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Calcio, Sticchi Damiani su Lecce-Atalanta: “Non bisognava aprirla ai bergamaschi”

Lo stadio Via del Mare di Lecce - Foto La Cara Salma - CC BY-SA 3.0

Il presidente del Lecce Saverio Sticchi Damiani ha parlato a Rai Sport della sua esperienza alla guida della società salentina, rilanciando le ambizioni per il futuro. Non mancano ovviamente le allusioni all’emergenza coronavirus che sta sconvolgendo l’intero globo e il mondo dello sport: “Stavamo vivendo una bellissima favola e all’improvviso l’interruttore si è spento per un problema gigantesco, più grande di tutti noi, che ha spostato completamente la nostra attenzione dal calcio ad argomenti più importanti”. Di seguito le dichiarazioni complete del numero uno dei salentini:

SULLA RIPRESA DEL CAMPIONATO – “Bisogna usare la ragione. Se il campionato finisse ora, il Lecce non credo sarebbe in Serie B. Gravina ha detto che la B potrebbe esprimere due sole promozioni se tutto si interrompesse. Quindi credo che saremmo salvi. Però pur consapevole di questo, la mia posizione è che se si può giocare si deve riprendere, nei tempo e con le cautele del caso, perché il sistema calcio ne ha bisogno per non andare completamente in crisi. Anche se so che giocando rischio più di retrocedere che se non fermassimo tutto ora”.

SULLA CRISTALLIZZAZIONE DEL TORNEO – “Il campionato deve ancora esprimere i suoi verdetti più importanti. Se dovesse essere interrotto non potrebbe. Mi rendo conto che il compito di Gravina non sarà semplice. Bisognerà decidere se allargare l’organico o forzare la mano e decidere a tutti i costi. Sono per la cristallizzazione del torneo, che non può dare verdetti. A gennaio abbiamo fatto enormi sacrifici per fare un girone di ritorno importante, lo stavamo facendo e all’improvviso siamo stati costretti a fermarci. Una retrocessione significherebbe vanificare tutto, sarebbe una punizione abnorme rispetto a un avvenimento accidentale”.

SUL TAGLIO STIPENDIPreferisco aspettare per capire meglio gli scenari. Se si tratterà di interruzione definitiva o di sola sospensione fino a maggio-giugno. Perché i due scenari cambiano completamente la trattativa con i calciatori per gli stipendi. Spero che venga condotta da tutti secondo buon senso perché il danno subito dalle società è superabile con grande difficoltà solo se si trova un accordo molto ragionevole con i calciatori. Se loro non capiscono il dramma che vive il calcio e le loro società e non fanno passi in avanti determinerebbero una vera crisi nel calcio. Tutti dobbiamo collaborare”.

SU LECCE-ATALANTA“Fu una partita che ci ha lasciato molto perplessi. In quel momento, non rendersi conto che, disputata a porte aperte, con la presenza dei tifosi atalantini – che abbraccio perché appartengono a un territorio che soffre – era un atto di pura irresponsabilità. Quando il martedì siamo stati costretti a mettere online i biglietti per i tifosi ospiti abbiamo scritto a tutte le istituzioni ribadendo la necessità di riflettere. Abbiamo temporeggiato anche un paio di giorni prima di metterli online, sperando venisse un segnale scritto, una risposta. Per noi andava ripensata l’apertura ai tifosi atalantini, ma purtroppo non è arrivata una risposta. Poi è accaduto qualche caso a Lecce proprio per i contagi avvenuti proprio con quel focolaio. Una vicenda gestita molto male”.

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