Calcio estero

Il Liverpool a capo della rivolta inglese contro le tv

Anfield Road Liverpool - Foto Ivan PC CC-BY-SA 2.0

Il Liverpool è alla guida di un gruppo di club inglesi contrari alla restituzione di parte dell’ultima rata, che è stata pagata dalle televisioni che detengono i diritti di trasmissione della Premier League (Sky, BT Sports e Amazon) e che ora vogliono uno sconto sugli accordi sottoscritti in precedenza rispetto alla pandemia di COVID-19. In poche parole, le tv vogliono un rimborso di 330 milioni di sterline, l’equivalente di 370 milioni di euro, e i club non hanno intenzione di accordargli lo sconto. Tale sconto deriverebbe del mancato compimento degli obblighi contrattuali in seguito alla sospensione del calcio in Inghilterra a metà dello scorso marzo. Le emittenti sostengono che, se si riprenderà il resto della stagione dovrà essere giocato a porte chiuse, il valore del prodotto per cui molti hanno pagato verrà svalutato, così come si è svalutato il calcio inglese. Quindi, società come il Liverpool e il Tottenham dovranno rinunciare a circa 34 milioni di euro, a fronte degli 11 milioni che pagheranno i club in fondo alla classifica. Il presidente dei Reds, Tom Werner ha già espresso chiaramente la sua contrarietà non solo per la disparità di denaro, ma soprattutto per le ragioni delle tv, nonostante l’invito a trovare un compromesso ricevuto dal direttore delle operazioni televisive della Premier, Paul Molnar. Secondo quanto riporta il Guardian, la restituzione potrà essere pagata nel giro di due anni e finirà per finanziare un fondo a disposizione dei club in difficoltà economica a causa dell’emergenza di COVID-19.

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