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NBA 2018/2019: comeback storici di Thunder e Clippers, tonfo Bucks

Giannis Antetokounmpo, Milwaukee Bucks 2017-2018 - Foto Keith Allison CC BY-SA 2.0

La notte italiana di domenica 10 febbraio ha visto in scena lo svolgersi di nove partite della regular season NBA 2018/2019. Notte NBA particolarmente piena di emozioni quella che è andata in scena sui parquet di mezza America, con più di un risultato a sorpresa e due rimonte “for the ages” forgiate da Clippers e Thunder. Tonfo per Milwaukee, che pecca di superbia lasciando a riposo Antetokounmpo. Buona la prima per Marc Gasol al Madison Square Garden, dove i Raptors vincono soffrendo più del dovuto.

Los Angeles Clippers-Boston Celtics 123-112

I Los Angeles Clippers superano i Boston Celtics per 123-112 con una partita che vede i Celtics volare sul +23 nel primo quarto (20-43), ma cedere di schianto negli ultimi due, con i Clippers sulle ali di otto uomini in doppia cifra, tra cui spiccano Montrezl Harrell (21 punti) e Danilo Gallinari (19 e 10 rimbalzi) contro i 19 di Gordon Hayward e 16 punti di Rozier e Tatum. I Clippers ottengono la miglior rimonta nella storia della franchigia.
Quintetto rinnovato per Los Angeles con Zubac centro, Gallinari e Temple ali, Gilgeous-Alexander e Beverley guardie. Inizio non proprio perfetto per gli uomini di Doc Rivers: tengono botta i titolari, ma con le riserve si vede subito che i meccanismi difensivi non funzionano, con JaMychal Green che sembra un pesce fuor d’acqua, con Williams e Shamet che non riescono a capirsi (si muovono in maniera simile) e con Harrell che non riesce a contenere l’ondata Celtics; gli uomini di Stevens vanno come già menzionato sul +23 a fine primo quarto, grazie a 22 punti combinati tra Irving e Hayward (43-20).
Nel secondo quarto i Clippers rientrano sul -16 a 9:42 dall’intervallo (31-47) ma poi è ancora Boston a battere il ferro, con percentuali alte da tre, mentre a Los Angeles non entra nulla. Il risultato è un -28 a 4:39 dal termine del secondo quarto, che viene limato a -21 dopo i 24 minuti iniziali. Nel terzo quarto cambia totalmente la storia: i Celtics trovano in tappo sul canestro (hanno tirato con oltre il 50% sia dal campo che da tre fino a questo momento), mentre i Clippers iniziano ad ingranare. Gallinari, Gilgeous-Alexander, Zubac e Temple segnano punti a ripetizione: si va sul -10 a 5:04 dal termine del terzo quarto (72-82), chiudendo il terzo periodo sul -5 (81-86); complice, c’è da ammetterlo, l’infortunio di Irving. Nel quarto finale il punteggio balla e riballa, i Celtics mantengono per diverse volte tre lunghezze di vantaggio, prima di subire la tripla del pareggio di Shamet a 6:42 dalla fine (100-100): l’ex Philadelphia spacca poi la partita con un gioco da quattro punti che porta i Clippers sul +4 (106-102); segna in totale 13 punti nel quarto decisivo.
Los Angeles è ormai in ritmo e Beverley mette due triple fondamentali, con Boston che non riesce a rientrare: il vantaggio va sul +7 a 01:37 dalla fine (114-107).
I Clippers (31-26) sembrano anche più rodati dopo la trade effettuata con Philadelphia: probabilmente l’obiettivo tanking è solo rimandato, dato che i losangelini sono solo a mezza partita di distanza dagli Spurs (32-26). Ultima trasferta della six-game trip, martedì notte a Minnesota contro i T’Wolves.
I Celtics, dopo aver impattato il miglior primo tempo dal punto di vista dello scoring (74 punti), mettono in scena il peggior quarto della loro stagione (12 punti). Come già accennato Kyrie Irving è stato costretto a uscire all’interno del secondo quarto a causa di una distorsione alla caviglia: verrà valutato nella giornata di oggi. Mercoledì notte trasferta dura e decisiva, a Philadelphia contro i Sixers.

