Editoriali

Elezioni Figc 2018: Lotito non si candida, sarà corsa a tre

Claudio Lotito e Urbano Cairo
Claudio Lotito e Urbano Cairo - Foto Sportface

L’ultimo giorno utile per presentare le candidature alla Federcalcio ha sciolto un solo dubbio: Claudio Lotito non si candida. Dopo aver sbandierato il presunto appoggio di dodici club di Serie A e altrettanti di Serie B, una quota che gli avrebbe permesso di candidarsi alla guida della Figc, nella giornata di domenica 14 gennaio il presidente di Lazio e Salernitana è andato a caccia di firme senza successo. Ci ha provato fino alla fine, ma non ce l’ha fatta. Dunque i candidati alla successione di Carlo Tavecchio sono tre: Damiano Tommasi, Gabriele Gravina e Cosimo Sibilia, che hanno ufficialmente depositato i propri programmi.

Da domani partirà dunque l’ultima fase della campagna elettorale. Due settimane decisive per arrivare alla scelta del nuovo presidente, fissata per il 29 gennaio. E la situazione è davvero ingarbugliata. Sibilia parte in pole position, forte del 34% garantito dalla sua Lega Dilettanti, ma se vorrà vincere dovrà scegliere gli alleati con cura. Un’eventuale alleanza con il “gruppo Lotito” allontanerebbe infatti Gabriele Gravina, sulla carta il più debole dei duellanti con il 17 per cento della Lega Pro, ma probabilmente decisivo per spostare gli equilibri.

Per conto suo Damiano Tommasi parte da un ipotetico 30 per cento (il 20 assicurato dalla sua Aic più il 10 per cento promesso dall’Associazione allenatori) e deve per forza ammorbidire le sue posizioni: per partecipare alla squadra di governo, l’ex calciatore dovrà probabilmente rinunciare alla presidenza. “Io ho voglia di fare qualcosa di importante per la Federazione. Certo bisognerà fare degli accordi perché altrimenti sarà impossibile governare – ha ammesso il presidente dell’Aic ai microfoni di Radio Sportiva – Ma le intese dovranno essere fatte sui programmi e non per la spartizione delle cariche”. Di sicuro sia Tommasi che Gravina respingono con forza la possibilità di coinvolgere Lotito nel nuovo governo del calcio: “Sarebbe la certificazione dei motivi per cui non siamo al Mondiale, che non sono solo sportivi”, ha chiosato l’ex centrocampista, al quale si è aggiunta la voce del presidente del Torino Urbano Cairo. “Lotito è bravo a fare l’imprenditore e il presidente della sua squadra, ma in Figc servono persone diverse per gestire il bene comune: l’ho detto chiaramente in assemblea di Lega e direttamente a lui”, ha spiegato il patron del club granata ai microfoni di Radio24. Del resto Cairo non vede di buon occhio neppure la candidatura di Tommasi, così come la maggior parte dei presidenti di Serie A e Serie B.

Una confusione totale, dunque, favorita dall’inconcludenza della lega maggiore, incapace di scegliere i propri rappresentanti ormai da un anno. Tra due settimane dovrebbe nascere la nuova Figc, chiamata a rifondare il movimento dopo l’Apocalisse della mancata qualificazione ai Mondiali. Ma la soluzione del caos è ancora lontana.

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