6.5
Da applausi una sua chiusura su Claesson. E’ l’unico a salvarsi della retroguardia tedesca nel primo tempo (87′ Brandt 6.5 Vivace e intraprendente. Colpisce il solito palo nel finale)
Rudy s.v.
Il suo esordio dal 1′ viene rovinato da un naso sanguinante che lo costringe ad uscire (31′ Gundogan 6Â Prova ad inserirsi in area ma non riesce ad incidere come vorrebbe. La sua prestazione comunque raggiunge la sufficienza)
Kroos 7
Nasce da un suo passaggio sbagliato il gol dell’1-0 svedese. E il fatto che lui sbagli un disimpegno mostra quanto sia delicato il momento tedesco. Nella ripresa orchestra il gioco e al 95′ decide il match con un colpo da maestro che cambia le sorti qualificazione
Reus 6
Veloce come un rapace in area per l’1-1. Una rete che riscatta solo parzialmente una prova opaca. Scompare dai radar nel finale
Müller 5.5
Non riesce ad incidere nel primo tempo. La seconda frazione di gioco si apre con un suo colpo di testa di poco fuori a lato. Da uno come lui ci si aspetta di più
Draxler 5.5
Non riesce a brillare. Questo Mondiale doveva essere l’occasione per la consacrazione definitiva, l’appuntamento è rimandato (45′ Gomez 5.5 Difficile giudicarlo. La sua prestazione è insufficiente ma il suo ingresso in campo contribuisce perlomeno a gettare confusione sul reparto difensivo svedese. Al 67′ sbaglia clamorosamente un gol sotto porta)
Werner 7
Propizia il gol dell’1-1 con una azione travolgente sulla fascia sinistra. Si comporta meglio da esterno che da centravanti, la sua prova è una delle più convincenti. Guadagna il calcio di punizione che Kroos trasformerà in oro
Ct: Joachim Löw 5.5
Il primo tempo è uno dei peggiori della sua ormai lunghissima gestione. Capovolge gli equilibri con l’ingresso in campo del fedelissimo Mario Gomez. L’ingresso in campo dell’ex Fiorentina, i miracoli di Neuer e il gol di Reus confermano quanto il Ct abbia voluto affidarsi al passato e ai fedelissimi per chiudere in bellezza un ciclo vincente
Svezia (4-4-2)
Olsen 6
Qualche buon intervento nel corso della prima frazione di gioco. Incolpevole sul gol di Reus, poteva fare di più su quello di Kroos. Nel finale sul colpo di testa di Gomez ricorda la parata storica di Buffon su Zidane.
Lustig 5
Con l’aiuto di Claesson riesce a limitare Reus nel primo tempo. Ma quando Werner si sposta dalla sua fascia, iniziano i guai. L’attaccante del Lipsia lo fa letteralmente impazzire
Lindelof 6
E’ il pezzo pregiato della Svezia. Bene nel primo tempo, qualche sbavatura nella ripresa
Granqvist 6.5
Strepitoso duplice salvataggio in avvio su Draxler e Werner. Preciso nella seconda frazione di gioco
Augustinsson 6
Ha responsabilità sul gol di Reus, è in ritardo sulla marcatura dell’esterno del Borussia. Col Werder Brema è solito spingersi in fase offensiva, oggi evita per dedicarsi al lavoro difensivo. A parte l’errore sul gol tedesco, la sua prestazione è comunque sufficiente
Claesson 6
Ha l’occasione per il colpo del ko ma lo fallisce clamorosamente. Si vede poco nel primo tempo, si dedica prevalentemente al lavoro difensivo. Corre e spende tantissimo, Andersson è costretto a sostituirlo a mezz’ora dalla fine (73′ Durmaz 5 Male, non riesce a pareggiare il lavoro di sacrificio del compagno)
Larsson 5.5
Alti e bassi. Meglio nel primo tempo ma nella ripresa sbaglia qualche pallone di troppo
Ekdal 6.5
L’ex Cagliari ha un compito importante in mediana contro uno dei centrocampi migliori della competizione. Fa il suo, senza l’ambizione di voler dominare il reparto. Ma dimostra lucidità nella scelta della giocata in più di un’occasione, anche quando l’assedio tedesco sembrava sul punto di distruggere il castello di carte svedese. Una piacevole sorpresa
Forsberg 6
Alterna giocate di alto spessore ad errori fin troppo banali per una calciatore di quella valutazione. Se voleva mettersi in mostra nel Mondiale parallelo del calciomercato, dovrà aspettare la prossima partita
Toivonen 6.5
Si fa trovare pronto in area in occasione dell’1-0 con un tocco sotto delizioso su Neuer. Poi si limita al lavoro sporco (78′ Guidetti s.v.)
Berg 6
Al 12′ ha l’occasione dell’1-0 ma la spreca. Fa a sportellate contro Rudiger e Boateng provando a far salire la squadra nei momenti di pressione tedesca (89′ Thelin s.v.)
Ct: Jan Andersson 6
L’atteggiamento è difensivista al quadrato per il 2018 e per un Mondiale. Ma l’organizzazione difensiva lascia spesso a bocca aperta per la cura dei dettagli. La Svezia fa giocare male ogni avversario e la Germania cade nella trappola avversaria per 94 minuti. Poi basta una magia all’ultimo minuto per far crollare settimane e settimane di preparazione difensiva