
Andreas Skov Olsen, Danimarca - Foto LiveMedia/Colin Poultney
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Nella sua ultima stagione in Italia Andreas Skov Olsen è sceso in campo sedici volte, sei da titolare, il resto dalla panchina. Poi la cessione, frettolosa, forte troppo, al Club Bruges che lo ha scelto per rinforzare un reparto d’attacco che si stava per separare dal neo milanista Charles De Ketelaere. Oggi il Bologna lo rimpiange, lui si gode Champions League e Mondiale. In Europa il Club Brugge si è qualificato agli ottavi da seconda forza, eliminando Bayer Leverkusen e Atletico Madrid. Skov Olsen ha servito l’assist per il gol vittoria contro i tedeschi e ha siglato uno dei quattro gol contro il Porto, mentre in campionato è a quota sei. In Nations League ha realizzato due gol su sei partite, trovando firme d’autore contro Austria e Francia. Sono otto i gol in nazionale, la doppia cifra è ad un passo e l’ex Bologna sogna un ruolo da protagonista nel Mondiale, a partire dal girone con Francia, Australia e Tunisia. Si parte dalla nazionale nordafricana. Con Dolberg e Braithwaite dovrebbe toccare a lui sul fronte offensivo.
La Danimarca si è qualificata al Mondiale col primo posto a 27 punti, 30 gol fatti e solamente 3 reti subite, due delle quali nell’ultima gara – ininfluente – contro la Scozia. Nel percorso verso il Qatar, Skov Olsen ha segnato tre reti, riuscendo a convincere Hjulmand ad affidargli una maglia da titolare sulla fascia. Eppure, il rapporto tra i due non era partito nel modo migliore. Nel 2020 il Ct lo convocò nonostante le poche settimane di preparazione col Bologna, salvo poi decidere di dirottarlo nell’U21, preferendogli Larsen. Ora Hjulmand gli chiede giocate e soprattutto gol. Skov Olsen in Danimarca segnò 26 reti in una sola stagione col Nordsjælland ed è già a quota 12 in 32 apparizioni in Belgio. Solo a Bologna, in un campionato più competitivo, non ha visto la porta. Tre gol in tre stagioni, troppo poco. Ma anche a Casteldebole tiferanno per lui in virtù di una percentuale sulla rivendita prevista sul contratto. Una piccola consolazione di una cessione che rischia sempre più di prendere la forma di un rimpianto.
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