Calcio

Il dramma di Bellugi: “Sono da 60 giorni in ospedale, non posso fare niente”

“Barbara ti faccio una promessa: Sono 60 giorni che sono qui, è durissima, non posso fare niente. Ci metterò, ma ne verrò fuori. La prima volta che avrò le protesi vengo da te”. Lo ha detto Mauro Bellugi, ex calciatore intervenuto nella trasmissione domenicale ‘Live, non è la D’Urso’, che sta vivendo un dramma personale dopo che gli sono state amputate le due gambe per le complicazioni sopraggiunte dopo aver contratto il Covid-19. Mauro cominciava ad avere male alle gambe, ma non era la prima volta – hanno raccontato moglie e figlia di Bellugi – Non si lamentava mai quindi quando mi ha detto di questo dolore ho pensato fosse qualcosa di serio. Lui non voleva andare in ospedale perché temeva di prendere il Covid, noi avevamo fatto tutti il tampone ed eravamo negativi.  Il cardiologo quando l’ha visto si è preoccupato e abbiamo scoperto che era positivo al Covid. Era il 4 novembre. Un altro medico mi ha chiamato per dirmi che era compromessa anche la circolazione periferica alle gambe, a causa di alcune ischemie, e mi disse: non ci sono molte alternative all’amputazione delle gambe. Quando me l’hanno detto volevo morire”. “Se non c’erano Giada e la Lory non avrei firmato – ha rimarcato Bellugi raccontando del momento in cui i medici gli hanno fatto firmare l’autorizzazione all’amputazione – Poi l’ho fatto, ma non me la sentivo. La domanda è stata brutta”.

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