Calcio

Chievo, Pellissier: “Gestione fatta da persone non abbastanza competenti”

Sergio Pellissier e Nicolas Frey FOTO DELL'OLIVO

“Era diverso il sentore che avevi, era più una famiglia che una società di calcio. Davi più di quello che avevi e, quando perdevi, sentivi di aver perso tu perché facevi parte di questa famiglia. Sentivi un affetto particolare anche da parte della dirigenza”. Per Sergio Pellissier il Chievo Verona è stato molto importante per parecchi anni, e il fallimento della società ha lasciato l’amaro in bocca all’ex attaccante.

“L’addio di Sartori è stata la prima situazione che doveva far pensare che qualcosa cominciava a non quadrare – ha raccontato a Goal.com – . Il rinnovamento andava fatto, ma non in quel modo. Andava fatto gradualmente, con l’inserimento di giovani in un contesto con anche dei giocatori esperti che insegnavano loro cosa dovevano fare. Invece sono stati mandati via i “vecchi” per prendere i giovani, ma così i giovani da chi imparano? La stessa problematica c’è adesso in Serie C: tu mandi i giovani a giocare, ma da chi imparano se son tutti giovani come loro? Bisogna fare il cambiamento con la dovuta calma, con l’inserimento graduale di giovani ma anche i giocatori più esperti servono. Noi siamo retrocessi perché non c’erano più ‘uomini’, ovvero giocatori che insegnavano cosa si doveva fare. Questa è stata la problematica più grande”.

Pellissier lancia una ‘frecciatina’ alla dirigenza, per non aver amministrato bene il club: “La gestione è stata fatta da persone che non erano abbastanza competenti per capire queste cose. Io quando sono diventato direttore sportivo ho provato a spiegare che certe situazioni non le avrei volute, ma sono state prese delle decisioni a mia insaputa. Questa cosa non mi è piaciuta e per quello me ne sono andato. Non sono cose che si fanno e non era il momento di farle. Quelle persone le avevo volute lì apposta perché facessero capire a chi arrivava cosa volesse dire essere ‘da Chievo’. Una volta che elimini anche quelle persone, non ti affidi a gente ‘da Chievo’ ma a persone che non ti possono dare quello che ti darebbero loro”.

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