Champions League

Champions League 2019/2020: il Napoli tiene testa al Barcellona, ritorno aperto

Napoli 2018/2019 - Foto Roberto Dell'Olivo

Napoli-Barcellona è già annunciata come una sfida abbastanza particolare, nonostante il divario evidente di blasone e di esperienza delle due compagini: infatti, appena approdata nella città partenopea, ha fatto largo uso delle storie Instagram dei social blaugrana per mostrare l’atmosfera calorosa della città campana, in attimi in cui non si sono sciupati gli inevitabili confronti tra Messi e Maradona, tesori inestimabili della storia del calcio.

Il Barcellona arriva a Napoli col tentativo di rialzare la testa, di nuovo, dopo numerose annate fallimentari in ambito internazionale che l’hanno visto rimediare ripetute umiliazioni, tra le quali figurano indubbiamente quelle dell’Olimpico di Roma nel 2018 e di Anfield nella passata stagione. La stagione del Barcellona, però, non è delle migliori, a causa dell’emergenza degli infortuni, che ha costretto i blaugrana a privarsi di Suarez e Dembelé e a correre ai ripari nel mercato invernale, acquistando Braithwate dal Leganes, oltre che presentare in maniera evidente un problema che negli ultimi anni la dirigenza non è mai riuscita fino in fondo a risolvere, ovvero il ricambio generazionale che ormai è diventato una necessità impellente e che ha portato il Barcellona a perdere non poche risorse dal punto di vista della costruzione del gioco, un problema che nemmeno Setien sembra in grado di risolvere, dopo la lunga e difficile gestione di Valverde. A dimostrazione di questo fatto, vi sono le Heat Maps di Messi in questa stagione, che arrivano, nelle aree rosse, a coprire di fatto tutta la linea mediana, a dimostrazione di come la Pulce abbia di fatto preso le redini di un centrocampo condizionato dal calo fisico di Busquets e che spesso fatica ad impostare il gioco. Di conseguenza, in questa stagione si sta assistendo ad un Messi tuttofare, instancabile, che ha già timbrato 23 gol e 15 assist in 27 partite in tutte le competizioni stagionali dei blaugrana.

Il Napoli invece, ormai sotto la guida di Gennaro Gattuso da due mesi e mezzo, dopo una difficile partenza che ha portato i partenopei ad una vittoria molto rocambolesca a Sassuolo in mezzo ad altri risultati non proprio eccellenti, ha trovato una nuova quadra a centrocampo. Infatti, gli acquisti di Lobotka e Demme non solo hanno garantito una maggior copertura al reparto (passato da 4 a 6 interpreti), ma con l’ex Lipsia hanno restituito al Napoli un regista che mancava dai tempi di Jorginho (se si esclude la prima metà di stagione con Hamsik adattato a questo compito). Un Napoli che ha una nuova pelle e che, a causa di una difficile rincorsa all’Atalanta in campionato, cerca di sfruttare il meglio delle sue risorse nelle competizioni ad eliminazione diretta, in cui sono stati conseguiti i migliori risultati di una stagione molto complicata.

Il Barcellona si schiera con il suo classico 4-3-3, con Ter Stegen in porta, Semedo, Piqué, Umtiti e Firpo nella retroguardia, Rakitic, Busquets e De Jong a centrocampo e infine tridente improvvisato con Griezmann e Vidal sulla fascia e Messi centravanti. Il Napoli risponde, con un 4-1-4-1, schierando Ospina in porta, Di Lorenzo, Manolas, Maksimovic e Mario Rui, Demme in linea mesiana, Fabian Ruiz, e Zielinski a centrocampo affiancati da Callejon e Insigne sulle fasce e Mertens come terminale offensivo.

La partita viene preannunciata dal boato assordante del San Paolo a conclusione dell’inno della Champions League, in un’atmosfera dal calore intenso della città di Napoli. La partita inizia e ad avere il pallino del gioco è teoricamente il Barcellona, che orchestra il suo solito possesso palla, che però nel primo tempo appare decisamente sterile non soltanto a causa della mancanza di spunti individuali e di movimenti sincronizzati tra i reparti, ma anche a causa della fase difensiva encomiabile del Napoli. Un Napoli decisamente compatto che copre ogni spazio e che, in una partita molto bloccata, sfrutta il primo errore del Barcellona, quando Zielinski soffia la palla a Firpo e serve Mertens al limite dell’area di rigore, in una mattonella equivalente ad un calcio di rigore per un giocatore che ha questi colpi nel suo repertorio e che può segnare un gol storico per il Napoli. Infatti, con questo gol Dries Mertens arriva a quota 121, agganciando Marek Hamsik nella classifica marcatori all-time del Napoli. Il Barcellona nel primo tempo è del tutto imbrigliato dai reparti serrati e compatti del Napoli, che però rischia in uscita a causa dei notevoli limiti di Ospina in questo fondamentale.

Nel secondo tempo, dopo l’ammonizione rimediata da Busquets che priverà i blaugrana del suo mediano per antonomasia, Seiten si gioca la carta Arthur, per velocizzare considerevolmente il palleggio che fino a quel momento è castrato da un Rakitic non particolarmente in forma. Questa scelta porta il Barcellona al gol al minuto 57, quando Busquets imbuca per Semedo, perso in malo modo da Mario Rui, che deve solo appoggiare a Griezmann per il più comodo degli assist. Il Napoli non si arrende, dovendo però privarsi di Mertens per Milik prima del pareggio blaugrana, e sfiora il gol prima con Insigne (splendida la sua discesa sulla fascia sinistra) e successivamente con Callejon a tu per tu con Ter Stegen, che si rivela doppiamente provvidenziale in queste due occasioni partenopee. A governare il centrocampo è senza dubbio Zielinski, mentre i cambi del Napoli, Politano per Callejon e Allan per Demme, portano a pochi frutti, a causa della poca incisività del primo e delle imprecisioni del secondo. Nel secondo tempo, Messi sale maggiormente in cattedra, cercando insistentemente la giocata ma non riuscendo a segnare un gol in trasferta nella fase ad eliminazione diretta della Champions League che gli manca da due anni.

La partita finisce con un’altra tegola per il Barcellona, l’espulsione di Vidal che ha una reazione rabbiosa contro Mario Rui e lascia in dieci la sua squadra nei minuti finali, in cui per i blaugrana si teme pure per Piqué per quel problema alla gamba che ha fatto allungare la partita dai cinque ai sei minuti di recupero.

Finisce la partita e sia il Napoli che il Barcellona si ritrovano di fronte ad una pratica tutto che chiusa in quanto la foga del Napoli potrà contrastare un Barcellona ulteriormente colpito dalle assenze nei vari reparti, in un ottavo di Champions League ancora una volta colmo di fascino e che regala momenti importanti per la più importante vetrina internazionale per Club.

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