Calcio Giovanile

Tiribocchi, la lettera al figlio: “Ti danno trentamila euro per far giocare i ragazzi”

Chievo Verona, stadio Bentegodi

Una lettera al figlio, a metà tra uno sfogo e un’amara riflessione su quanto accade nei settori giovanili: Simone Tiribocchi, ex attaccante di molte squadre di Serie A, e oggi vice allenatore della Primavera del Chievo, scrive al proprio bambino di cinque anni a cuore aperto e denunciando qualcosa che tra allievi ed esordienti è all’ordine del giorno: “Ti danno trentamila euro per far giocare i ragazzi”.

Tiribocchi spiega: “Mio figlio ha cinque anni, l’anno prossimo lo vorrei portare in qualche scuola calcio per iniziare. Mi dice sempre: ‘Papà voglio giocare a calcio’. Io invece lo porto nella natura a pescare. Sinceramente l’unico motivo per cui vorrei che facesse questo mestiere è per i benefici economici, ma se penso al calcio di oggi, per il bene che gli voglio sarebbe meglio stesse alla larga da questo ambiente di m…”

La lettera continua e diventa dura nei confronti dei dirigenti dei club italiani: “Oggigiorno le società per risparmiare prendono allenatori che lo fanno per hobby o come secondo lavoro… Le società cercano solo i risultati. Arrivano dei procuratori, anche negli Allievi, ti dicono “questo mio ragazzo deve giocare” e ti danno 30.000 euro. O alcuni allenatori che pagano 40.000 euro per essere assunti. Poi ci si chiede come mai l’Italia non va ai Mondiali. Cari presidenti e dirigenti, non cadete dal pero. Tutti sanno che nelle giovanili c’è gente che paga per allenare o giocare e nessuno fa nulla”.

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