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NBA 2018/2019: Curry da PlayStation, Harden non ha limiti. Riscatto Celtics

James Harden - Foto Keith Allison CC BY-SA 2.0

La notte italiana di mercoledì 17 gennaio ha visto lo svolgersi di otto partite della regular season NBA 2018/2019. Curry e Harden terminano con prestazioni per gli annali da guardare e riguardare, ma hanno destini diversi: il primo prende in spalla i Warriors e li conduce alla vittoria; il secondo guida i Rockets, ma trova davanti a sé un Dinwiddie da favola. I Celtics si riscattano dalle tre sconfitte consecutive con una vittoria di peso contro la (ex) prima della classe ad est. Detroit la spunta all’overtime contro Orlando, a dimostrazione che è stata una notte NBA estremamente divertente.

Toronto Raptors-Boston Celtics 108-117

Dopo aver saltato l’ultima partita a causa di una contusione alla gamba destra, Kyrie Irving trascina i suoi con 27 punti e un career-high di 18 assist, in una sfida complicata e combattuta. Tra i Celtics Al Horford segna 24 punti, mentre Jayson Tatum mette a referto una doppia-doppia da 16 punti e 10 rimbalzi.
Tra le file dei Raptors il solito noto è Kawhi Leonard con 33 punti, mentre c’è una doppia-doppia anche per Ibaka, con 22 punti e 10 rimbalzi.
Leonard segna nove punti nel primo quarto, nel quale Toronto ha aperto con un parziale di 18-7 nei primi 5 minuti di gara. I Celtics riducono lo svantaggio a sei punti per la fine del primo quarto (36-30), per poi iniziare il secondo quarto con un parziale di 2-12 per guadagnare il comando. A 4:26 dalla fine del primo tempo il punteggio è sul 44-46, dopodiché Boston segna 11 dei 13 punti successivi della partita, per guadagnare un vantaggio in doppia cifra a fine primo tempo, grazie anche a un floating jumpshot di Hayward con 0.5 sul cronometro (53-64). Nel secondo quarto i Raptors han segnato solo 17 punti, sbagliando peraltro le nove triple tentate. Il terzo quarto termina con un parziale di 30-23, con il quale Toronto riduce lo svantaggio a -4 (83-87), grazie soprattutto a 11 punti di Ibaka e a 6 punti di Danny Green. Ad inizio quarto quarto i Celtics segnano solo un canestro degli undici tentati, facendo salire Toronto sul +3 (92-89): una tripla di Aron Baynes, che ne ha messe solo 12 questa stagione (anche a causa infortunio), pareggia i discorsi. Toronto conduce 104-100 a 4:22 dalla fine della partita prima che Boston segni 17 dei 19 punti successivi della partita. Tatum ottiene un gioco da tre punti e in seguito insacca una tripla, prima che Toronto pareggi sul 106-106. Il finale della partita è tutto di Irving: segna due canestri consecutivi e assisterà gli ultimi tre dei Celtics, mettendo la partita in ghiaccio. Boston termina la partita con un parziale di 4-17.
Il ritorno di Aron Baynes si fa sentire per i Celtics, soprattutto a livello di fisicità in difesa e di spacing in attacco: per l’australiano 9 punti e 5 rimbalzi in 14 minuti. Tornato anche Smart dopo l’assenza di martedì notte contro Brooklyn. Boston scaccia nel migliore dei modi contro una delle migliori squadre la mini-crisi di tre sconfitte consecutive: sabato notte partita in casa contro Memphis per continuare sulla buona linea d’onda.
Toronto cade dopo cinque vittorie consecutive: la percentuale di vittorie degli uomini di coach Casey (33-13) è ora inferiore a quella dei Bucks (32-12), i quali hanno anche due partite in meno. Le due franchigie si daranno spallate fino ad aprile (chissà, fino anche a maggio): prossima partita per Toronto venerdì notte, in casa in back-to-back contro Phoenix.

