Basket Nba

Nba 2018/2019: Golden State perde Durant e la partita, gli Spurs non sbagliano in casa

Oracle Arena - Foto stevothedevo

La notte italiana tra domenica 10 e lunedì 11 marzo ha visto in scena lo svolgersi di nove partite della regular season NBA 2018/2019. Con la vittoria di questa notte i Sixers acciuffano i Pacers al terzo seed: inutile dire che una vittoria di tale prestigio è coincisa con il ritorno di Joel Embiid. Danno e beffa per i Warriors, che perdono in casa contro i Suns e, probabilmente, perderanno Kevin Durant a causa infortunio per un numero indeterminato di partite. Milwaukee cade all’AT&T Center di San Antonio, dove ormai gli Spurs sono diventati una corazzata (otto vittorie di fila). Basta un James Harden da 20 punti ai Rockets per avere la meglio sui Mavs.

Indiana Pacers-Philadelphia 76ers 89-106

Torna in rotazione Sabonis per i Pacers, torna in quintetto Embiid per i Sixers, che tira sei volte nei primi 4 minuti di gara, ma poi esce tendendosi la schiena, facendo preoccupare i tifosi di Philadelphia. Fa preoccupare anche il caldissimo Bojan Bogdanovic dell’ultimo mese, che mette 7 rapidi punti per portare Indiana davanti. Embiid fortunatamente torna in campo ma a salire di colpi in casa 76ers è Tobias Harris, che inizia a macinare canestri e chiude già con 9 punti un primo quarto in cui Indiana vede i suoi due lunghi, Myles Turner e Domantas Sabonis, collezionare entrambi due falli. Il primo parziale si chiude sul 25-26, ma a inizio secondo quarto Embiid deve nuovamente lasciare il campo, stavolta non per cause fisiche ma perché colleziona il terzo fallo di serata: ne approfitta Indiana, che piazza un 10-2 di parziale firmato dai canestri da due panchinari di coach McMillan come Aaron Holiday e Doug McDermott, che portano i Pacers sul 39-31. Indiana prova a scappare, trovando due canestri consecutivi di Kyle O’Quinn che portano a +14 il margine di vantaggio e scatenano il pubblico di Philadelphia, che accompagna la squadra al time-out tra i fischi. I Sixers reagiscono, piazzano un parziale di 5-16 e tornano a contatto, prima di altri 5 punti consecutivi di Bojan Bogdanovic in chiusura di tempo (fanno 15 per lui all’intervallo) che fissano il punteggio sul 59-51 Pacers. Gli ospiti tirano il 49% dal campo e il 50% da tre punti (4 su 8) e soprattutto hanno già 28 punti dalla panchina, contro i soli 8 dei 76ers.
Indiana segna i primi 3 punti del secondo tempo ma poi subisce un break di 1-9 chiuso da una tripla di JJ Redick che riporta Philadelphia a un solo possesso di distanza. Embiid ha la possibilità di approfittare dell’assenza di Turner e Sabonis, entrambi in panchina con 4 falli, ma commette a sua volta il quarto e costringe coach Brown a toglierlo. Si sbaglia tantissimo e si segna di conseguenza molto poco (11-21 il parziale totale del terzo quarto) ma ispirati da Ben Simmons i padroni di casa riescono a rimettere la testa davanti grazie ai liberi di Joel Embiid e James Ennis: si va all’ultimo mini-riposo sul 70-72 Sixers. Philadelphia inizia il quarto quarto con un parziale di 0-8 che fissa il punteggio sul 70-80. Continuano a essere disastrosi in attacco gli uomini di coach McMillan (2 su 20 a cavallo tra metà terzo periodo e inizio del quarto) e così per Philadelphia è tutto sommato semplice portare a termine la rimonta (dopo essere stati sotto anche di 14 punti) e tornare alla vittoria dopo due KO consecutivi. Proprio Joel Embiid, al ritorno in campo dopo otto gare di assenza, chiude come MVP di serata con 33 punti e 12 rimbalzi ma i Sixers contano altri tre giocatori in doppia cifra, con Tobias Harris a quota 16, Simmons a 15 con 6 su 10 al tiro e Jimmy Butler a 12. Indiana resiste solo un tempo, poi manda a referto la miseria di 30 punti nei secondi 24 minuti e si deve arrendere nonostante i 18 di Bogdanovic e i 14 di Darren Collison.
Philadelphia vince per 3-1 la season-series contro i Pacers. Con questa vittoria c’è stato l’aggancio al terzo seed, che vede entrambe le franchigie appaiate a un record di 42-25. I Sixers ora tra le mura del Wells Fargo Center hanno un record di 26-9 (quarto migliore di lega). Prossima partita: mercoledì notte, in casa contro i Cleveland Cavs.
È il quinto KO nelle ultime sette partite per i Pacers. Tyreke Evans non è stato della partita a causa di malattia. Prossima partita: mercoledì notte, in casa contro i New York Knicks.

