Calcio

Juventus, Sarri: “Primo viaggio dopo la quarantena? Spero per finale Coppa Italia”

Juventus, Maurizio Sarri - Foto Antonio Fraioli

Da partire dalle ore 15:00, con il format di JTv A Casa Con la Juve, Claudio Zuliani e Enrico Zambruno sono stati in collegamento con Maurizio Sarri e Sandro Veronesi. L’allenatore bianconero e lo scrittore hanno risposto alle domande dei tifosi arrivate all’hashtag #ACasaConLaJuve. Di seguito le dichiarazioni complete:

SULLE PARTITE “Ho rivisto alcune partite nostre, quando sei distaccato hai impressioni diverse. Dobbiamo pensare che l’estate la faremo, speriamo giocando, credo sia anche il momento giusto per staccare un po’, faremo 14-15 mesi consecutivi dopo. Quando guardo altre partite mi rendo conto che il Milan di Sarri era 20 anni avanti”.

SUL PROSSIMO VIAGGIO “Spero sia quello per la finale di Coppa Italia, sennò va bene qualsiasi altra sede europea per i turni successivi di Champions”.

SUL MONDO JUVECi sono due cose che mi hanno colpito, amore ed odio, siamo circondati da tutti e due. Questo è un qualcosa che riesci a capire solo quando vivi il mondo Juventus. Noi siamo quelli sempre favoriti dagli arbitri, poi vedi i numeri e sono impressionanti in un’altra direzione. Io sono stato fischiato a Napoli dove sono nato e ho dato tutto, se non ho vinto è perché sono scarso non perché non ho dato al 100%. A Torino i tifosi della Fiorentina hanno insultato mia madre e questo ti fa capire l’odio per la società e la squadra. Quando fuori c’è così tanto odio ti attacchi all’interno, se diventi gobbo è perché ti attacchi a quello che c’è dentro. Detto questo ovunque andiamo c’è sempre una bella parte dello stadio che fa il tifo per noi”.

SU DOVE SI MANGIA MEGLIO“Io penso che in Toscana si mangia e si beve bene ovunque. Non c’è distanza così enorme tra i posti, mia nonna abitava in Piazza Alberti, una piazza nella zona sud di Firenze, vicina allo stadio. Non credo ci sia differenza nel modo di mangiare e bere tra noi e Prato. A Carmignano c’è un vino che conoscono in pochi, buonissimo, si chiama Piaggia. Stamani mi è arrivata una cassa”.

SULLA SCARAMANZIA“Io penso che noi facciamo un lavoro così legato a episodi e le nostre sorti sono legati a prestazioni di altre persone, i piccoli particolari non dipendono da noi. In questi momenti la monde diventa scarmatica, non credo che ci siano allenatori o giocatori avulsi dalla scaramanzia, ma anche a tutti gli addetti ai lavori. Quando allenavo in Eccellenza avevo questa fissazione di mettere la macchina sempre nello stesso posto nel parcheggio riservato a noi vicino agli spogliatoi, i ragazzi se ne erano accorti e mettevano la macchina lì apposta. Una volta prima della partita dissi a questo ragazzo che ce l’aveva parcheggiata lì di toglierla non si mosse e io uscii, misi la prima e gliela portai via. Da allora nessuno ce l’ha mai messa. Vincemmo 1-0”.

SUI RAPPORTI UMANI“Più vai in alto e più difficile costruire un rapporto umano. I ragazzi sono gli stessi in tutte le categorie, cambiano qualità tecniche e fisiche ma sono sempre ragazzi tra 20 e 30 anni. Cambia molto il contorno, ci vuole tempo. Io ho avuto un rapporto molto conflittuale con i giocatori del Chelsea per 5-6 mesi ma quando ho detto ai giocatori che sarei andato via dopo la finale di Europa League ho pianto come loro. Non sono un uomo da pacche sulle spalle, sono uno che se fai errori te lo dice e se fai bene il massimo dell’apprezzamento è un bravo mentre passo e vado a cambiarmi. Parlo molto di quello che sbagliano e poco di quello che fanno bene”.

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