Calcio

L’ex arbitro Borriello contro Nicchi: “Mi minacciò di chiudermi in un pollaio”

Marcello Nicchi - Foto Sportface.it

L’ex arbitro Gennaro Borriello, nel corso di un intervista rilasciata a ‘Radio Punto Nuovo’, si è scagliato in maniera molto pesante nei confronti del presidente dell’Aia, Marcello Nicchi: “Io ti chiudo in un pollaio: così mi ha minacciato e me ne sono andato. Ora si stacchi dalla sedia, vive di protagonismo. Io non mi sono candidato, quando c’è stato Boggi ho cercato di dare una mano. Avevo un ruolo di dirigente in varie commissioni ed ero convinto di far parte di un’associazione di persone per bene e serie. Non potevo pensare, 20 anni fa quando ho smesso sul terreno di gioco, di incappare in un personaggio come Nicchi che ama sedersi sulla poltrona“.

Borriello, poi, ha rincarato la dose, sostenendo che dall’arrivo di Nicchi il calcio sia cambiato e che quest’ultimo non voglia lasciare il proprio ruolo: “Lui da lì non se ne vuole più andare  quando comunicai le mie intenzioni mi disse: “Ti chiudo in un pollaio. Io ho le spalle grosse, ma fare certe pressioni a capi sezione inferiori, li uccide. Non ci ho più visto ed ho rinunciato ad incarichi già avendone alcuni. È ora che lasci spazio a qualcun altro. Tutti quelli che non erano sulla sua stessa linea, sono stati deferiti o hanno visto ritirarsi la tessera. Ho avuto la fortuna di preparare il mio lavoro con dvd, il VAR è iniziato lì. Fin quando era un discorso di didattica andava benissimo, ma con la sua introduzione si è modificato il calcio. Ci vuole un arbitro capace, con qualità e che stabilisca se è fallo di mano o meno, altrimenti non si gioca più. I calciatori sono diventati matti, non sanno cosa fare. La colpa non è dell’AIA, ma dell’IFAB”.

Accuse simili verso il numero uno dell’Aia sono state mosse anche da un’altro ex direttore di gara, Paolo Bertini: “Nicchi è resiliente. Non capisco perché ci stiamo avviando verso il quarto mandato, la regola dei due mandati vale per tutto il mondo tranne che per l’AIA. Un altro problema del genere ce l’aveva Damiano Tommasi, ma è stato intelligente e ha fatto un passo indietro. Cambiare la regola già per un terzo mandato è un aggravante“. Bertini racconta poi una sua brutta esperienza vissuta all’interno dell’associazione arbitrale italiana: “Ho avuto un provvedimento di ritiro tessera da cui non mi sono difeso vista la portata dell’accusa, non ne valeva la pena. Avevo fatto una querela per diffamazione inerente a Calciopoli che mi ha visto coinvolto e la prima persona che informai a riguardo fu Nicchi. A processo avviato, mi ha ritirato la tessera perché non potevo agire per vie legali verso altri tesserati”.

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