Toronto Raptors-New York Knicks 104-99

Devono combattere più del necessario i Toronto Raptors per avere ragione dei New York Knicks in una partita tirata e conclusa 104-99 al Madison Square Garden. Decisivi i 22 di Kyle Lowry, che evitano che i 20 di Kevin Knox e i 10 con 18 rimbalzi di DeAndre Jordan diventino un fattore.
Primo giorno di scuola per Marc Gasol, al suo esordio in NBA con una canotta diversa da quella dei Memphis Grizzlies: 7 punti e 6 rimbalzi per l’ispanico in un successo dei canadesi (più sofferto del previsto) che condanna i Knicks alla sedicesima sconfitta consecutiva (pareggiata la peggior striscia di risultati nella storia della franchigia); il fratello di Pau è rimasto 19 minuti sul parquet, dopo che a ridosso della deadline di mercato i Grizzlies hanno deciso di liberarsi di lui in cambio di Jonas Valanciunas. Un giocatore d’esperienza, un’alternativa importante in uscita dalla panchina per un gruppo che si gode il quarto successo di fila. Dall’altra parte New York ci ha provato fino all’ultimo: la tripla di Mario Hezonja a 11 secondi dalla sirena del quarto quarto ha riportato lo svantaggio dei blu-arancio a un solo possesso di distanza, prima che un paio di liberi di Lowry spegnessero l’euforia del pubblico del Madison Square Garden.
Tra i Raptors da segnalare il ritorno di Kawhi Leonard dopo il riposo di venerdì notte contro Atlanta, a causa di un problema al ginocchio sinistro: in 32 minuti da segnalare un 4 su 15 dal campo e 11 punti a referto.
Tra i Knicks career-high di Kareem Allen sia in punti (14) che in assist (6) in 28 minuti partendo dalla panchina. Anche Mitchell Robinson raggiunge la sua migliore prestazione per quanto riguarda lo scoring (15). New York è ora a 0-17 di record nelle partite in cui segna meno di 100 punti. Nella “Grande Mela” non vedono una vittoria della squadra di casa dal 1 dicembre: dopo questo sacrificio meritano di godersi un bel po’ di free agent di primo livello dal prossimo anno. Come minimo.

Oklahoma City Thunder-Houston Rockets 117-112

Una partita diverse dalle altre, dal fascino e dalla bellezza fuori dal comune. Una sfida da record, vinta in rimonta (e che rimonta) dai Thunder grazie ai suoi due grandi All-Star: Paul George chiude con 45 punti (a quattro lunghezze dal suo massimo in carriera, che risale al 2013), guidando nel finale una rimonta da -26 (42-68 a 1:28 dalla fine del primo tempo) che ha un sapore storico. Russell Westbrook raccoglie la sua nona tripla doppia in fila con 21 punti, 12 rimbalzi e 11 assist (condita a dire il vero anche con 10 palle perse) e riesce in ciò che non aveva completato due anni fa: eguagliare Wilt Chamberlain, diventare l’unico nella storia assieme a lui ad averne messe una dopo l’altra; così tante da poter sognare di superarlo nella prossima sfida contro Portland. Per Westbrook è la tripla-doppia stagionale numero 22, la numero 126 in carriera, arrivata al termine di una partita non perfetta (8/21 al tiro e diversi passaggi a vuoto, non solo in senso figurato). È lui a segnare a meno di 27 secondi dalla sirena il canestro in penetrazione che riporta avanti OKC dopo un’eternità (113-112), completando una rimonta da record (la più larga della stagione dei Thunder) iniziata con un convincente 42-20 di parziale piazzato nel terzo quarto. Sul possesso successivo al suo bersaglio, il numero 0 e il numero 13 “ballano” sul pick&roll dei Rockets e difendono alla perfezione su James Harden, costringendolo a forzare una tripla complicata anche per lui. Palla lontana dal bersaglio, rimbalzo di George e partita in ghiaccio per i Thunder.
I Thunder raccolgono il decimo successo nelle ultime undici partite giocate (battuti solo da Boston da quando Westbrook ha iniziato la striscia di triple doppie) e si candidano al ruolo di prima forza ad Ovest alle spalle dei Warriors. Con due All-Stars versione extralusso (e un Dennis Schröder da 17 punti in 22 minuti realizzati a gara in corso) nulla sembra essere precluso a OKC, che accorcia ulteriormente la rotazione salutando Alex Abrines, “liberato” dopo un lungo periodo d’assenza dovuto a ragioni personali. Non una scelta voluta quindi, ma forzata. Un tassello in meno in uscita dalla panchina, un pensiero in più per coach Donovan. Martedì notte partita alla Chesapeake Energy Arena, dove saranno ospitati i Portland Trail Blazers.
Harden da (quasi) due mesi oltre quota 30 punti, è l’ultimo ad alzare bandiera bianca in un gruppo a cui sempre più spesso mancano le forze nel finale. Il “Barba” chiude con 42 punti, sei triple, 14/15 ai liberi e un solo assist (ben al di sotto delle due medie), con Chris Paul che al suo fianco accarezza l’idea di una tripla doppia a cui manca un passaggio vincente (18 punti, dieci rimbalzi e nove assist alla sirena finale). Harden continua con la partita numero 29 di fila la striscia di gare con almeno 30 punti a segno, a cui mancano due partite per diventare la seconda più lunga all-time (la prima di Chamberlain ne conta 65). È la gara numero 70 in cui Harden segna almeno 40 punti in carriera (la ventunesima soltanto in questa stagione), ma per la prima volta sul parquet c’è chi fa meglio di lui, togliendogli anche la soddisfazione di essere il miglior realizzatore del match. Houston manca un successo che avrebbe allungato a quattro la striscia di vittorie: restano invece quinti ad ovest (32-23) ancora distanti dai Blazers (33-21) e con i Jazz alle calcagna (32-24). I Rockets sono ora 8-5 senza Clint Capela (fuori per un infortunio al pollice): Kenneth Faried, il suo sostituto, non sta comunque demeritando, andando anche stanotte in doppia-doppia con 17 punti e 12 rimbalzi. Martedì altra partita in casa per gli uomini di D’Antoni, che se la vedranno con i Dallas Mavericks.

