Champions League

Inter, riecco i fantasmi: Ansu Fati gela Conte e San Siro

Siamo alle solite. Per la seconda volta consecutiva l’Inter esce dal girone di Champions League, dopo un altro testa-testa. Dopo il Tottenham nella scorsa stagione, a spuntarla è stato il Borussia Dortmund, con 10 punti contro i 7 dei nerazzurri.

Serve però fare delle precisazioni sulle differenze tra l’Inter di Conte e quella della scorsa stagione di Spalletti, in quanto l’approccio al girone delle due Inter è stato abbastanza differente. Infatti, l’Inter di Spalletti ha segnato 6 gol al fronte di 26 tiri in porta (percentuale di precisione del 23,08 %), con 7 gol subiti, raccogliendo 7 punti contro Barcellona, Tottenham e PSV, a dimostrazione di un sistema di gioco impostato al meglio sul reparto difensivo piuttosto che sulla fase offensiva, che spesso era risultata compassata sotto la guida del tecnico di Certaldo, specialmente nella seconda stagione.

Invece, l’Inter di Conte ha dimostrato un’attitudine offensiva più marcata, come testimoniano i 10 gol segnati, ma con l’aggravante di una maggior esposizione agli assalti avversari, con tanto di 9 gol subiti per tutto il girone. La manovra offensiva è risultata essere più efficace, non soltanto come occasioni create (75), ma anche come concretezza in relazione ai tiri in porta (34,48 %). Un’Inter che ha quindi raccolto gli stessi punti segnando di più ma difendendo in modo meno impeccabile rispetto alla passata stagione, anche a causa dei problemi già riscontrati in precedenza con la difesa a 3 del tecnico leccese.

L’esito è risultato lo stesso per il Club meneghino, che si è dovuto scontrare con i suoi fantasmi ricorrenti delle partite decisive degli ultimi anni. Nemmeno Antonio Conte, con il suo curriculum e la sua esperienza, è riuscito a colmare i problemi dell’Inter, che tra le altre cose ha dovuto fare i conti con le assenze di Sensi e Barella, che hanno portato ad un indebolimento abbastanza importante a centrocampo con Borja Valero e Vecino, che si sono dimostrati inadeguati per lasciare un segno importante in questo appuntamento.

L’Inter ha dovuto fare i conti con lo spettro dell’ultima partita in Champions League, ma con due scenari diametralmente opposti: mentre l’Inter di Spalletti, dopo il pareggio di Icardi, era apparsa rinunciataria, quella di Conte non si è persa d’animo, andando alla costante ricerca del gol vittoria, una ricerca vanificata dagli errori sotto porta di Lukaku (oltrettutto autore del momentaneo pareggio). A nulla è servito il costante assalto nerazzurro, anche questa volta la mancanza di lucidità è stata fatale per la compagine nerazzurra, con parecchie occasioni sbagliate.

In entrambe le eliminazioni, inoltre, l’Inter ha avuto evidenti responsabilità per le sfide precedenti a quella di stasera, con una partita davvero disastrosa in casa contro lo Slavia Praga, una squadra ostica che, benché i soli due punti conquistati nel girone, ha saputo mettere in seria difficoltà gli interisti, che hanno conquistato un pareggio rocambolesco nel finale di partita, con Barella. In seguito a questa partita, l’Inter ha sempre organizzato il suo calcio aggressivo, con un pressing asfissiante, uscendo sconfitta a testa alta contro il Barcellona, vincendo con grandi meriti all’andata contro il Borussia Dortmund, venendo rimontato dal ritorno contro i gialloneri da 0 a 2 a 3 a 2, sconfiggendo lo Slavia Praga per 3 a 1 con una delle migliori prestazioni collettive della stagione. Ed infine il Barcellona ha messo la pietra tombale sulla qualificazione agli ottavi, non soltanto a causa delle occasioni divorate, ma anche a causa di un sistema di gioco spesso deficitario per quanto riguarda il consumo delle energie fisiche e che nel finale è costato caro in termini di lucidità, col gol dell’astro nascente Ansu Fati.

Un’Inter che per quattro volte è passata in vantaggio nelle varie partite disputate, vincendone due (contro il Borussia Dortmund all’andata e contro lo Slavia Praga al ritorno) e perdendone altrettante (contro il Barcellona all’andata e contro il Borussia Dortmund al ritorno), un miglioramento significativo dal punto di vista dei risultati se si considera che l’Inter di Spalletti, invece, partiva sempre in situazioni di svantaggio nel girone. Nelle due occasioni in cui l’Inter ha preso per prima il gol (Slavia Praga all’andata e, per l’appunto, il Barcellona al ritorno) non è riuscita ad imporre il suo gioco con la giusta lucidità mentale, pareggiando con il rotto della cuffia contro i cechi e perdendo in casa contro il Barcellona in seguito alla moltitudine di occasioni sbagliate. Una partita in cui il solo da premiare unilateralmente, dopo un pacchetto prestazionale davvero memorabile, è Lautaro Martinez, autore di 5 gol in 6 partite nella massima competizione europea, a dimostrazione di essere il miglior giocatore stagionale dell’Inter in questo momento. In questo momento, più di ogni altro giocatore, lui è l’Inter.

Un’Inter, quella di Conte, che ha sicuramente guadagnato e non poco dal punto di vista offensivo, ma che ha perso e non pochi colpi dal punto di vista difensivo, con un Godin ormai avanzato negli anni che ha commesso un errore sciagurato nel gol dell’1 a 0 Carles Perez. Ma non solo, la difesa dell’Inter, nei timidi assalti di un Barcellona ormai conscio del girone ormai passato da primo in classifica, ha mostrato i suoi limiti che già nelle precedenti uscite erano apparsi abbastanza evidenti con la difesa a 3 di Antonio Conte.

L’Inter esce dunque sconfitta a San Siro contro il Barcellona, per 2 a 1. Un Barcellona che con grande personalità, tranquillità e lucidità ha schierato la maggior parte delle riserve, amministrando la partita e portandosela a casa, arrotondando un primato già consolidato. Nemmeno Antonio Conte è riuscito a realizzare questo salto per la società nerazzurra, con il mister leccese che incappa nell’ennesima Champions League deludente della sua carriera, uscendo per la seconda volta dal girone dopo che nella stagione 2013-2014, quando era alla guida della Juventus, uscì contro Real Madrid, Copenaghen e Galatasaray con una sola vittoria all’attivo nelle sei partite.

L’Inter ora dovrà disputare l’Europa League, per la seconda volta consecutiva, e chissà se Antonio Conte e i suoi uomini riusciranno a riscattare questa cocente delusione, l’ennesima in ambito internazionale per i nerazzurri dai tempi del Treble.

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