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NBA Finals 2019: ruggiscono Siakam e Gasol, gara-1 è dei Toronto Raptors

Pascal Siakam, Toronto Raptors 2018-2019 - Foto profilo FB Toronto Raptors

Questa notte si è giocata gara-1 delle finali NBA 2019 tra Toronto Raptors e Golden State Warriors. Gli uomini di coach Nurse vincono e convincono in un primo atto dove ci si aspettava peccassero d’inesperienza: è tuttavia Pascal Siakam, il più giovane di tutti, a dominare la partita con 32 punti e un inspiegabile 14 su 17 dal campo. Da menzionare anche i 23 punti di un Leonard costantemente raddoppiato e i 20 di un Gasol stratosferico in difesa. Ai Warriors, quasi sempre stati sotto nel punteggio, non bastano i 34 punti di Stephen Curry; da segnalare verso la fine della gara l’infortunio di Andre Iguodala, costretto a uscire zoppicando per motivi ancora sospetti dopo una ricaduta.

I RISULTATI

IL TABELLONE

 

Toronto Raptors-Golden State Warriors 118-109 (Raptors in vantaggio 1-0, HIGHLIGHTS)

A Pascal Siakam sono bastati i primi 40 minuti in carriera sul parquet in una finale NBA per entrare di diritto nella storia dell’atto conclusivo più suggestivo e spettacolare della stagione: è lui l’eroe di gara-1 in casa Raptors, davanti ai quasi 20.000 spettatori di Toronto, alle migliaia di Jurassic Park fuori dall’arena e ai milioni di canadesi che hanno tifato con trasporto davanti la TV. Il numero 43 dei Raptors è sublime su entrambi i lati del campo, autore di 32 punti con 14 su 17 dal campo, 8 rimbalzi, 5 assist e di ben 11 canestri in fila a cavallo tra il secondo il quarto periodo. Una certezza a cui aggrapparsi quando più conta: in post basso, dall’arco, in avvicinamento, spalle a canestro, anche tirando a casaccio verso il tabellone. Gli dei del basket sono con lui e con Toronto, che per tre quarti resta avanti nonostante Kawhi Leonard non vesta i panni da supereroe: alla sirena finale sono 23 punti, 8 rimbalzi e 5 assist per l’ex Spurs che resta sul parquet 43 minuti, nonostante la brillantezza fisica ormai sia soltanto un ricordo lontano. Il suo +11 di plus/minus è pari soltanto a quello raccolto da Kyle Lowry, che in attacco non trova mai il fondo della retina (tranne quando c’è da mettere la ciliegina sulla torta con la tripla nell’ultimo minuto) ma nella costruzione del gioco e in difesa è decisivo sulle sorti del match. A segnare i suoi canestri ci pensano gli altri due titolari: Marc Gasol, che chiude con 20 punti e 7 rimbalzi la sua prima finale NBA in carriera; Danny Green, che ritrova la mira quando più serve e mette a segno tre canestri pesanti che soffiano il vento nelle vele di Toronto nei momenti cruciali del match. La rotazione canadese è ovviamente ridotta: Serge Ibaka è modesto nell’impatto e Patrick McCaw segna la tripla dell’ex e nulla più; Fred VanVleet lascia invece eccome il segno: 33 minuti sul parquet e 15 punti pesantissimi a gara in corso. Anche per lui il plus/minus dice +11, come Leonard e Lowry. Un sesto uomo di lusso su cui fare affidamento, in una serata perfetta che a Toronto pubblico e squadra difficilmente dimenticheranno.

Golden State incassa un colpo dopo l’altro: a furia di prenderne, tuttavia, soccombe senza riuscire a trovare delle contromisure a Siakam e più in generale a un attacco da 50.6% dal campo. Tanti, troppi canestri concessi a Toronto, che non si volta mai indietro nella ripresa. La reazione Warriors passa tutta dalle mani di Steph Curry, che segna 11 punti nel primo quarto e 34 alla sirena finale con 8 su 18 dal campo: con quattro triple è diventato il primo e unico nella storia NBA ad averne messe 100 a referto alle Finals; uno sforzo che non è bastato a tenere a galla fino alla fine Golden State. Klay Thompson si sveglia tardi, si becca un tecnico che scrive i titoli di coda alla partita e chiude con 21 punti che servono a poco, come la tripla-doppia (10-10-10) di un Draymond Green apparso molto meno incisivo rispetto a quello visto in precedenza in questi playoff. Sarà forse colpa dei nove giorni di pausa che hanno arrugginito i meccanismi o del pubblico canadese che ha fatto di tutto per complicare la partita degli Warriors, ma nonostante Golden State ritrovi DeMarcus Cousins in campo a gara in corso e ben 36 punti complessivi dalla panchina, gli Warriors non hanno mai dato la sensazione di potercela fare. La vittoria è sempre stata saldamente nelle mani dei Raptors, che migliorano così il loro pessimo record raccolto nelle gara-1 ai playoff. I bicampioni in carica invece sono molto preoccupati non solo dal risultato e dalla prestazione, ma anche dall’infortunio di Andre Iguodala nel finale: un canestro al ferro, una ricaduta all’apparenza normale e diventata poi fonte di sofferenza e lamenti per il numero 9 Warriors, uscito quando ormai la sfida era terminata da un pezzo. Un possibile infortunio grave che, se confermato, sarebbe un ulteriore enorme grattacapo per una Golden State già in affanno dopo i primi 48 minuti.

 

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