Calcio estero

Bonucci-de Vrij, se i fischi fanno paura: Allegri segue Spalletti

Leonardo Bonucci - Foto Antonio Fraioli

Si tratta di una delle regole non scritte più antiche del mondo del calcio. Nel 1934 quando Attilio Ferraris IV, primo capitano della Roma, scese in campo al derby con la maglia della Lazio, sua nuova squadra, il pubblico giallorosso lo accolse con fischi, rimproveri e insulti: “Venduto, venduto”, urlarono i romanisti; “Comprato, comprato”, risposero gli ironici biancocelesti. Pochi anni dopo Ferraris IV tornò a vestire con amore la maglia della Roma e ancora oggi i tifosi ricordano con affetto il primo a vestire la fascia che sarà di Totti. Difficilmente ci sarà un lieto fine però per Stefan de Vrij e Leonardo Bonucci: il primo ha lasciato la Lazio per vestire la maglia dell’Inter, non una nemica in senso stretto visto l’amicizia tra le due curve ma una rivale per la Champions League nel 2017-18. Discorso diverso per Leonardo Bonucci protagonista di una parentesi al Milan nel bel mezzo della sua storia d’amore con la Juventus. Un’aggravante a testa: il rigore procurato nel match clou per la Champions per l’olandese, la fascia da capitano indossata nel corso di una stagione sfortunata per l’azzurro. Nel giro di due settimane le storie dei due difensori centrali sono state accomunate da un reciproco trattamento dei rispettivi allenatori: in occasione dell’incrocio con l’ex squadra di turno, Spalletti prima e Allegri poi hanno deciso di risparmiare dal boato di fischi i due giocatori. C’è chi ha reagito col silenzio (de Vrij) e chi protestando davanti alle telecamere (Bonucci). “Sono sorpreso, avrei voluto giocare”, ha spiegato il centrale italiano che si è soffermato su quanto i fischi lo carichino in campo. Ma Allegri non deve essersi fidato della freddezza dell’azzurro e gli ha preferito Benatia dal primo minuto. “De Vrij è un ragazzo emotivo e non volevo esporlo ai fischi”, ha spiegato invece Spalletti giustificando la sua scelta toccando il tasto dell’emotività dell’ex Lazio.

La decisione dei due allenatori ha spiazzato addetti ai lavori e tifosi. Effettivamente nella storia è difficile trovare precedenti simili. L’orientamento predominante è stato in realtà puntare sulla capacità del professionista di turno di resistere alla pressione di una vecchia piazza. Josè Altafini divenne ‘Core ‘ngrato’ dopo un suo gol da ex al Napoli con la maglia della Juventus. Appellativi più pesanti furono utilizzati dalla calda piazza partenopea per Gonzalo Higuain, autore di cinque gol in sette partite contro il Napoli. Si può obiettare che la situazione può essere diversa per il difensore centrale, ultimo baluardo prima della porta, primo fulcro dell’azione manovrata. Eppure lo stesso Bonucci nella scorsa stagione dimostrò di non soffrire i fischi firmando anche un gol, con tanto di esultanza polemica, all’Allianz Stadium contro la Juventus. Spalletti e Allegri tracciano la strada, una tendenza che sta prendendo piede in Italia e potrebbe farlo in Europa. Per il momento non certo in Sudamerica: Lucas Pratto, ex del Boca e ora al River, è l’autore di uno dei quattro gol alla Bombonera nella partita più calda della stagione.

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