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NBA 2018/2019: gli Spurs passano anche contro i Warriors, Nowitzki supera Wilt Chamberlain

La notte italiana di martedì 19 marzo ha visto in scena lo svolgersi di nove partite della regular season NBA 2018/2019. Acclamato Isaiah Thomas durante il suo ritorno al TD Garden di Boston, dove i verdi vengono sconfitti dai Denver Nuggets (causa prestazione corale). Gli Spurs per la nona vittoria consecutiva mietono una nuova vittima, ovvero i Golden State Warriors: i mattatori sono come al solito DeRozan (decisivo nel quarto quarto) e LaMarcus Aldridge. OKC cade in casa priva di Westbrook sotto i colpi della panchina degli Heat, in fattispecie di Dragic e Wade. Nella partita in qui Nowitzki supera Chamberlain nella all-time scoring-list Dallas perde in casa all’overtime contro i Pelicans, dove Randle e Payton confermano il loro stato di forma.

Denver Nuggets-Boston Celtics 114-105

Il TD Garden ammira Kyrie Irving (30 punti, 5 rimbalzi, 5 assist e 4 recuperi), regala una lunghissima ovazione all’ex, tanto amato, Isaiah Thomas ma poi vede i propri Celtics uscire sconfitti contro i sempre più caldi Denver Nuggets, che a Boston raccolgono la loro quarta vittoria consecutiva, la prima in trasferta di un viaggio di quattro gare lontano dal Colorado (prossime fermate Washington, New York e Indiana). Con la vittoria sui Celtics la squadra di coach Mike Malone si assicura quel posto ai playoff sfuggitole sempre all’ultima delle 82 partite di regular season nelle passate due stagioni, prima apparizione alla postseason dal 2012-13. Con la contemporanea sconfitta dei Golden State Warriors a San Antonio, poi, Denver raggiunge i campioni NBA in carica in testa alla Western Conference, con un record-fotocopia di 47 vittorie e 22 sconfitte dopo 69 partite. La vittoria sul parquet di Boston porta ancora una volta la firma di Nikola Jokic, autore di 21 punti, 13 rimbalzi e 7 assist con un ottimo 9 su 14 al tiro, cui dà man forte un Will Barton da 20 punti ma anche un Gary Harris da 16 e la consueta doppia-doppia di Paul Millsap, a quota 12 punti più 11 rimbalzi. Le squadre aprono il quarto quarto in perfetto equilibrio sull’80-80, ma un’ultima frazione da 34-25 si rivela decisiva per gli ospiti, che vanno avanti anche di 12 (106-94 a 3:34 dal termine della partita), subiscono un parziale di 0-7 da parte di Boston ma riescono a tamponare la rimonta dei padroni di casa e portare a casa un’importantissima vittoria. Oltre alla grande prestazione di Irving (che parte con 1 su 9 al tiro ma da lì in poi chiude con 9 su 14), i Celtics, senza Gordon Hayward, hanno 20 punti da Al Horford, 13 da Marcus Morris e 10 da Marcus Smart ma non portano neppure un giocatore della panchina in doppia cifra, mentre Denver tra le riserve ha sia Torrey Craig (13) che Monte Morris (11) capaci di contribuire offensivamente. I Nuggets vincono la battaglia a rimbalzi (+14, 51-39) e hanno 18 punti in contropiede (contro i solo 7 di Boston) riuscendo a imporre il loro stile di gioco ai danni dei Celtics, che chiudono la serata tirando sotto il 42% dal campo.
Nikola Jokic ha fatto registrare la sua doppia-doppia numero 39 in stagione. Prossima partita: venerdì notte, alla Capital One Arena di Washington.
Per i Celtics (43-28) arriva la seconda sconfitta nelle ultime 7 gare disputate: si trovano ora a una partita di distanza dal quarto seed dei Pacers (44-27) e a due partite e mezza di distanza dal terzo seed dei Sixers (45-25). Assenti questa notte Gordon Hayward (protocollo a causa di una commozione celebrale) e Robert Williams (malattia). Prossima partita: giovedì notte, al Wells Fargo Center di Philadelphia.

