Calcio estero

Effetto Conte: il tecnico italiano ha rivoluzionato anche il Tottenham

Antonio Conte
Antonio Conte - Foto Sky

Un finale di stagione stupendo per Antonio Conte, terminato con l’entrata nella Hall of Fame del calcio italiano, il giorno successivo alla qualificazione in Champions League con il Tottenham. Un’impresa che sembrava impossibile il giorno del suo arrivo al posto di Nuno Espirito Santo, esonerato dopo la sconfitta per 3-0 contro il Manchester United e i 15 punti centrati nelle prime 10 partite. Un nono posto parziale, la sensazione di una squadra in disarmo, con Kane rimasto controvoglia e tanti tasselli mancanti. Invece è bastato l’avvento del tecnico pugliese per cambiare le sorti di una stagione in cui ha collezionato, nelle restanti 28 partite di Premier Leagure, un totale di 56 punti, per una perfetta media di 2 punti a partita. Ha saputo rivitalizzare Harry Kane, portare sul trono dei bomber – al pari di Mohamed Salah – Heung-min Son con 23 gol, scegliere bene nel mercato invernale soprattutto con l’innesto di Dejan Kulusevski, vero protagonista della seconda parte di campionato con 5 gol e 8 assist. Una media gol fatti passati da 0,9 a 2,1 per match, mentre quella delle reti subite è scesa da 1,6 a 0,9, sintomo di come Conte abbia lavorato bene in entrambe le fasi di gioco.

Poi il gioiello finale, quando tutto sembrava impossibile. A tre giornate dalla fine gli Spurs erano a -4 dal quarto posto prima dello scontro diretto con i rivali storici dell’Arsenal. Per i Gunners un match point, fallito amaramente per lo strapotere del Tottenham, capace di imporsi con un netto 3-0. C’era ancora un punto da difendere, e dopo il successo nel recupero contro il Burnely, l’inaspettato tonfo dei ragazzi di Arteta a Newcastle ha permesso a Lloris e compagni di avere il destino nelle proprie mani, nell’ultima di campionato contro il fanalino di coda Norwich. Bastava un pari, è arrivato un netto 0-5 che ha riportato la società del presidente Levy nella massima competizione internazionale, ma restando ancora a digiuno di trofei, una circostanza successa poche volte nella carriera dell’ex Juventus e Inter che già dall’anno prossimo farà di tutto per riportare a Londra un trofeo che manca ormai dal 2008.

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