Coppa Italia

Coppa Italia, quarti di finale: Inter-Lazio 1-2, le pagelle

Felipe Anderson - Foto Antonio Fraioli

La Lazio conquista la semifinale di Tim Cup, grazie alla vittoria contro l’Inter maturata per 1-2 a San Siro. Nel primo tempo del terzo quarto di finale il colpo di testa di Felipe Anderson, nella ripresa il freddo calcio di rigore firmato da Lucas Biglia. Ai nerazzurri del tecnico Stefano Pioli, grande ex della gara insieme ad Antonio Candreva, non basta la rete di Marcelo Brozovic a riaccendere le speranze. I biancocelesti di Simone Inzaghi riscattano così la disfatta in campionato, poco prima di Natale sempre a Milano, e attendono di conoscere l’avversaria nel prossimo turno: si prospetta, salvo sorprese, il doppio derby contro la Roma che domani affronterà il Cesena a chiudere il quadro dei quarti.

INTER (4-2-3-1)

Handanovic 6.5
Nulla può sul colpo di testa vincente di Felipe Anderson, ma si riscatta sempre sul brasiliano compiendo la parata che tiene in vita i nerazzurri. Si ripete nella ripresa sul colpo di testa di Hoedt, se l’Inter non crolla il merito è soprattutto suo.

D’Ambrosio 5.5
Lulic non è un cliente scomodo come Felipe Anderson,  ma il cross per il brasiliano arriva dalla sua parte. Cerca il riscatto facendosi vedere in avanti, ma, tranne in occasione del diverbio con Radu che gli costa l’ammonizione, non riesce mai ad accendere i riflettori su di sé.

Murillo 6
Regge la difesa interista nel primo tempo. Bravissimo a chiudere su Parolo e Murgia, sempre pronti all’inserimento, meglio ancora su Immobile: fa il suo e anche quello del compagno di reparto Miranda. Prova anche a spingere in avanti, ma il colpo di testa finisce sopra la traversa.

Miranda 4.5
Troppo distratto in fase difensiva, regala un pallone d’oro a Immobile che però spara alto. Spesso in ritardo, non sembra nella sua serata migliore. Lo conferma quando atterra l’attaccante biancoceleste in area, regalando calcio di rigore agli avversari e beccando pure il cartellino rosso per chiara occasione da gol.

Ansaldi 5
Non fa mai mancare la presenza in fase offensiva, ma pecca in quella difensiva: non riesce mai a recuperare la posizione, i due contropiedi che capitano alla Lazio nella prima frazione arrivano entrambi dalla sua parte. (Dal 58′ Medel 6: entra quando Miranda è costretto dall’arbitro a lasciare il terreno di gioco per rinfoltire la difesa. Proprio in quel momento la Lazio smette di attaccare, semplificando notevolmente il suo compito).

Brozovic 6
Prova la conclusione in un paio di occasioni, si infila tra le linee creando la superiorità numerica in attacco, ma senza incidere. Meglio nella ripresa quando guida la riscossa interista: è suo il colpo di testa che regala gli ultimi minuti di speranza ai nerazzurri.

Kondogbia 5.5
La tecnica non si discute, ma è troppo lento in fase di impostazione. Impossibile chiedergli il cambio di passo, non riesce mai a far accelerare la manovra interista, perché non è proprio nelle sue caratteristiche.

Candreva 5
Troppo fumo e pochissimo arrosto, per il grande ex della serata. Non riesce mai a saltare Radu, chissà se sente la pressione della partita: giocare contro la Lazio per il centrocampista non è facile, quella di stasera è l’ennesima conferma. Non riesce ad accendersi neppure nella ripresa, quando i biancocelesti smettono di attaccare e lasciano spazio.

Banega 5
L’ultima con la Lazio aveva sancito la rinascita dell’argentino, ma stasera compie due passi indietro rispetto alla prestazione offerta un mese fa. Sempre fuori dal gioco, non riesce a trovare la marcia giusta. (Dal 46′ Joao Mario 5.5: il portoghese è l’uomo in più in questo periodo, ma contro la Lazio non sembra essere la partita giusta. Prova qualche conclusione, ma senza trovare lo specchio)

Perisic 5.5
E’ il più pericoloso degli avanti nerazzurri nella prima frazione, ma sulla fascia c’è un Patric in versione super a contrastarlo. Più pericoloso quando si accentra, dai suoi piedi arrivano gli unici palloni giocabili del primo tempo. Nella ripresa si allarga sulla fascia e si rende maggiormente pericoloso nel tentare la rimonta.

Palacio 5.5
Prova a svariare su tutto il fronte dell’attacco, ma non riesce a trovare il varco giusto. Fa tanto movimento, i difensori laziali lo seguono in ogni angolo del campo. Troppo isolato, difficile riuscire a battere a rete in queste condizioni. (Dal 46′ Icardi 5: Pioli lo manda dentro sperando che tiri fuori l’asso dalla manica, ma stavolta l’argentino non riesce ad incidere. Una sola palla giocabile, mal sfruttata)

All. Pioli 6
Il Fato gli riserva un nuovo incrocio con il suo passato, stavolta in gioco c’è la semifinale di Coppa Italia. Si fida troppo delle seconde linee, quando prova a rimediare è ormai troppo tardi. Forse un errore di sottovalutazione, pagato a caro prezzo.

