Europa League

L’Inter domina, poi spreca e soffre: 2-1 al Leverkusen, è semifinale di Europa League

Inter, Romelu Lukaku FOTO ANTONIO FRAIOLI

L’Inter conquista il pass per la semifinale di Europa League. Al termine di una partita dominata e controllata per larghi tratti, i nerazzurri superano il Bayer Leverkusen del gioiello Havertz per 2-1, chiudendo anche in 10 nel finale per l’infortunio muscolare di Sanchez dopo aver esaurito tutti gli slot a disposizione per i cambi. Decidono il match i gol di Barella, Lukaku (che segna il 31esimo gol in stagione e va a bersaglio per la nona volta di fila in Europa League, battendo il primato di Shearer) e di Havertz.

La squadra di Conte, a differenza che nel match contro il Getafe, aggredisce subito alta la formazione tedesca e crea sconquassi in una difesa che, poco prima del calcio di inizio, perde l’esperto Sven Bender al centro della difesa e fa spazio a Tah. In coppia col giovane Tapsoba, il nazionale di Loew fa una fatica incredibile nel contenere lo strapotere fisico di Lukaku, che prima fa la sponda per l’esterno destro vincente di Barella, al primo gol europeo in carriera, e si mette in proprio 6 minuti più tardi per il raddoppio. Decisamente da rivedere la difesa di Bosz, non di rado molto bassa e molto propensa a lasciare l’uno contro uno agli avversari. Al 28′ entra in scena anche il VAR: Del Cerro Grande fischia un rigore per l’Inter, ma l’on-field review lo fa tornare sui propri passi giudicando il braccio di Sinkgraven attaccato al corpo.

Nella ripresa le squadre sembrano volersi allungare maggiormente, fatto che ovviamente favorisce i cambi di fronte. E come nel primo tempo i primi minuti sono tutti di marca nerazzurra: Gagliardini ci prova da dentro l’area ma Lukaku, involontariamente, “para” la sua conclusione. Il Leverkusen si vede con una bella conclusione da fuori di Demirbay, l’Inter spreca un’altra palla gol con i due neo entrati: Eriksen inventa una palla geniale per Sanchez che tutto solo stoppa e spara verso la porta, ma il tiro è centrale e Hradecky è nuovamente bravissimo a chiudere lo specchio. Poi si vede finalmente Eriksen: prima lancia in porta Sanchez con una palla meravigliosa ma il cileno tira con poca convinzione su Hradecky. Poi triangola nello stretto con Moses mandando al tiro l’ex Chelsea, para ancora il numero 1 del Bayer. Eriksen protagonista anche al 90′, quando si conquista il rigore che potrebbe chiudere il match: Del Cerro Grande indica il dischetto, ma dopo l’on field review toglie anche il secondo penalty ai nerazzurri. Bosz manda in campo tutti i suoi interpreti offensivi creando un Bayer super offensivo, ma l’Inter nonostante tutto regge, porta a casa la vittoria e stacca il pass per le semifinali di Europa League.

Tutto sommato ne è uscita una partita frizzante e divertente: i nerazzurri si presentano da favoriti, tedeschi vogliosi di fare lo scherzetto. L’Inter è stata nuovamente a immagine e somiglianza del proprio allenatore. Parte fortissima: pressing a tutto campo e distanze tra i reparti ridottissime. Ovviamente non riesce a mantenere questi ritmi per 90 minuti e ha la colpa di non chiuderla tenendo in gioco un Bayer brutto e superficiale, al limite del disastro se si considera la difesa. Ci si aspettava decisamente di più dai tedeschi che non mettono in mostra niente di particolare e devono ringraziare l’Inter sia per il goal realizzato che per tutti quelli mangiati dai nerazzurri che avrebbero chiuso anzitempo l’incontro.

Per quanto riguarda i singoli mostruoso Lukaku, sontuosi Barella e Godin, sempre educato Bastoni. Sottotono Brozovic e Gagliardini, mentre Eriksen entra e mostra agli altri 21 come sia capace di accendere la luce coi suoi passaggi: che non possa farlo per tutta la durata della partita sembra tuttavia uno spreco. L’impressione è che lo step a cui è chiamata l’Inter nel proprio percorso di crescita, sia di correre meno o meglio, che poi è la stessa cosa. L’Inter deve inoltre imparare ad essere più cattiva nell’azzannare e chiudere la partita. Ottima prova comunque dei nerazzurri che meritano solo applausi, anche se l’avversario si è dimostrato nettamente inferiore per qualità e colpi.

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