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NBA 2018/2019: Harden e Davis senza aggettivi, male Boston e San Antonio

James Harden - Houston Rockets - Official Facebook Page

La notte italiana di martedì 15 gennaio ha visto lo svolgersi di sei partite della regular season NBA 2018/2019. Amato o odiato, quest’anno è una macchina perfetta che sforna punti a ogni allacciata di scarpe: Harden raggiunge 57 punti, altre considerazioni sarebbero superflue. Continua la crisi di risultati per i Boston Celtics, contro i Brooklyn Nets, che sono in forma e belli da guardare. Tony Parker torna a San Antonio, dove si prende sia gli applausi sia la vittoria con i suoi Hornets. Splendida partita tra Pelicans e Clippers: in grande spolvero ovviamente Davis con 46 punti, ma ottimo anche Gallinari con 25 punti e un’ottima serata al tiro.

Memphis Grizzlies-Houston Rockets 94-112

Non poteva non reagire dopo la pessima serata al tiro della scorsa notte: ha reagito, forse anche troppo. Uno stratosferico James Harden mette a referto 57 punti (season-high), di cui 36 nel primo tempo, con 17 su 33 dal campo e 6 su 15 dall’arco, in una partita dove mancava il secondo violino dei Rockets, ovvero Capela. L’MVP regnante estende la serie di partite consecutive con 30 punti a 17 incontri (superato Bryant a 16), ovvero la più lunga dai tempi di Wilt Chamberlain (che raggiunse 65 partite di fila). A dare un minimo di contributo vi sono poi Daniel House con 15 punti e Austin Rivers con 11 punti.
Tra i Grizzlies nessuno riesce a spiccare dal punto di vista realizzativo: i migliori sono Mike Conley e Garrett Temple con 14 punti a testa. Male Gasol con soli 5 punti a referto in quasi 25 minuti.
Dopo un primo tempo da 36 punti di Harden, terminato con un +6 Rockets (48-54), nel terzo quarto Memphis inizia sistematicamente a raddoppiare il Barba, il quale non segna prima di 5:12 dalla fine del periodo, dove si arriva comunque con un +7 Rockets (60-67). Durante l’assenza di punti di Harden sono comunque arrivati 10 punti di Rivers e una tripla da parte di Gerald Green. Puntualmente quando Harden torna a segnare Houston piazza un parziale di 0-11 che la porta sul +16 (60-76) a tre minuti e mezzo dalla fine del terzo quarto. Si entra nell’ultimo periodo con i Rockets in vantaggio di 14 (73-87), dopodiché non c’è mai veramente partita fino alla fine. Il Barba va in panchina a 3:35 dalla fine, prendendosi la standing ovation del Toyota Center.
Harden raggiunge per la quattordicesima volta in questa stagione il quarantello (record di franchigia): è inoltre l’ottava volta che accade nelle ultime undici partite. Terza volta che piazza un cinquantello in stagione, la dodicesima nella sua carriera. Mancava stasera, oltre a Paul e Gordon, anche Capela (fuori dalle 4 alle 6 settimane a causa di una lesione al legamento del pollice): l’avversario non era uno dei più in forma, ma sinceramente è difficile giocare così bene con così poco supporto. Al momento è l’MVP senza se e senza ma: solo una plausibile caduta del record di squadra potrebbe toglierglielo. Il Barba ha tirato stasera 17 liberi, segnandone 15. Vittoria numero 600 in carriera per coach D’Antoni. Giovedì notte partita per Houston in casa contro Brooklyn.
Per quanto riguarda i Grizzlies fuori Kyle Anderson dopo la distorsione alla caviglia sinistra subita domenica notte. Solo due vittorie nelle ultime dieci uscite: l’ottavo seed è lontano tre partite e mezzo, così come sono lontane le prestazioni di qualità di inizio anno. Prossima partita in casa per i Grizzlies, dove se la vedranno contro i Bucks.