Phoenix Suns-Golden State Warriors 115-111

Gli Warriors ogni tanto tendono ad alzare troppo presto le mani dal manubrio e a smettere di giocare quando la gara va ancora conquistata. Ma vista la lunghezza della regular season e il numero di vittorie raccolte negli ultimi anni, difficile dare torto o andare contro i bi-campioni in carica, nonostante il primo posto a Ovest adesso appaia un minimo in pericolo (Denver ha perso un match in più). Golden State infatti incassa contro Phoenix in casa la sesta sconfitta nelle ultime dieci sfide, facendosi rimontare la bellezza di 16 lunghezze di vantaggio (11-27 a 2:58 dal termine del primo quarto) in casa dalla peggior squadra NBA. I Suns sono in ripresa in questi ultimi dieci giorni e in forze nonostante il back-to-back da Portland dai tempi stringenti (negli Stati Uniti ieri è cambiato l’orario, lasciando 60 minuti in meno alla giornata di recupero dei Suns). Devin Booker mette a segno 13 punti consecutivi nel parziale decisivo dell’ultimo quarto, in una partita da 37 in totale, con 13 su 23 al tiro, 8 rimbalzi, 11 assist e una maturità realizzativa da All-Star (prima protagonista del 40-28 di parziale del secondo quarto che rimette in corsa i Suns e poi decisivo quando il pallone ha iniziato a pesare di più). Oltre ai suoi canestri, Phoenix raccoglie anche i 22 punti di Kelly Oubre Jr e i 18 di DeAndre Ayton, mentre dall’altra parte il miglior realizzatore è Klay Thompson, autore di 28 punti nonostante la mano freddina dalla lunga distanza (4 su 15 dall’arco, come Steph Curry). Una vittoria a suo modo storica per i Suns, conquistata nonostante gli sfavori ampiamente giustificati del pronostico: la squadra dell’Arizona veniva mediamente considerata perdente con 17 punti di scarto; Phoenix invece è stata la seconda squadra che nelle ultime 20 stagioni è riuscita a ribaltare un pronostico così schiacciate, assieme ai Los Angeles Lakers che il 6 marzo 2016 riuscirono nell’upset sempre contro gli Warriors. Un segnale in più per non preoccuparsi troppo: in casa Golden State prendersi delle pause (o dei passaggi a vuoto) in vista dei playoff è normale amministrazione. A preoccupare coach Kerr e tutto lo staff tecnico degli Warriors però è la prematura uscita dal campo di Kevin Durant, che a metà quarto periodo ha preso direttamente la via degli spogliatoi dopo una complicata lotta a rimbalzo contro due avversari. KD salta per andarsi a prendere il pallone, ricade male sul piede destro che ruota in maniera innaturale: a quel punto, nonostante la partita in equilibrio (91-91 a sei minuti dalla sirena), nessuno ha pensato di trattenere sul parquet Durant, indicandogli immediatamente la via dello spogliatoio: “Credo che andrà tutto bene”, commenta l’allenatore degli Warriors a fine partita, “È una contusione alla caviglia, ma non penso ci sia qualcosa di particolarmente grave. Ho parlato con lui e mi ha confermato le sensazioni positive”. E a chi parla di possibile esame ai raggi, Kerr risponde con una smorfia sottolineando che potrebbe non essercene bisogno. Un Durant in più invece nel finale avrebbe fatto comodo, autore di 25 punti in 30 minuti con 9 su 17 al tiro e un eloquente +10 di plus/minus in una partita persa in rimonta con i titolari sul parquet. Meglio una sconfitta in più, pur di correre un rischio in meno, nonostante queste siano le ultime partite di regular season alla Oracle Arena. Un palazzetto storico, spesso il motore dei successi degli Warriors, a cui Klay Thompson ha chiesto maggiore partecipazione: “Mi aspetterei un coinvolgimento maggiore o almeno che quando si vede una bella giocata sul parquet, ci si alzi in piedi ad applaudire”. Parole stizzite per chi spera che il proprio pubblico non inizi a dare per scontati dei risultati unici nel loro genere. I Suns tornano a vincere alla Oracle Arena dopo ben 18 sconfitte di fila: l’ultima vittoria era addirittura risalente al 2011. È stata quella di questa notte solo la loro sesta vittoria in 35 gare giocate in trasferta. Ancora out TJ Warren, che salta la sua diciannovesima partita di fila a causa di un dolore alla caviglia destra. Prossima partita: giovedì notte, in casa contro gli Utah Jazz.
Klay Thompson ha giocato la sua gara numero 600 in canotta Warriors: è l’undicesimo giocatore all-time di franchigia per presenze, oltre a essere colui che vanta più presenze ai playoff (102 partite). Prossima partita: giovedì notte, al Toyota Center di Houston.

