Calcio estero

Rio Ferdinand ricorda un volo da incubo con la nazionale: “Piangevamo disperati, eravamo sicuri che saremmo morti”

Ci sono trasferte destinate a passare alla storia in negativo. Dal Grande Torino alla Chapecoense, passando per il Manchester United di Busby. Nomi e squadre che riportano ad aerei distrutti e a vite spezzate. Un disastro che poteva accadere anche all’Inghilterra del 2006.

Rio Ferdinand, all’epoca aveva 28 anni, era all’apice della carriera e veniva considerato dai più uno dei migliori difensori centrali dell’intero panorama mondiale. L’ex difensore del Manchester United, in un’intervista al Sun, ricorda quel volo del 2006 che nessuno dimenticherà facilmente.

La Nazionale dei Tre Leoni sta rientrando dalla Germania, dov’è appena stata eliminata ai quarti di finale dei Mondiali 2006 per mano del Portogallo. In teoria si tratterebbe di un volo breve e rilassante, nonostante la cocente sconfitta. In pratica invece è stato un incubo. “Il peggior volo che si possa immaginare. Abbiamo beccato un tempo terrbile e pensavamo tutti che saremmo morti. Piangevamo disperati. Io ero seduto accanto a Rooney e a Gerrard con le loro mogli e tutti quanti urlavano. Erano turbolenze mai viste prima. Una cosa assurda. I bagagli volavano e le persone venivano sballottolate, nessuno capiva cosa stesse succedendo”.

Per chi gioca a livello internazionale, i voli in aereo sono un’abitudine ormai consolidata. Si viaggia in continuazione, spesso da una parte all’altra del continente per raggiungere città e stadi più o meno celebri. La testimonianza di uno come Ferdinand, mai banale, e soprattutto con tutti quei viaggi alle spalle, è davvero sbalorditiva, tanto che anche lui, ad un certo punto, ha temuto il peggio. “Sì, ho pensato che fosse la fine. Specialmente perché ho guardato in faccia le hostess. Puoi sempre cercare di capire quanto sia grave la situazione dalle loro espressioni; quindi ho dato loro uno sguardo e le ho viste sedute al loro posto, impietrite. Stavano evidentemente pensando ‘c****, siamo fregati’. Di solito sono molto calmo in situazioni del genere, ma dopo aver visto i loro sguardi, sono andato nel panico”.

Alla fine però, tutto è bene quel che finisce bene. Il volo, nonostante gli imprevisti sobbalzi, atterra in Inghilterra e tutti, dopo il grande spavento, possono finalmente tirare un sospiro di sollievo lungo quanto il volo. Lo tira anche il calcio, che ha rischiato di perdere un’altra generazione dorata inglese.

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