Boston Celtics-Brooklyn Nets 102-109

I Nets si rivelano come da pronostico una squadra ostica per tutte, facendo entrare in una mini-crisi i Boston Celtics (privi di Kyrie Irving) con un’altra sconfitta. D’Angelo Russell mette a referto 18 dei suoi 34 punti nel terzo quarto. Jarrett Allen aggiunge 19 punti e 12 rimbalzi, anche il rookie Rodions Kurucs termina con 19 punti. Il migliore dei Celtics è Jayson Tatum con 34 punti (12 su 19 dal campo, 3 su 5 dall’arco) seguito a ruota da Jaylen Brown con 22 punti.
La partita è estremamente equilibrata sia nel primo quarto (25-27) che nel secondo quarto (45-46), senza grandi parziali piazzati o grandi vantaggi da segnalare. Nel terzo quarto, tuttavia, Brooklyn fa esplodere Boston e la partita stessa: 0-15 in un parziale iniziato a 6:57 dalla fine del terzo quarto, con i Celtics che non segnano per tre minuti e mezzo; il principale responsabile del +17 creatosi (59-76) è D’Angelo Russell con tre triple consecutive in pochi minuti. Rozier segna poi un floating jumpshot, il quale sarà però seguito da altri sette punti di fila di Brooklyn. Si entra nel quarto quarto dopo un parziale da parte dei Nets di 21-44 (66-90). Nel quarto quarto a 8:55 dalla fine della partita la partita è sul +27 Brooklyn (70-97), con i tifosi dei Nets cantanti “Kyrie’s leaving!”, forse per aumentare la frustrazione del prodotto di Duke, dopo quella che ha già accumulato dopo la sconfitta della scorsa notte contro Orlando. I Nets trovano comunque il modo di rendersi la vita meno semplice, facendo avvicinare fino al -7 i Celtics (98-105) a 1:28 dalla fine (grazie a 10 punti di Tatum e 10 punti di Brown), ma è ormai troppo tardi per mettere tutto a repentaglio.
Con la squadra dilaniata dagli infortuni, di cui quelli di Napier, Hollis-Jefferson, Dudley e Crabbe, i Nets vincono la nona partita in casa delle ultime dieci disputate: terminano inoltre una streak negativa contro i Celtics, contro i quali non vincevano da 10 partite. Prossima partita per gli uomini di Atkinson giovedì notte al Toyota Center, contro Houston.
Oltre a Irving e al solito Aron Baynes, stanotte out anche Marcus Smart (malattia). Arriva la terza sconfitta consecutiva per i Celtics, tutte in trasferta, dopo quelle contro Miami e Orlando: Boston si trova al quinto seed (25-18), equidistante sia dal quarto di Philadelphia (28-16) che dal sesto di Miami (21-10). La sfida giovedì notte contro Toronto in casa può essere la migliore per scacciare la crisi, ma anche la migliore per prolungarla.

Charlotte Hornets-San Antonio Spurs 108-93

Kemba Walker segna 33 punti in quello che è però un trionfante ritorno di Tony Parker all’AT&T Center, non dal punto di vista della presentazione, ma della vera e propria accoglienza (celebrato da due minuti di video raffiguranti la sua storia NBA, mentre tutto il palazzetto canta: “Tony! Tony!”): per il francese, infatti, solo 8 punti, 4 rimbalzi e 3 assist. Jeremy Lamb e Marvin Williams aggiungono rispettivamente 19 e 11 punti.
Per gli Spurs (privi di Belinelli e Gay) il migliore è LaMarcus Aldridge con una doppia doppia da 28 punti e 10 rimbalzi, a ruota lo segue Derrick White con 18 punti. DeRozan e Bertans concludono entrambi con 14 punti.
Gli Spurs aprono la contesa con un 3-11 di parziale, al quale è seguito un parziale Hornets di 25-7 (grazie a 10 punti di Walker e 9 punti di Lamb): Charlotte raggiunge poi a fine primo quarto un vantaggio di quattro punti (28-24). La partita in sostanza si mantiene equilibrata sia nel secondo quarto (49-43) che nel terzo quarto (76-72), anche se gli Hornets, in entrambi i periodi, si sono fatti rimontare un massimo vantaggio di dieci e undici punti (44-34 e 56-45). Non viene commesso lo stesso errore nel quarto quarto, quando, a 3:42 dalla fine, gli Hornets sono di nuovo a +11 (98-87), grazie a 14 punti combinati tra Parker, Lamb e Walker che chiudono la disputa.
Gli Hornets (20-23) erano reduci tra tre sconfitte consecutive, tuttavia, per il basso ritmo che mantengono Orlando (19-24) e Detroit (18-24), restano momentaneamente all’ottavo seed. Non vincevano a San Antonio da 11 partite, più precisamente dal 15 novembre 2006. Per gli uomini di coach Borrego prossima partita in casa contro Sacramento.
Per quanto riguarda gli Spurs termina la streak di sette partite vinte consecutive in casa. Come già detto fuori Rudy Gay (quinta partita di fila a causa di una slogatura al polso destro) e anche Marco Belinelli (salta la sua seconda partita dopo aver iperesteso il ginocchio domenica sera contro Oklahoma). Giovedì notte gli Spurs volano in Texas, dove sfideranno i Dallas Mavericks.

