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NBA All-Star Game 2019: vince ancora il team LeBron, Kevin Durant MVP

LeBron James
LeBron James, Cleveland Cavaliers 2017-2018 - Foto Erik Drost CC BY-SA 2.0

C’è stato sicuramente dello spettacolo in questa partita delle stelle: per la competizione, invece, passare un’altra volta. Il fatto che non ci sia stata competizione non è un dettaglio totalmente scontato: l’All-Star Game dell’anno scorso ci aveva abituato molto bene, con addirittura metà dell’ultimo quarto in cui Team James e Team Curry hanno battagliato, come se fosse una partita vera. Purtroppo quest’anno si è arrivati al quarto quarto con una partita sì non chiusa, ma decisamente indirizzata già nei minuti finali a favore di LeBron&Co. Tutti, come Tranquillo in telecronaca, avevamo il desiderio che i minuti finali si svolgessero in un mix di competizione, spettacolo e agonismo: c’è stato solo lo spettacolo, quello non manca mai per fortuna.
Parte fortissimo Team Giannis, con “The Greek Freak” e il suo compagno ai Bucks Khris Middleton subito protagonisti. Il vantaggio tocca anche i 20 punti (89-109 a 9:30 dalla fine del terzo parziale) ma grazie al tiro da tre (35 su 90) e ai canestri nel quarto decisivo di LeBron James e Kevin Durant, è proprio la squadra della superstar dei Lakers a portarsi a casa la vittoria.

Team LeBron-Team Giannis 178-164

Due schiacciate e un canestro di Giannis Antetokounmpo danno il via alla partita delle stelle 2019, e sono tutti del greco i primi 6 punti della sua squadra, mentre porta la firma di Kawhi Leonard il primo canestro di Team LeBron (suo l’assist). Il capitano, proveniente dai Milwaukee Bucks, marchia a fuoco l’avvio del sessantottesimo All-Star Game, segnando 12 dei primi 19 punti del team che porta il suo nome con un perfetto 6 su 6 dal campo. In una ideale staffetta marchiata Bucks, a raccogliere il testimone dalle mani di Antetokounmpo è il suo compagno all’esordio tra gli All-Star Khris Middleton, che manda a segno tre triple su tre possessi consecutivi accompagnati da altrettanti sorrisi, soprattutto dopo il centro sulla “tabellonata della terza tripla” (è il primo giocatore a far parte di una partita delle stelle dopo essere transitato dalla G League). Se Kevin Durant e Kawhi Leonard sono i giocatori che cercano di tenere in partita Team LeBron, arrivano tutti dagli avversari i volti del primo quarto NBA, perché dopo la coppia dei Bucks è il momento di Dirk Nowitzki, che entra in campo per il suo (“probabilmente ultimo”, ironizza Tranquillo in telecronaca) All-Star Game e manda a bersaglio le prime due triple che chiudono il primo periodo sul 53-37. Il tedesco apre con un altro canestro dall’arco anche il secondo quarto, un quarto che nei minuti finale vede i primi squilli anche del capitano della squadra in maglia nera, LeBron James, che manda a bersaglio sei punti in fila per cercare di tenere a contatto i suoi. Dopo essere stati sotto anche di 18 (62-80), infatti, “King” James e compagni chiudono il primo tempo a -13 (95-82) con quattro giocatori in doppia cifra (Kevin Durant il top scorer della squadra in maglia scura con 13 punti, poi Klay Thompson, LeBron stesso e Kawhi Leonard), mentre dall’altra parte la coppia di Milwaukee la fa da padrone, con 20 punti e 10 su 12 al tiro di Giannis Antetokounmpo ma 17 (con 6 su 8 e cinque triple a segno) anche di Khris Middleton (Paul George è l’unico altro giocatore in doppia cifra a quota 14).

Il secondo tempo regala spettacolo con la rimonta di Team LeBron. Con i tiri da tre punti in rapida successione di James Harden, Klay Thompson (due), Damian Lillard (almeno due metri dietro l’arco) e Bradley Beal, Team LeBron costruisce un parziale di 19-2 che riavvicina le due squadre, fino al -3 per gli “scuri” (118-120 a 4:02 dalla fine del quarto). Ed è proprio la point guard dei Blazers che con altri due canestri dalla lunghissima distanza impatta prima a quota 124 e poi sul possesso successivo a quota 127 la gara, che sul finire del terzo quarto ritorna quindi in perfetto equilibrio; anzi, il terzo periodo, si chiude addirittura con Team LeBron avanti di uno (132-131, grazie a un canestro di Ben Simmons a 39 secondi dalla fine). L’ultimo quarto inizia con due magie di Steph Curry in rapidissima successione: un gioco da 4 punti per il fallo pacchiano di Thompson (che suscita ilarità, dato che mai di Klay e Stephen avevano giocato contro nella loro carriera) e poi un gancio mancino in corsa al tabellone. Forse “geloso” del suo compagno agli Warriors, ma qui avversario, Kevin Durant decide di prendersi il palcoscenico a metà quarto quarto: sono sue due triple che provano a lanciare Team LeBron, cui reagisce ancora un Antetokounmpo che non ci sta e vuole vittoria e premio di MVP (5 punti in fila per lui, che sale a quota 36). L’allungo della squadra in maglia scura, fino alla doppia cifra di vantaggio (168-158), porta però la firma proprio del capitano che gli dà il nome, ovvero il 23 dei Lakers che prima segna da tre in faccia a Joel Embiid e poi va in cielo a raccogliere l’alley oop del suo ex compagno ai Cavs Kyrie Irving.

È l’allungo decisivo, coronato dagli ultimi due canestri, uno da tre, e uno dal mid-range di Kevin Durant, che nel quarto decisivo (in cui segna 11 punti) mette le mani sul premio di MVP: guida alla vittoria Team LeBron con 31 punti e 10 su 15 al tiro compreso un ottimo 6 su 9 dal perimetro. Dei 10 giocatori in doppia cifra nella selezione con la divisa scura, ce ne sono alla fine 20 con 6 su 12 da tre per Klay Thompson e 19 a testa per LeBron James e Kawhi Leonard, mentre dall’altra parte solo la sconfitta nega a un Giannis Antetokounmpo da 31 punti, 11 rimbalzi e 5 assist il titolo di MVP. Con 20 punti a testa, Paul George e Khris Middleton sono i migliori marcatori alle sue spalle, mentre chiude con 17 punti su 23 tiri (e un inusuale 4 su 17 da tre punti) Steph Curry.

Come al solito di poche parole (e anche abbastanza scontate) la superstar dei Golden State Warriors quando è chiamato a ritirare il premio dalle mani del commissioner NBA Adam Silver in mezzo al campo dello Spectrum Center. È il secondo titolo di MVP della partita delle stelle per lui, dopo quello vinto nel 2012 a Orlando (36 punti con 14 su 25 al tiro all’epoca per lui). A chi gli fa notare il tweet di Jamal Crawford, che in rete dichiara come Kevin Durant giochi “a un livello completamente diverso dagli altri”, lui risponde pronto col sorriso: “Sono d’accordo con lui”.

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