Orlando Magic-Milwaukee Bucks 103-83

Giannis Antetekounmpo c’è, ma resta a bordocampo a guardare i suoi per 48 minuti subire la sconfitta più pesante della stagione. Un KO che lancia un messaggio preoccupante per i Bucks: senza il talento greco, tutti gli altri vanno in enorme difficoltà. “Dobbiamo prendere questa partita, buttarla nella spazzatura e andare avanti”, è il sintetico ma efficace commento di coach Budenholzer, che ha voluto far rifiatare il numero 34, mandando però in apnea tutto il resto del roster. Un fastidio al ginocchio per Antetokounmpo, quelli con cui è meglio non rischiare. I Bucks hanno sicuramente pensato inconsciamente a una partita “soft”, incassando una sconfitta da 83 punti segnati, ovvero il bottino peggiore raccolto nelle 55 gare di regular season dal punto di vista realizzativo. A segnare il successo dei Magic ci pensano i 17 punti di Jonathan Isaac, i 15 con 17 rimbalzi di Nikola Vucevic e i 14 di Aaron Gordon. Basta quello contro una Milwaukee che non va oltre i 19 e 11 rimbalzi di Eric Bledsoe, che ammette mestamente: “Eravamo senza energia, le nostre gambe non reggevano più. Basta vedere le triple che abbiamo sbagliato: facevamo chiaramente fatica a concludere”.
I Magic (24-32), pur rimanendo a cauta distanza dall’ottavo seed degli Heat (25-28), danno ora probabilmente un senso al loro finale di regular season. Per Terrence Ross 13 punti a referto nel solo secondo quarto, dei 15 totali segnati. Mo Bamba ha saltato la sua quarta gara consecutiva a causa di una frattura alla tibia sinistra. Partita in back-to-back, lunedì notte alla Philips Arena di Atlanta.
Il primo posto resta ancora in mano a Giannis&Co (41-14), ma dalla prossima volta meglio tornare ad affidarsi al natio di Atene per non rischiare altre pericolose imbarcate. Stanotte un dato principale riassume la notte dei cervi: 6 su 35 dall’arco, che eguaglia la peggior prestazione della squadra in questa regular season. Altro dato eclatante sono i soli 15 punti messi a referto nel terzo quarto (season-low). Martedì notte trasferta allo United Center contro i Bulls, i quali sono reduci da quattro sconfitte consecutive contro Milwaukee.

Altre dai campi

I Washington Wizards superano i Chicago Bulls per 134-125 con 31 punti di Bradley Beal, undici assist di Tomas Satoransky e, più in generale, sette uomini in doppia cifra che vanificano i 26 punti di Zach LaVine.
Vittoria significativa anche per gli Utah Jazz, che sfruttano il secondo quarto per mandare KO i San Antonio Spurs col punteggio di 105-125. Miglior realizzatore dei padroni di casa è Donovan Mitchell con 23 punti, gli stessi di DeMar DeRozan dall’altra parte. Marco Belinelli chiude con 11 punti in quasi 28 minuti di gioco.
Comodo successo degli Indiana Pacers sui Cleveland Cavaliers per 90-105, con Bojan Bogdanovic che arriva a quota 23 punti, mentre Collin Sexton e Larry Nance Jr si fermano a quota 16.
Chi non resta fermo è Kemba Walker, che con 37 punti trascina i suoi Charlotte Hornets al successo sul parquet degli Atlanta Hawks per 129-12/, nonostante dall’altra parte John Collins ne metta 21 e Trae Young ne realizzi 20 con 11 assist.
A Memphis, infine, i Grizzlies regolano per 90-99 i New Orleans Pelicans con un’inaspettata prestazione dalla panchina di Joakim Noah (19 punti e 14 rimbalzi in 30 minuti sul parquet).

Tutti i risultati di domenica 10 febbraio

Los Angeles Clippers-Boston Celtics 123-112
Toronto Raptors-New York Knicks 104-99
Oklahoma City Thunder-Houston Rockets 117-112
Orlando Magic-Milwaukee Bucks 103-83
Washington Wizards-Chicago Bulls 134-125
San Antonio Spurs-Utah Jazz 105-125
Cleveland Cavs-Indiana Pacers 90-105
Charlotte Hornets-Atlanta Hawks 129-120
New Orleans Pelicans-Memphis Grizzlies 90-99

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