New Orleans Pelicans-Los Angeles Clippers 121-117

Anthony Davis mette a referto 46 punti e 16 rimbalzi, mentre Julius Randle dà un forte contributo con 27 punti: i due hanno segnato 24 dei 28 punti dei Pelicans nel terzo quarto, dove New Orleans ha raggiunto il massimo vantaggio.
Ottima prestazione di Danilo Gallinari con 25 punti, 8 su 13 al tiro e ben sei triple segnate. Tuttavia è Harrell colui che segna più punti per i Clippers, con 26 punti accompagnati da 10 rimbalzi catturati. Solido Tobias Harris con 7 su 11 dal campo e 5 su 7 dall’arco.
La partita, seppure ad alto punteggio, si mantiene equilibrata nel primo tempo, alla fine del quale di Pelicans sono in vantaggio di tre punti (66-63), soprattutto in virtù di 17 punti di Davis e 15 punti di Randle. Ad inizio terzo quarto i Clippers non segnano per due minuti e mezzo, mentre i Pelicans segnano sette punti. A 4:54 dalla fine del periodo, dopo un tip-in di Davis, i Pelicans raggiungono il vantaggio di 20 punti prima citato (92-72) dopo un parziale di 19-9 siglato da 9 punti di Davis e 6 di Randle. Nel finale del terzo quarto, tuttavia, New Orleans spegne l’interruttore e subisce un parziale di 2-15, nel quale ci sono due triple di Harris e due di Williams. Entrando nel quarto quarto i Clippers sono solo a -6 (94-88). Los Angeles apre il quarto con un parziale di 6-13, culminato da un meraviglioso gioco da 4 punti di Danilo Gallinari dopo una una rimessa con solo 3.7 secondi sul cronometro del possesso, che porta i Clippers in vantaggio di una lunghezza (100-101). Arriva però il controparziale dei Pelicans con un 15-6 firmato dalla triple di Miller, Davis e Jrue Holiday. Nel finale, dopo uno 0 su 2 di Holiday dalla lunetta, Williams segna tre lay-ups consecutivi per i suoi, portandoli sul -2 a 26.5 secondi dalla fine: tuttavia Davis è in seguito infallibile dalla lunetta, chiudendo la pratica.
I Pelicans vincono la serie di regular season contro i Clippers per 2-1. Nikola Mirotic ha giocato solo 17 minuti dopo il ritorno dall’infortunio alla caviglia destra. Hanno ora dinanzi a loro altre tre trasferte contro squadre dell’ovest: la prossima è la più insidiosa, all’Oracle Arena contro i Warriors.
I Clippers (24-19) perdono tre partite di fila per la seconda volta questa stagione: complice la rinascita dei Jazz (24-21), si trovano risucchiati nella lotta per gli ultimi posti per i playoff insieme ad almeno altre sette squadre. Prossima partita per gli uomini di coach Rivers in casa, proprio contro i Jazz.

Tutti i risultati di martedì 15 gennaio

Memphis Grizzlies-Houston Rockets 94-112
Boston Celtics-Brooklyn Nets 102-109
Charlotte Hornets-San Antonio Spurs 108-93
New Orleans Pelicans-Los Angeles Clippers 121-117
Detroit Pistons-Utah Jazz 94-100
Portland Trail Blazers-Sacramento Kings 107-115

 

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