Milwaukee Bucks-San Antonio Spurs 114-121

Oramai sta diventando una tradizione: almeno una volta al mese, un pipistrello deve fare irruzione sul campo dei San Antonio Spurs e fermare la partita per qualche minuto nel terzo quarto. A differenza di quanto successo a febbraio, però, questa volta la mascotte di casa, sempre vestita da Batman, non è riuscita a catturarlo con il suo retino, con il volatile che si è allontanato verso il tetto dell’AT&T Center senza essere preso. In ogni caso, la cabala è stata rispettata: i padroni di casa sono riusciti a battere la squadra con il miglior record della NBA rimontandole 15 punti di svantaggio (32-17 a 1:48 dal termine del primo quarto), cogliendo il quinto successo in fila e l’ottavo tra le mura amiche. Merito della doppia-doppia da 29 punti e 15 rimbalzi di LaMarcus Aldridge ma anche dei 28 di DeMar DeRozan, dando un po’ di fiducia a una squadra (38-29) che si è riavvicinata al sesto posto occupato dagli Utah Jazz (37-28). Eccellente anche il contributo dalla panchina di Patty Mills e Marco Belinelli, entrambi autori di 16 punti con quattro triple a testa: “Questa serata è stato un grande esempio di comprensione del piano partita, di esecuzione e di fiducia l’uno nell’altro” ha dichiarato un leader dello spogliatoio come Mills. “È stata una delle migliori partite dell’anno per noi in difesa”.
Limitare Giannis Antetokounmpo a “soli” 27 punti, 13 rimbalzi e 6 assist può quasi essere considerato un bel risultato, visto il livello a cui sta giocando la superstar dei Milwaukee Bucks in questa stagione. A limitare gli ospiti, però, è stato soprattutto il calendario: dopo aver battuto Charlotte in casa, la squadra di coach Budenholzer ha dovuto viaggiare di notte perdendo un’ora di sonno attraversando i fusi orari e arrivando in Texas solo alle 4 del mattino, rendendo difficile produrre il massimo sforzo possibile nonostante una partenza sprint da 11-4. “Di sicuro il viaggio non ha aiutato, ma tutto il merito va a loro” ha detto coach Budenholzer sulla squadra che è stata sua per quasi 20 anni. “Hanno giocato meglio di noi e hanno meritato la vittoria. Semplicemente non siamo stati abbastanza bravi”. Ad accompagnare Antetokounmpo ci sono altri cinque giocatori in doppia cifra guidati dai 21 di Eric Bledsoe, il quale durante l’invasione del pipistrello si è rifugiato da Antetokounmpo: “Non riesco a guardare neanche gli scarafaggi o le formiche, figuratevi i pipistrelli” ha detto dopo la gara. “Non capisco perché la mascotte sia un coyote: dovrebbe essere un pipistrello”. Da segnalare anche il video-tributo riservato a Pau Gasol, accolto con grandi applausi da parte del suo ex pubblico e rimasto in campo per poco meno di 15 minuti in cui ha chiuso con 3 punti e 3 rimbalzi con -20 di plus-minus. Quinta vittoria consecutiva per i San Antonio Spurs, più precisamente l’ottava di fila in casa. Assente Rudy Gay, il terzo miglior scorer della squadra, a causa di una malattia. Con i 15 rimbalzi di questa notte LaMarcus Aldridge supera Oscar Robertson alla posizione numero 72 per rimbalzi all-time (7815). Prossima partita: mercoledì notte, allo Smoothie King Center di New Orleans. Non arriva la terza vittoria consecutiva per i Bucks, tantomeno la terza vittoria consecutiva a San Antonio, dove avevano perso l’ultima il 2 dicembre 2015. Scende sul 23-12 il record di partite fuori casa, che rimane comunque il secondo migliore di lega dietro quello dei Warriors (21-11). Prossima partita: mercoledì notte, all’American Airlines Center di Dallas.

