Calcio

Lionel Messi: “Frode fiscale? Firmavo perché mi fidavo di mio padre”

Lionel Messi - Laia Solanellas CC BY 2.0

Firmavo dove mi dicevano di firmare perché mi fido di mio padre e non mi è mai passato per la testa che potesse ingannarmi. Non mi sono mai interessato di questi argomenti quindi non potevo sapere se stavo violando la legge”. Così il fuoriclasse del Barcellona Lionel Messi si è difeso davanti al giudice del tribunale di Barcellona nell’ambito del processo che lo vede coinvolto, assieme al padre Jorge, imputati per frode fiscale (a questo LINK per saperne di più).

Non so cosa firmavo, non sapevo nulla, pensavo solo al calcio, mi fidavo di mio padre e dei miei legali”, ha aggiunto la “Pulce”. I due Messi hanno ribadito di aver delegato tutte le questioni legali e fiscali allo studio Juarez&Asociados e a un amico di famiglia, Rodolfo Schinocca.

Da parte sua Jorge si è dichiarato innocente: “non mi intendo di aspetti legali, volevo solo facilitare la vita a mio figlio, sostenerlo e permettergli di pensare solo al calcio“, anche se ha ammesso che erano state create una serie di società “ma non per ottenere un trattamento fiscale favorevole, i primi contratti sono stati fatti da Schinocca. Non avendo conoscenze di legge, mi limitavo a dire se ero d’accordo o meno alle proposte che mi venivano fatte. Leo non sapeva nulla di queste società e non leggeva i contratti che firmava. Per esempio per l’accordo con una marca sportiva serviva la sua firma, ha firmato senza leggere e senza che nessuno gli spiegasse di cosa si trattava”. “Per quanto mi riguarda – ha aggiunto il padre di Messi – io chiedevo se era tutto legale e ben fatto, sapevo quello che mio figlio percepiva e che a fine anno i legali versavano una cifra, ma non so quanto né a chi. Se uno sponsor era interessato a una partnership con noi, contattavano me, se si arrivava a un’intesa poi toccava agli avvocati e allo studio che ci seguiva definire gli aspetti legali“. Secondo la stampa spagnola la sentenza è attesa per venerdì.

SportFace