Brooklyn Nets-Houston Rockets 145-142 OT

“This man had 58 and we won”: questa frase è detta da un protagonista nei confronti del protagonista. Colui che l’ha detta è Spencer Dinwiddie, che dà la vittoria ai suoi Nets (letteralmente, ha fatto davvero tutto lui in soli 30 secondi) grazie a 25 punti segnati tra quarto quarto e overtime: il fatturato a fine contesa per lui sarà di 33 punti. È quasi diventato noioso, invece, parlare di colui che, anche se ha perso stanotte, è il vero protagonista non solo di questa partita, ma dell’intera regular season: James Harden sembrava essersi fermato ai 57 punti segnati nemmeno 48 ore fa, ma smentisce tutti piazzando un season-high di 58 punti (conditi anche da 10 rimbalzi raccolti). Per i Nets sugli scudi Jarrett Allen (21 punti e career-high di 24 rimbalzi), Carroll (season-high di 22 punti) e Graham (career-high di 21 punti). Per quanto riguarda i Rockets c’è da segnalare il ritorno di Eric Gordon dopo otto partite di stop: segna 20 punti con un ottimo 6 su 11 dal campo e quattro triple, ma gioca solo 21 minuti (esce per precauzione a causa di un dolore avvertito al ginocchio destro).
I Nets arrivano a fine primo tempo in vantaggio di otto punti (62-54), grazie a 12 punti di Harris (17 alla fine per lui) e 10 punti di Allen. Poi erutta Houston, quindi erutta Harden: 22 punti nel solo terzo quarto dove i Rockets impongono un parziale di 23-40. Si entra nel quarto quarto sul +9 Rockets (85-94), un quarto quarto dove onestamente gli uomini di D’Antoni buttano la partita: sono sopra di 11 lunghezze a due minuti e mezzo dalla fine, quando subiscono un parziale di 9-3 che porta il tutto sul 127-122 a 30 secondi dalla fine. Dinwiddie sforna una delle migliori prestazioni della storia con così pochi secondi disponibili: tripla dopo due liberi segnati da Tucker, tripla dopo un 1 su 2 di Harden dalla lunetta (già questo di per sé paranormale), tripla dopo due liberi dello stesso Harden. È 131-131, con Harden che non riesce a siglare il tiro della vittoria. Nel supplementare Harden segna tre liberi che concedono ai Rockets un vantaggio di una lunghezza e in seguito James Nunnally (che ha firmato un 10-day contract mercoledì) segna una tripla che porta Houston sul +7 a 1:28 dalla fine (135-142). Brooklyn non muore mai: Graham stampa una tripla, Allen segna un canestro con libero aggiuntivo, che tuttavia non viene messo a referto. Sul 140-142, Dinwiddie parte in contropiede segnando il canestro, subendo il fallo e segnando il libero supplementare per il sorpasso. Sul ribaltamento Rivers sbaglia una tripla, che conduce poi al fallo su Harris con annessi due liberi segnati: Green avrebbe la tripla per il pareggio con 1.6 secondi dalla fine, ma il pallone viene sputato dal ferro.
I Nets sono una squadra da playoff: hanno dimostrato in 45 partite di regular season di portesela giocare con tutti: manca il giocatore chiave (potrebbe esserlo o diventarlo Dinwiddie) ma in generale tutti i giocatori hanno una buona resa e, per giunta, la rotazione è abbastanza profonda. Stanotte sono ritornati Hollis-Jefferson e Napier, con pochi minuti giocati per precauzione (7 e 8 minuti). Ancora fuori Jared Dudley per la terza partita di fila a causa di uno stiramento al tendine del ginocchio sinistro. All’orizzonte trasferta ad Orlando per i Nets, sabato notte.
Seconda volta in carriera in cui Harden mette a referto un cinquantello in un back-to-back. Quarto cinquantello in stagione e tredicesimo in carriera. Media di ben oltre 40 punti nelle ultime 21 partite per il Barba: continua la streak di almeno 30 punti segnati in partite consecutive, arrivate ora a 18. Record NBA di triple tentate stanotte per Houston, con 70 tentativi, di cui solo 23 andati a segno. Ancora fuori Paul, Ennis e Knight. Prossima partita domenica notte, al Toyota Center contro i Lakers.

