Calcio

Eboué racconta il finale di carriera: “Fingevo di andare al campo o mi chiudevo in camera per giorni”

Emmanuel Eboue e Alexandre Pato - Foto Ronnie MacDonald CC BY 2.0

Emmanuel Eboué ha vissuto un declino di carriera difficile da immaginare. Dopo aver fatto la storia con l’Arsenal tra 2005 e 2011: l’ivoriano ha giocato col Galatasaray per quattro stagioni prima di ritornare al Sunderland nel 2016. Proprio quel ritorno in Premier League ha causato un declino, visto che l’ex terzino non giocò mai. Dopo aver firmato il contratto coi Black Cats, il giocatore fu squalificato dalla Fifa per un anno per non aver versato 1 milione di euro nelle tasche del suo ex procuratore Sebastien Boisseau.

Eboué ha rilasciato delle dichiarazioni in merito a ciò a RMC Sport: “Non avevo il diritto di allenarmi con un club, mi allenavo da solo e mi vergognavo. Andavo a correre al mattino, ma c’erano persone che si stavano allenando e venivano a fare qualche foto. Poi mi sono dovuto allenare di notte, non c’era luce, ma non potevo restare a casa. Quando i miei figli mi hanno chiesto quando sarei tornato in campo, non sapevo cosa dire, uscivo la mattina fingendo di andare al lavoro. Stavo fuori e tornavo a casa quando i miei figli erano già a letto”. Poi ha concluso: “Prendevo antidepressivi, mi chiudevo nella mia stanza per tre o quattro giorni“.

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