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NBA 2018/2019: i Celtics ritrovano Hayward, Thunder vittoriosi a Los Angeles

Jayson Tatum, Boston Celtics 2018-2019 - Foto Erik Drost CC BY-SA 2.0

La notte italiana di giovedì 3 gennaio ha visto lo svolgersi di nove partite della regular season NBA 2018/2019. Hayward si prende probabilmente la copertina di serata, sfornando una prestazione alla quale eravamo abituati prima del suo grave infortunio. Anthony Davis e Joel Embiid, probabilmente i due lunghi migliori della lega, continuano a macinare punti e rimbalzi, ma hanno sorti diverse. I Thunder vincono al fotofinish allo Staples, mentre Dallas e Philadelphia conseguono due vittorie diversamente agevoli.

LE CLASSIFICHE AGGIORNATE

Minnesota T’Wolves-Boston Celtics 102-115

Gordon Hayward aveva sbagliato tutti gli ultimi sei tiri della partita precedente: a dire il vero anche stanotte non era partito caldissimo, ma la situazione si è subito ribaltata: tirerà 4 su 4 nel secondo quarto e 7 su 8 nel terzo quarto, impattando a fine partita a 35 punti, ovviamente suo season-high. Terry Rozier segna 11 dei suoi 16 punti nel primo quarto, dopo essere partito per la terza volta in questa stagione titolare, a causa dell’infiammazione all’occhio sinistro di Irving.
Un Andrew Wiggins molto incostante questa stagione segna 31 punti, seguito a ruota da Towns, che segnerà 20 dei suoi 28 punti nel terzo quarto, dove Minnesota passa dall’avere 22 punti di svantaggio a 6 punti di svantaggio.
I T’Wolves segnano nove degli ultimi undici punti del primo quarto, per sopperire al vantaggio di 11 punti di Boston (21-25). Vi è quindi un distacco di 4 punti, prima che i Celtics segnino 16 punti di fila nel secondo quarto per ammazzare la partita (27-47). Boston allunga fino a 22 punti di distacco, prima che Towns segni 15 punti in un parziale di 23-15 per Minnesota, che serve a diminuire il deficit a 10 punti. Il centro, con altri 6 punti negli ultimi 90 secondi del terzo quarto tiene ulteriormente i suoi a galla fino a portarli a 6 punti di distanza.
Paradossalmente, anche senza Irving, i Celtics impattano il season-high di assist a 34. A questi ultimi, oltre al loro playmaker, mancava Aron Baynes, che ha saltato la sua settima partita a causa della mano sinistra rotta. Per quanto riguarda gli infortuni in-game, Marcus Morris è stato costretto ad uscire nel terzo quarto per un dolore al collo.
Peggiore la situazione per Minnesota, dilaniata dagli infortuni di Covington (ginocchio destro), Rose (distorsione caviglia destra) e Teague (infiammazione alla caviglia sinistra).

New Orleans Pelicans-Brooklyn Nets 121-126

I sorprendenti Nets impattano nel primo tempo una prestazione offensiva come poche se ne erano viste nella storia della franchigia: nessun giocatore spicca per scoring, ma tutti fanno ottimamente il loro dovere offensivamente. Russell segna 22 punti e rilascia 13 assist. Oltre al playmaker vi sono altri sette giocatori in doppia cifra, con Carroll (19) e Dinwiddie (18) che guidano una panchina che letteralmente asfalterà quella avversaria (5-55).
Solita giornata lavorativa per Davis, che ormai ci fa abituare a prestazioni che abituali non sono: dopo una partita di assenza, mette a referto 34 punti e impatta un carrier-high di 26 rimbalzi. Fiduciosa prestazione di Elfrid Payton con 25 punti, partito per la seconda volta titolare dopo aver saltato più di un mese per un dito rotto. Addirittura le buone prestazioni di Randle (21) e Holiday (20), non riescono a sopperire a una panchina che è deficitaria nello scoring.
I Nets sono avanti 29-39 dopo un quarto e segnano i primi sette punti del secondo quarto, che finirà 58-73, nonostante i 12 punti di fila dei Pelicans nello stesso. Brooklyn guiderà con nonchalance anche il terzo quarto, con 18 punti di distacco (87-105).
Era da ben 17 anni che la franchigia dei Nets non vedeva in casa un primo tempo così produttivo dal punto di vista della realizzazione: causa di ciò anche le nove triple messe a referto nei primi quindici tentativi. Nonostante le pesanti assenze di Rondae Hollis-Jefferson, Caris LeVert e Allan Crebbe, i Nets hanno vinto per l’ottava volta nelle ultime nove in casa.
Per i Pelicans è la sconfitta numero 16 in 20 partite giocate in trasferta, che li delega a quasi 5 partite dall’ottavo seed occupato dai Lakers: sarebbero pochi nella Eastern Conference, ma nella Western sono un distacco davvero insormontabile.