Orlando Magic-Detroit Pistons 115-120 OT

Altra partita, altro overtime. Protagonista per i Pistons il duo Griffin-Drummond: il primo termina con 30 punti, il secondo con 14 punti e 22 rimbalzi. Drummond sigla la sua “Moses Malone triple-double” numero 11 in carriera, con appunto punti, rimbalzi offensivi e rimbalzi difensivi in doppia cifra (11 ORB e 11 DRB): solo per l’appunto Malone (24) e Rodman (17) ne hanno registrate di più. Tra le file dei Magic i migliori sono Vucevic e Ross, entrambi con 24 punti.
Nel primo tempo Orlando tira col 67.5% dal campo, con Vucevic e Ross già entrambi a 15 punti, ottenendo tuttavia solo un vantaggio di 5 punti (63-58), dato che è stata surclassata a rimbalzo offensivo (1-6) e per quanto riguarda e liberi tirati (3-9). I Pistons ottengono il sorpasso a 4:22 dalla fine del terzo quarto con una tripla di Ish Smith (73-74): nove punti di Blake Griffin nel tempo rimanente del periodo fanno entrare Detroit nel quarto quarto sul +6 (84-90). I Pistons allungano poi fino a un vantaggio massimo di 11 punti a 9:46 dalla fine della partita (86-97). Vantaggio che viene vanificato da 6 punti di Isaac e 5 di Vucevic, che portano la partita sul 104-105 con 3:23 da giocare. Vucevic pareggia la contesa sul 107-107 a 2:14 dalla fine, dopodiché è DJ Augustin ad effettuare il sorpasso con un lay-up. Drummond la pareggia con un tip-in, infine Vucevic non riesce a sfruttare il possesso finale valido per la vittoria. Stesso discorso per Griffin sul ribaltamento di fronte. Detroit segna i primi quattro punti dell’overtime, ma Ross risponde a dovere con un paio di triple. A 42.5 secondi dalla fine sul 115-117, i Magic chiamano un time-out: tuttavia in seguito Vucevic sbaglia il gancio e Griffin segna nel traffico un lay-up che dà il +5 e la conseguente vittoria.
Detroit (19-24) supera Orlando (19-25) per quanto riguarda il nono seed ad est: sono ora a solo una partita da Charlotte ottava (20-23). Partita numero 30 in stagione in cui Detroit vince la battaglia a rimbalzo con 10 o più rimbalzi di margine (miglior squadre NBA per quanto riguarda il margine inferto nei rimbalzi offensivi). Prossima partita in casa per i Pistons, sabato notte contro Miami.
Per quanto riguarda Orlando è la sconfitta numero 20 nelle ultime 26 uscite a Detroit: la serie in stagione tra le due squadre è sul 2-1 in favore dei Pistons, ma c’è un’ultima partita da giocare a Detroit il 28 marzo. Partita in casa per i Magic, sempre sabato notte, contro i Brooklyn Nets.

New Orleans Pelicans-Golden State Warriors 140-147

In una partita dove i Warriors sembrano affondare, il 30 la ribalta con pochi minuti di pura arte: per Curry 41 punti con nove triple (primo giocatore NBA della storia a segnare otto o più triple per tre partite consecutive). Durant termina con una doppia-doppia da 30 punti e 15 rimbalzi, Thompson segna 19 punti con tre triple.
Il migliore dei Pelicans è manco a dirlo Anthony Davis con una doppia-doppia da 30 punti e 18 rimbalzi (generando anche 7 assist), nonostante abbia sbagliato i primi quattro tiri della partita e abbia segnato solo 4 punti nel primo quarto. Contributo superbo per Mirotic e Holiday, rispettivamente con 29 e 25 punti. Elfrid Payton crea 12 assist per i compagni.
I Warriors rincorrono per almeno due quarti e mezzo di partita: il primo quarto termina su un +8 Pelicans (39-31), il secondo su un +5 (71-66). A 6:02 dalla fine del terzo  quarto un driving lay-up di Randle porta il vantaggio a 16 lunghezze (96-80), concludendo un parziale di 25-14 firmato principalmente da 8 punti di Randle e 7 di Holiday. Poi è solo Curry, immensamente Stephen Curry, che inizia il suo spettacolo con un lay-up a 5:00 dalla fine del primo quarto (96-82): nei cinque minuti rimanenti segna 20 punti e mette sei triple (numeri mai visti recentemente, sinceramente da PlayStation, con un livello principiante di gioco). Un gioco da tre punti a 0.6 secondi dalla fine del terzo quarto di Iguodala porta i Warriors clamorosamente sul +1 (109-110). A 5:53 dalla fine della partita, con i Warriors a -1, Durant stampa una tripla fondamentale per il sorpasso (122-123). A 2:10 Golden State raggiunge un vantaggio irraggiungibile di otto punti (126-134), dopo anche quattro punti di Looney.
Pelicans e Warriors combinano un record di triple segnate, mettendone questa notte 43 a referto. I Warriors segnano almeno 18 triple da quattro partite di fila. Dopo questa partita in casa ora ci sono 17 giorni in cui i Warriors giocheranno 7 partite su 8 in trasferta: la prossima e sabato notte contro i Clippers a Los Angeles, dove vi sarà il ritorno di DeMarcus Cousins.
Per i Pelicans Mirotic torna ad avere un minutaggio normale (27 minuti giocati) dopo i 17 minuti di martedì notte. New Orleans ha vinto solo due volte in trasferta contro squadre dell’ovest: la prossima partita sabato notte non promette nulla di buono, dato che ci saranno i Blazers.

Tutti i risultati di giovedì 17 gennaio

Toronto Raptors-Boston Celtics 108-117
Brooklyn Nets-Houston Rockets 145-142 OT
Orlando Magic-Detroit Pistons 115-120 OT
New Orleans Pelicans-Golden State Warriors 140-147
Cleveland Cavs-Portland Trail Blazers-Denver 112-129
Milwaukee Bucks-Memphis Grizzlies 111-101
San Antonio Spurs-Dallas Mavericks 105-101
Utah Jazz-Los Angeles Clippers 129-109

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