Calcio

Higuain: “In Europa ho sofferto per le critiche, adesso ho trovato la mia serenità”

Gonzalo Higuain - Foto Antonio Fraioli

Gonzalo Higuain, ex attaccante di Napoli e Juventus, ha rilasciato una lunga intervista a Olè, dove si è raccontato a tutto tondo, parlando del presente ma anche del passato. “Ho giocato per 15 anni nelle migliori squadre del mondo, ho segnato più di 300 gol, tre Mondiali e quattro Copa America. Non saranno le persone che scaricano la loro frustrazione su di me a influenzarmi. Anzi, mi fanno ridere. Il calciatore riceve più critiche che elogi. È stato un momento della mia vita che ho sofferto, ma quando ti adatti, non è che poi diventi impermeabile alle critiche, perché quelle fanno sempre male, ma in un altro modo. Quando si cresce si prendono da chi viene o da come viene detto, da come viene inteso, se vende o no. Si diventa diversi quando si tratta di ricevere critiche“.

Higuain, attualmente giocatore del InterMiami, ha commentato anche il campionato americano e la sua esperienza: “Cercavo tranquillità emotiva e interiore, l’ho trovata. A livello di sicurezza, rispetto, critica, sono uscito da tutto quel vortice che c’è in Europa. Non pensavo che avrei ottenuto così tanto. Volevo tornare al dilettantismo, come quando giocavo nelle giovanili. Qui non c’è malizia, né sospetto, né invidia. Se un giornalista fa una critica, la fa con rispetto. Qui se giochiamo in casa arriviamo due ore prima della partita, mia figlia può scendere in campo con mia moglie… ci sono meno regole, tutto è più naturale. Sembra che tu giochi a calcio nei fine settimana e durante la settimana ti rilassi. È un campionato molto bello da giocare e ti permette di essere felice anche fuori dal campo. Sono arrivato in un mondo totalmente diverso sia dal punto di vista culturale che calcistico. È stato un grande cambiamento, ma sempre con l’illusione di fare le cose bene. L’anno scorso non è stato un buono e quest’anno cercheremo di migliorare le cose. Mi sento meglio, conosco meglio il campionato e i tifosi meritano di essere felici perché vengono sempre allo stadio, ci sostengono ed è un modo per premiare lo sforzo che fanno”.

SportFace