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“Chi sa giocare può stare anche fermo però mi sono dato un termine. Se non arriva la chiamata giusta entro settembre smetto“. Lo dichiara Antonio Cassano nella lunga intervista concessa alla ‘Gazzetta dello Sport’ nell’edizione giornaliera di venerdì 25 agosto. Fantantonio è ancora in cerca della sua prossima avventura dopo aver fermato la sua preparazione con il Verona ma se la chiamata “giusta” non dovesse arrivare entro settembre potrebbe dare l’addio definitivo al calcio.
Per Cassano, però, ci sono due offerte sul tavolo: “Sono senza agente: chi mi vorrà saprà come contattarmi. Per adesso ci sono Entella o Cagliari, nient’altro. Con Gozzi ho un rapporto che va al di là del calcio. A gennaio c’era stata una stretta di mano però poi non me la sono sentita di andare in B. L’ho spiegato anche a lui, mi ha capito. E lo ringrazio. Ora sono pronto: portare in A l’Entella diventerebbe il mio sogno. A Cagliari invece ritroverei Tibaudi, il mio preparatore storico: lui sa come allenarmi. E poi io amo la Sardegna e la sua gente, ci vado in vacanza ogni anno. Con Giulini c’è stima e simpatia reciproca“. Sulla breve avventura a Verona: “Non era scattata la scintilla. Dopo 34 giorni ho detto a Pecchia che volevo andare via, mi sentivo come un pesce fuor d’acqua: tutti giovani, non era l’ambiente ideale per me e ho preferito lasciare subito e non a campionato iniziato. E non è un problema fisico: in 15 giorni avevo perso 7 chili. Basta chiedere al Verona: i risultati dei test sono lì“. Infine chiude dicendo: “Non ho mai preteso di dare insegnamenti morali ai giovani ma verrò ricordato come un grande calciatore, ne so no certo”.