Golden State Warriors-San Antonio Spurs 105-111

Neanche il ritorno in campo di Kevin Durant è in grado di fermare questi San Antonio Spurs. L’arrivo in città dei campioni in carica dei Golden State Warriors infatti non ha interrotto la striscia di successi consecutivi dei texani arrivata a nove, che diventano undici se si considerano solo le gare all’AT&T Center. Merito come sempre della coppia formata da DeMar DeRozan e LaMarcus Aldridge, rispettivamente a quota 26 punti con 9 rimbalzi e 23+13, salendo addirittura al quinto posto nella Western Conference (42-29) con la sconfitta di Oklahoma City (42-29) contro Miami e assicurandosi la ventiduesima stagione consecutiva con un record vincente. Sono tre i giocatori in doppia cifra che accompagnano le due stelle degli Spurs: Rudy Gay con 17 punti in uscita dalla panchina, Derrick White con 12 e Patty Mills con 10, mentre Marco Belinelli si è fermato a 9 con 3 su 6 dal campo e due triple a segno su tre tentativi. È stata una partita in cui gli Spurs hanno guidato praticamente sempre, toccando anche il massimo vantaggio sul +14 (38-52 a 2:37 dall’intervallo) prima di subire la rimonta nel solito terzo quarto da parte degli avversari. Nella frazione finale, però, DeRozan ha fatto la differenza segnando 10 dei suoi 26 punti, sigillando la vittoria con un paio di canestri in sospensione sopra Klay Thompson. Per gli Warriors, privi di DeMarcus Cousins e con Andrew Bogut subito in quintetto, si tratta di una sconfitta dolorosa: la contemporanea vittoria di Denver a Boston, infatti, permette ai Nuggets l’aggancio al primo posto nella Western Conference (47-22), pur mantenendo il tie-breaker a favore dei californiani. A coach Steve Kerr non sono bastati i 25 punti di Steph Curry (autore del canestro da più lontano della stagione NBA sul finire del terzo quarto) e i 24 di Kevin Durant, mentre Klay Thompson si è fermato a 14. I due Splash Brothers hanno cominciato la gara con 0 su 11 al tiro, ma mentre Curry si è ripreso nel terzo quarto, Thompson ha continuato a faticare chiudendo con 5 su 18 dal campo in una gara in cui i campioni in carica hanno tirato con il 33% dalla lunga distanza.
La streak di nove vittorie consecutive degli Spurs è seconda solo a quella dei Warriors con undici vittorie consecutive, realizzata in questa regular season: durante questa streak gli uomini di Pop hanno sconfitto Golden State, Denver, Milwaukee, Oklahoma City, Portland e Detroit. Raggiungendo 18.854 punti nella sua carriera NBA, LaMarcus Aldridge ha superato Glen Rice alla posizione 69 dell’all-time scoring-list. DeMar DeRozan è la prima guardia degli Spurs da Ginobili nel 2011 a segnare 300 liberi in una stagione. Prossima partita: giovedì notte, in casa contro i Miami Heat.
Andrew Bogut mette a referto sette punti e sette rimbalzi nel suo ritorno dopo quattro anni in canotta Warriors. Golden State cade dopo aver inferto una sconfitta con 39 punti di margine agli Spurs durante l’ultimo confronto tra le due squadre, il 6 febbraio scorso all’Oracle Arena. Prossima partita: mercoledì notte, al Target Center di Minneapolis.

Miami Heat-Oklahoma City Thunder 116-107

Basta un solo dato per capire dove è stata fatta la differenza tra Thunder e Heat. Punti dalla panchina di OKC: 10; punti dalla panchina di Miami: 67. Guidati dalla coppia di “riserve” formata da Goran Dragic (26 punti e 11 assist) e Dwyane Wade (25) accompagnati dai 18 di Kelly Olynyk, i Miami Heat hanno colto un successo importantissimo in ottica playoff andando a sbancare uno dei campi più difficili della NBA, approfittando della squalifica di Russell Westbrook per sopraggiunto numero di falli tecnici. Un’assenza che di sicuro non ha aiutato il momento negativo dei Thunder, usciti sconfitti da nove delle ultime 13 partite e ora scivolati fino al sesto posto nella Western Conference (42-27), subendo il sorpasso per mano degli Spurs (42-27). Ai Thunder non sono bastati i 31 punti con 9 rimbalzi di Paul George, i 27+10 di Jerami Grant e i 20 di Dennis Schröder, il cui inserimento in quintetto al posto di Westbrook ha privato la panchina (che già doveva fare a meno di Nerlens Noel) del suo leader. Da segnalare la standing ovation per Dwyane Wade da parte del pubblico di OKC in una delle ultime tappe della sua “One Last Dance”
I Miami Heat (34-36) mantengono saldamente l’ottavo seed ad Est, mantenendosi a una partita di distanza dai Brooklyn Nets settimi (36-36). Erano reduci da sei sconfitte consecutive contro i Thunder. Assenti Justise Winslow per la seconda gara consecutiva (contusione alla coscia destra) e Rodney McGruder (dolore al ginocchio sinistro). Prossima partita: giovedì notte, all’AT&T Center di San Antonio.
Gli uomini di Donovan hanno tirato sotto il 44% dal campo, commettendo 19 palle perse. Come già affermato, Nerlens Noel non è stato della partita a causa di una contusione al quadricipite sinistro. Prossima partita: sabato notte, in casa contro i Toronto Raptors.