Houston Rockets-Dallas Mavericks 94-93

Ogni tanto, anche se molto di rado, anche James Harden può godersi una serata non da protagonista, ma semplicemente da supporting cast, lasciando agli altri il compito di vincere al posto suo. Eric Gordon e Chris Paul hanno raccolto lo scettro e trascinato Houston all’ottavo successo consecutivo che rilancia sempre più le ambizioni dei Rockets terza forza a Ovest. Una vittoria più sofferta del previsto, arrivata grazie alla stoppata di CP3 su Jalen Brunson sulla sirena, quando Dallas ha avuto il pallone per provare a vincerla. Luka Doncic a quel punto ha spinto il contropiede, attirando su di sé ben tre avversari e scaricando il pallone sul compagno libero: Paul però è riuscito a ruotare in anticipo su di lui, stoppandone il tentativo e regalando a Houston il secondo successo stagionale contro Dallas. Alla sirena finale sono 26 punti di Eric Gordon e 20 del Barba (ben 16 al di sotto della sua media stagionale), che dopo 43 partite consecutive termina il match senza essere il miglior realizzatore della sua squadra (seconda striscia più lunga degli ultimi 30 anni, dietro soltanto a quella di 66 partite messa insieme da Michael Jordan con i Chicago Bulls nel 1988). Poco importa, basta aver vinto, mentre dall’altra parte a preoccupare è il ginocchio di Doncic, che ha subito un colpo nel quarto periodo, a margine di un match chiuso con 19 punti, 15 rimbalzi e 9 assist. Sarebbe potuto essere il finale perfetto: canestro di Brunson, vittoria Mavericks, tripla doppia per il rookie sloveno. E invece è arrivata soltanto un’altra sconfitta. Da segnalare anche la prova di Clint Capela, che ha terminato con 17 punti e 12 rimbalzi. Nella stessa posizione della svizzero, sembra vicino il ritorno sia di Faried che di Nene. Prossima partita: martedì notte, in casa contro gli Charlotte Hornets. Con i sei punti di stanotte, Dirk Nowitzki necessita solo di altri 35 punti per superare Wilt Chamberlain al sesto posto all-time per quanto riguarda i punti segnati. Dopo due partite saltate a causa di un problema al ginocchio sinistro, Maxi Kleber ha messo a referto una doppia-doppia da 10 punti e 11 rimbalzi. Prossima partita: mercoledì notte, in casa contro i San Antonio Spurs.

Altre dai campi:

Successo dei Toronto Raptors, che chiudono la striscia di quattro vittorie consecutive dei Miami Heat imponendosi in trasferta con il punteggio di 125-104. La formazione allenata da Nick Nurse, già matematicamente certa di prendere parte ai playoff, costruisce un buon vantaggio nel primo tempo (68-54), amministrando nella ripresa senza rischiare nulla. Kyle Lowry (24 punti e 10 assist) e Pascal Siakam (20 punti) brillano nell’ottima prova corale degli ospiti, che chiudono con otto giocatori in doppia cifra, mentre ai padroni di casa non basta Edrice Adebayo (19 punti).  Quinta vittoria consecutiva per i Detroit Pistons, vincitori sui Chicago Bulls per 108-131 grazie ad un secondo tempo di assoluto valore, dopo una prima metà di gara combattuta. Ottima prestazione del terzetto composto da Blake Griffin (28 punti), Reggie Jackson (21 punti) e Langston Galloway (21 punti), che replica senza difficoltà a Wayne Selden (18 punti). Nelle altre partite successo dei Memphis Grizzlies contro gli Orlando Magic per 97-105 con gli uomini di Bickerstaff trascinati da Mike Conley (26 punti) e Avery Bradley (21 punti), mentre agli ospiti non basta Nikola Vucevic (26 punti e 10 rimbalzi).  Vittoria casalinga anche per gli Atlanta Hawks sui New Orleans Pelicans con il punteggio di 116-128. Kevin Huerter (27 punti) e John Collins (23 punti e 10 rimbalzi) replicano alla coppia composta da Julius Randle (23 punti) e Frank Jackson (23 punti). Nessun problema infine neppure per i Minnesota Timberwolves, vincitori sui New York Knicks per 92-103 grazie all’ottima prova di Taj Gibson (25 punti) e di Jeff Teague (20 punti e 10 assist) e nonostante un ottimo Damyean Dotson (26 punti).

Tutti i risultati della notte tra domenica 10 e lunedì 11

Indiana Pacers-Philadelphia 76ers 89-106
Phoenix Suns-Golden State Warriors 115-111
Milwaukee Bucks-San Antonio Spurs 114-121
Houston Rockets-Dallas Mavericks 94-93
Toronto Raptors-Miami Heat 125-104
Chicago Bulls-Detroit Pistons 108-131
Orlando Magic-Memphis Grizzlies 97-105
New Orleans Pelicans-Atlanta Hawks 116-128
New York Knicks-Minnesota T’Wolves 92-103

SportFace