Oklahoma City Thunder-Los Angeles Lakers 107-100

Allo Staples Center Paul George mette a referto 37 punti (di cui 9 nel decisivo quarto quarto) nonostante sia stato fischiato per tutta la partita dai tifosi dei Lakers ogni volta che toccasse palla, per motivi che non bisogna ribadire. L’ex Indiana fa fatica dal perimetro (2 su 11) e pesca il suo terzo fallo addirittura nel primo quarto: tornato nel secondo quarto, tuttavia, segna rabbioso 13 punti in 9 minuti. Altra tripla doppia (la numero 115 in carriera) per Westbrook da 14 punti, 16 rimbalzi e 10 assist, condita però da una prestazione al tiro da 3 su 20 davvero imbarazzante (solo una tripla sulle sette tentate). I Thunder sembrano trarre stimolo dai fischi: George becca un tecnico dopo aver schiacciato un alley-oop di Westbrook; quest’ultimo schernisce Stephenson con la sua stessa schitarrata, dopo che quest’ultimo concede un “and one” a George dopo un suo jumper.
Kentavious Caldwell-Pope segna 18 dei suoi 25 punti finali nel primo tempo. Kuzma è costretto a stare i box nel secondo tempo, dopo aver segnato solo 4 punti, a causa di un dolore alla zona lombare.
La partita è equilibrata fino al giungere dell’ultimo quarto (80-82). Qui i Lakers trovano una carestia dal punto di vista realizzativo, senza alcun canestro dal campo nei primi 6 minuti del quarto (saranno solo sei i canestri negli ultimi 12 minuti) mentre i Thunder impattano un parziale di 11-0. Quasi non fa più scalpore l’incapacità dei Lakers ai tiri liberi, soprattutto nei momenti in cui si decide la partita: stasera solo 60% dalla linea della carità per i losangelini.
I Thunder vincono la loro partita numero sette nelle loro ultime dieci uscite: probabilmente si giocheranno con merito i primi tre seeds della conference. Abrines ha saltato la sua quinta partita consecutiva per motivi personali.
I Lakers, invece, devono ritrovare al più presto LeBron: senza il Re son passati dal quinto all’ottavo seed, con solo due partite di vantaggio sui Kings noni. Ancora assenti Rondo per il problema alla mano e Beasley per motivi personali.

Dallas Mavericks-Charlotte Hornets 122-84

Alla loro nona partita consecutiva in trasferta, Dallas attua un blitz in quel di Charlotte con Dennis Smith Jr. e Doncic: entrambi segneranno 18 punti. Barnes aggiunge 17 punti, in una notte che vede i Mavs segnare 10 bombe nel primo quarto.
Charlotte è “guidata” dagli 11 punti di Kemba Walker, con una prestazione da 4 su 14 al tiro, con tuttavia nessuna tripla in cinque tentativi. Uscirà a 15 minuti dalla fine della partita per il blow-out subito dai suoi (91-61).
Partita senza alcuna storia, con i Mavs che guidano 42-26 nel primo quarto, dopo i quali gli Hornets non riescono mai a portare il loro deficit sotto i 18 punti: in seguito, Dallas guida la partita con almeno 20 punti di vantaggio negli ultimi 27 minuti.
I Mavs vincono la loro prima gara in trasferta dal 28 Novembre. Prima di questa partita erano reduci dal miglior record in casa (15-3), ma dal peggior record in trasferta (2-16).
Gli Hornets hanno davanti a sé un six-game trip, prima di tornare in casa il 17 gennaio. Oggi (a causa delle assenze di Lamb e Zeller) hanno esibito il loro quarto quintetto iniziale diverso in questa stagione: Walker e Graham in backcourt, Batum e Marvin Williams ali, Willy Hernangomez centro.

Philadelphia 76ers-Phoenix Suns 132-127

I Sixers smettono di giocare troppo presto, per poco non buttando una partita: Philadelphia per poco non spreca un vantaggio di ben 30 punti. Joel Embiid, nonostante il consueto dolore alla gamba sinistra, gioca ed impatta 42 punti (di cui 30 nel primo tempo) conditi da 18 rimbalzi. Simmons aggiunge 28 punti e Redick 27. I Sixers erano senza Butler e Wilson Chandler, entrambi a causa di un’infezione alle vie respiratorie.
Devin Booker sempre leader dei Suns con 37 punti, con Ayton pimpante alla sua ruota a 18 punti e 11 rimbalzi.
I Sixers guidano di 23 punti il primo tempo (72-49) e di un massimo di 30 punti all’interno del terzo quarto (99-69 con 3:12 sul cronometro). Phoenix finisce il terzo quarto con un parziale di 2-13: Troy Daniels mette due triple di fila, Okobo un’altra dopo un palla persa dei Sixers. Nel quarto quarto i Suns dominano mettendo in essere un parziale di 5-19, che li porta a soli 6 punti di distanza a 3:24 dalla fine (116-110), con due punti di Jackson dopo un passaggio lob di Booker. Korkmaz mette una tripla, i Suns perdono una palla che permette ad Embiid di schiacciare e allungare (121-110). A 15 secondi dalla fine Booker segna una tripla, Redick fa inaspettatamente 1 su 2 dalla lunetta e lo stesso Booker mette in seguito a referto un jumper (130-127). Per fortuna dei Sixers, Redick segna in seguito i due liberi che chiudono la partita.
I Sixers sono quasi certi di una posizione nei primi cinque seeds della Eastern Conference, con un record di 25-14.
I Suns, ormai devoti al tanking (quindi a Zion Williamson e RJ Barrett), dopo aver vinto cinque partite su sette, perdono le prime quattro partite di una strisce di sette partite consecutive in casa.

Tutti i risultati di giovedì 3 gennaio

Minnesota T’Wolves-Boston Celtics 102-115
New Orleans Pelicans-Brooklyn Nets 121-126
Oklahoma City Thunder-Los Angeles Lakers 107-100
Dallas Mavericks-Charlotte Hornets 122-84
Philadelphia 76ers-Phoenix Suns 132-127
Miami Heat-Cleveland Cavs 117-92
Atlanta Hawks-Washington Wizards 98-114
Orlando Magic-Chicago Bulls 112-84
Detroit Pistons-Memphis Grizzlies 101-94

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