New Orleans Pelicans-Dallas Mavericks 129-125 OT

Nella notte in cui Dirk Nowitzki ha fatto la storia superando Wilt Chamberlain nella classifica marcatori ogni epoca, ai Dallas Mavericks è mancata solamente la vittoria per festeggiare al meglio il proprio leader. E dire che a servire il passaggio vincente per il canestro del sorpasso era stato Luka Doncic, autore di una tripla-doppia con 29 punti, 13 rimbalzi e 10 assist in quella che sarebbe stata una perfetta immagine da tramandare ai posteri. Invece a rovinare i piani ci hanno pensato prima il nativo di Dallas Julius Randle (11 dei suoi 30 punti sono arrivati negli ultimi tre minuti e mezzo per forzare il supplementare) e poi Elfrid Payton, arrivato alla sua quinta tripla-doppia consecutiva con 19 punti, 10 rimbalzi e 11 assist. Grazie anche ai 20 di Anthony Davis (rimasto in campo 21 minuti) e i 19 di Frank Jackson, i Pelicans sono riusciti a interrompere una striscia di sei sconfitte consecutive, mentre per i Mavs sono ormai 13 le partite perse nelle ultime 15 gare disputate.
Con questa vittoria i Pelicans (31-42) si avvicinano “pericolosamente” al seed dei Lakers (31-39), superati i quali si avrebbe il 3% di possibilità invece del 4.5% di ottenere la first pick al draft. Prossima partita: giovedì notte, all’Amway Center di Orlando
Da segnalare tra le file dei Mavericks le prestazioni di Tim Hardaway Jr (21 punti) e di Salah Mejri (season-high da 9 punti). Luka Doncic ha segnato almeno 20 punti in 38 gare di regular season: è al momento il secondo rookie nella storia dei Mavs in questa statistica, dietro a Jay Vincent (53 nella regular season 1981/1982). Prossima partita: giovedì notte, al Moda Center di Portland.

Indiana Pacers-Portland Trail Blazers 98-106

Alla prima partita senza poter contare su CJ McCollum, Damian Lillard si è dovuto assumere ancora più responsabilità ed ha risposto presente. I suoi 30 punti con 15 assist sono bastati per costruire un vantaggio arrivato anche sulle 21 lunghezze nel corso del secondo tempo (72-93 a 11:03 dal termine del terzo quarto), propiziato dalla doppia-doppia di Jusuf Nurkic (18+11) per mantenere il quarto posto nella Western Conference. Agli ospiti, arrivati alla sesta sconfitta in fila in trasferta, non è servito il massimo stagionale da 28 punti con 10 rimbalzi di Myles Turner. “Abbiamo sbagliato in certe occasioni, ma continueremo a combattere. Sopra di 19 o sotto di 19, dobbiamo trovare il modo di uscire con delle vittorie in ambienti ostili” ha detto l’ex Wesley Matthews, accolto dagli applausi così come Domantas Sabonis, cresciuto a Portland quando ci giocava papà Arvydas.
Portland è uscita vincente in quattro delle ultime 5 partite disputate. Decima vittoria di fila inferta ai Pacers per quanto riguarda le partite in casa. Nona doppia-doppia in regular season per Damian Lillard. Prossima partita: giovedì notte, in casa contro i Dallas Mavericks.
I Pacers (44-27), rimasti saldamente al terzo seed ad Est per una buona parte di stagione, non solo ultimamente l’hanno perso a causa dei Sixers (45-25), ma rischiano al momento di perdere anche il quarto seed (con annesso fattore campo ai playoff) a causa dei Celtics (43-28). Prossima partita: mercoledì notte, allo Staples Center di Los Angeles (Clippers).

Altre dai campi:

Facile successo, quindi, dei Toronto Raptors (50-21) per 92-128 contro i New York Knicks (14-57). Match che si rivela presto una passeggiata per i canadesi (che fanno riposare Kawhi Leonard e hanno Serge Ibaka squalificato) che chiudono il primo quarto sul 29-38, quindi il primo tempo sul 54-73. In questo modo i titolari (tutti in doppia cifra) con Marc Gasol da 12+11, Kyle Lowry da 15 punti con cinque triple a segno, e Paskal Siakam da 19+8+5, possono riposare negli ultimi minuti.

Gli Utah Jazz (41-29) erano di scena alla Capital One Arena, tana dei Washington Wizards (30-41) e ne escono con un successo sul velluto per 116-95. Match deciso nei primi due quarti dei rispettivi tempi (31-24 e 34-26) con Rudy Gobert da 14+14 e Donovan Mitchell da 19 punti.
Suicidio da parte dei Detroit Pistons (36-34) che erano di scena in casa dei Cleveland Cavaliers (18-53) e, con la sconfitta per 119-126 complicano la loro rincorsa alla migliore posizione nei playoff.
Infine i Phoenix Suns (17-55) sono sempre più ultimi in classifica perdendo in casa 116-101 contro i Chicago Bulls (20-52).

Tutti i risultati di martedì 19 marzo

Denver Nuggets-Boston Celtics 114-105
Golden State Warriors-San Antonio Spurs 105-111
Miami Heat-Oklahoma City Thunder 116-107
New Orleans Pelicans-Dallas Mavericks 129-125 OT
Indiana Pacers-Portland Trail Blazers 98-106
New York Knicks-Toronto Raptors 92-128
Utah Jazz-Washington Wizards 116-95
Detroit Pistons-Cleveland Cavs 119-126
Chicago Bulls-Phoenix Suns 116-101

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