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L’ex presidente della Fifa Joseph Blatter torna a farsi sentire, attraverso un’intervista rilasciata al Corriere della Sera. Sospeso per 6 anni dopo aver violato il codice etico pagando due milioni di franchi a Michel Platini (allora presidente Uefa), Blatter spiega così le sue ragioni: “La giustizia ordinaria non mi ha accusato di niente, sono stato sospeso da un tribunale sportivo ma l’impressione data dalla commissione etica è che si sia trattato di un complotto ai miei danni“, afferma l’ex numero uno del calcio mondiale.
Secondo lo svizzero quindi il suo processo non è certo stato equo: “Sembrava di essere davanti all’Inquisizione, poi tutti quelli legati a me furono mandati via. Sia io che Platini non siamo mai stati condannati per corruzione o tangenti.” L’evento che ha scatenato il caos sarebbe stata l’assegnazione del Mondiale 2022 al Qatar, che di fatto beffò gli Stati Uniti. “E’ vero, la Coppa del Mondo 2022 doveva andare agli USA – ricorda Blatter – Si sarebbe trattato di un ponte ideale con la Russia, il calcio avrebbe riunito i due paesi divisi dalla guerra fredda. Il problema è che in Francia c’era Sarkozy che faceva affari il principe ereditario del Qatar.”
“Così un giorno Platini mi chiamò dicendomi di avere un problema, in quanto il presidente francese gli aveva chiesto di far votare i suoi amici per il Qatar – continua a raccontare Blatter – Personalmente non ero d’accordo, ma alla fine vinse proprio il Qatar. Il Presidente Obama non era molto arrabbiato, ma gli inglesi erano infuriati e se la presero con me.”
Nell’intervista c’è anche un piccolo spazio per il Var, su cui Blatter ha una visione contrastante: “Giusto ridurre gli errori, ma toglierli del tutto non sarebbe una buona cosa perchè se ne andrebbe la dimensione umana del calcio. La testata di Zidane a Materazzi? E’ vero, in quel caso la tv aiutò molto e non sarebbe stato giusto che il francese restasse in campo. Nel 2006 non premiai l’Italia campione del mondo? Preferisco non tornare su quell’episodio, dico soltanto che l’Italia meritava di vincere quel Mondiale.”