LAZIO (4-3-3)

Marchetti 5.5
L’Inter non si rende mai realmente pericolosa con tiri nello specchio della porta, a togliere le castagne dal fuoco ci pensa spesso la difesa, ancor prima del portiere. Quando serve, comunque, è attento. Almeno fino a quando si fa scavalcare dal gol di Brozovic, sul quale è fuori posizione e ritarda lo slancio per la parata.

Patric 7
Le prestazioni dello spagnolo crescono di partita in partita. Attento quando si tratta di difendere dalle scorribande di Ansaldi e Perisic, rapido quando invece c’è da spingere sulla corsia destra per favorire le ripartenze biancocelesti. Bravo nelle chiusure, grinta da vendere, ormai un’alternativa all’altezza di Basta.

de Vrij 6.5
Lucidità, precisione, esperienza. E’, come al solito, un difensore centrale impeccabile. Non rende la vita facile a Palacio, si riscatta nei confronti di Icardi: se nella gara di campionato, l’argentino lo aveva anticipato e beffato, stavolta l’olandese non gli lascia via di scampo.

Hoedt 6.5
La chiusura su Palacio, nel finale del primo tempo, vale quasi un gol. La carica sullo stesso attaccante, poco dopo, costa una punizione dal limite. Nella ripresa, poi, sfiora la rete del raddoppio con un colpo di testa al quale soltanto Handanovic può dire di no. Anticipa e chiude, ed è sempre più maturo.

Radu 5.5
Dalle parti del romeno c’è una vecchia conoscenza, quel Candreva al quale prende subito le misure. Sa arginare le ripartenze del nerazzurro, non si affanna troppo a spingere sulla fascia proprio per dare maggiormente supporto alla retroguardia biancoceleste. Per la seconda ammonizione – dopo la prima in occasione della zuffa con D’Ambrosio – lascia in dieci i suoi nell’ultimo quarto d’ora.

Parolo 5.5
Non ne ha più da un pezzo, e si continua a vedere. La qualità negli inserimenti non manca, ma li tenta poco, prova a partecipare alle azioni offensive, ma non fa mai la differenza. In negativo, certo, quando si divora la rete praticamente tirando da dentro la porta. Non aiuta granché, nel finale, quando serve arginare a tutti i costi la disperazione nerazzurra.

Biglia 7
Sale in cattedra e dirige la manovra biancoceleste da autentico professore, finalmente. Detta i ritmi in regia, dà una mano alla difesa quando c’è da stringere i denti, ma soprattutto risulta decisivo in un big match come mai era accaduto. Dimentica l’ultimo calcio di rigore sbagliato, va sul dischetto ed è freddo a infilare Handanovic per il raddoppio biancoceleste.

Murgia 6.5
La caviglia gonfia di Milinkovic-Savic gli regala una chance da titolare a San Siro. Il centrocampista classe 1996 non soffre la pressione, fa legna in mezzo al campo, recupera palloni e si prende anche qualche buon fallo, non disdegna buoni inserimenti. Ci mette personalità e grinta, con una palla d’oro lancia Immobile che poi si va a prendere il calcio di rigore. (Dal 77′ Wallace s.v.).

Felipe Anderson 6.5
Pennella di testa il vantaggio biancoceleste, sfreccia sulla fascia destra, dribbla avversari e si infila ovunque. Ansaldi, dalla sua parte, glielo lascia fare con comodo. Quando, però, ha la possibilità di far il bis già nel primo tempo, tira addosso ad Handanovic un gol già fatto. (Dal 74′ Milinkovic-Savic 6: nonostante la caviglia malconcia, va in campo e difende ).

Immobile 6
Svaria su tutto il fronte d’attacco, fa movimento e si sacrifica per la squadra. Spesso però tergiversa troppo palla al piede e non è lucido. Alla mezzora si divora l’impossibile, solo davanti ad Handanovic, sbaglia la clamorosa occasione del raddoppio con un tiro alle stelle. Non sarà l’unica della gara a essere fallita dall’attaccante.

Lulic 6.5
L’assist disegnato per la testa di Felipe Anderson, decisivo per il vantaggio laziale, è impeccabile. A volte sembra un po’ dinoccolato, però è fondamentale per il gioco di Inzaghi. Il bosniaco aiuta a mantenere il possesso palla tanto da riciclarsi spesso terzino, sforna svariati cross in area per i compagni e partecipa attivamente alla manovra del tridente laziale. (Dal 74′ Lukaku 6: aiuta a difendere e ad alzare il muro biancoceleste nel finale a tinte nerazzurre).

All. Inzaghi 7
Porta a casa un’impresa storica, una vittoria a San Siro con un’Inter tra le più in forma del momento. Deve fare a meno di Milinkovic-Savic (non al meglio) e di Keita (un altro ritardo di ritorno dalla Coppa d’Africa), ma questa Lazio è coriacea e decisa a conquistare la semifinale. Sullo 0-2 e con i nerazzurri all’assalto, toglie le ali e manda in campo un difensore e un centrocampista. Resiste, vince e ora sogna il derby contro la Roma.

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