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Basket NBA 2017/2018: Celtics ancora ko, James e Love trascinano Cleveland

Lebron James, Cleveland Cavaliers 2017-2018 - Foto Erik Drost CC BY-SA 2.0

Si sono disputate 5 partite nella notte NBA di venerdì 22 dicembre 2017. Vittorie di misura per Cleveland (guidata dai 34 punti di LeBron James i 27 di Kevin Love) e Phoenix mentre si fermano per la seconda volta di fila i Boston Celtics, uscendo sconfitti dalla sfida contro i New York Knicks. Vittoria dei Raptors contro i 76ers mentre i San Antonio Spurs perdono in trasferta contro gli Utah Jazz.

LE CLASSIFICHE AGGIORNATE DELLE DUE CONFERENCE

Cleveland Cavaliers-Chicago Bulls 115-112
Chicago veniva da 7 vittorie consecutive ma ciò non è bastato per impedire ai Cavs di vincere la diciannovesima gara delle ultime 21 disputate. Gara molto combattuta (Valentine sbaglia la tripla del pareggio sulla sirena per i Bulls) e LeBron James festeggia la gara n°800 con i Cavs chiudendo a quota 34 punti, con 12/23 al tiro, 9 assist, 6 rimbalzi e 3 recuperi. Altri 27 per la squadra allenata dal vice-allenatore Larry Drew (Tyronn Lue assente per malattia) li aggiunge Kevin Love, mentre dalla panchina ci sono 15 punti per Kyle Korver con 4/6 dall’arco e 10 ciascuno per Jeff Green e Dwyane Wade, che nel quarto periodo aggiunge anche tre recuperi e due stoppate. I Bulls, nonostante la sconfitta, mandano cinque giocatori in doppia cifra, con Lauri Markkanen autore di 25 punti, 11/17 dal campo, e Denzel Valentine 18 (7/10); Nikola Mirotic ne mette 15 uscendo dalla panchina. Nonostante la sconfitta, il coach di Chicago, Hoiberg, è soddisfatto mentre nel prepartita si rivede Isaiah Thomas: il suo debutto stagionale è sempre più vicino.

New York Knicks – Boston Celtics 102-93
Michael Beasley assoluto protagonista della battaglia del Madison Squadre Garden, con 32 punti e 12 rimbalzi, che consentono ai suoi di sconfiggere i Boston Celtics, alla seconda sconfitta consecutiva. I Knicks avevano cominciato bene la gara scappando subito sul 21-7, ma poi sono stati trascinati verso il basso da un Kristaps Porzingis con il ginocchio dolorante, sono stati sorpassati dagli ospiti, capaci di costruire anche un vantaggio di 9 punti nel terzo quarto, guidati dai 32 punti di Kyrie Irving e i 17 di Jayson Tatum. Da quel momento in poi la seconda scelta assoluta al Draft 2009 segna 10 punti in 5 minuti per chiudere il terzo quarto in parità sul 68-68 e ne aggiunge addirittura 18 nella frazione finale, tra cui un’assurda sequenza di quattro canestri in fila per passare dalla parità al +7 per i Knicks, vantaggio poi mantenuto fino a fine gara. Ritmo difficile da sostenere per i Celtics, se si aggiungono anche le assenze di Jaylen Brown (problema al tendine d’Achille), Marcus Morris e Shane Larkin, oltre al lungodegente Gordon Hayward, e nonostante le tre sconfitte nelle ultime cinque la squadra è ancora in vetta alla Eastern Conference. Per i Knicks si tratta invece del quinto successo nelle ultime sei gare.

Philadelphia 76ers – Toronto Raptors 109-114
DeMar DeRozan realizza il suo massimo in carriera da 45 punti grazie anche ad un 6/9 dall’arco, abbastanza inusuale per lui, che aiuterà a rimontare uno svantaggio di 22 punti a inizio terzo quarto. Aiutati in ciò dai padroni di casa, ancora senza Embiid e Redick, che collezionano 23 palle perse di cui 7 solo di Ben Simmons, che guida con 20 punti un quintetto tutto in doppia cifra (19 con 5/12 da tre per Robert Covington, 18 con 10 rimbalzi e 9 assist per Dario Saric). Un parziale di 22-2 ribalta però la gara, propiziato da Kyle Lowry (23 punti) e Delon Wright (12 punti dalla panchina) e consentendo a DeRozan di chiudere a modo suo, guadagnando liberi su liberi: il suo 13/15 dalla lunetta è superiore al 10/14 di tutti i Sixers, che con questa sconfitta hanno perso otto delle ultime nove partite.

Phoenix Suns – Memphis Grizzlies 97-95
I Grizzlies partono meglio, con un parziale di 15-2 nel primo quarto che vede Tyreke Evans segnare 11 dei 23 punti finali; Phoenix però reagisce con un “contro break” (17-4) che porta i padroni di casa sopra di uno alla fine del primo parziale. Nel secondo quarto i Suns allungano grazie a T.J. Warren, che realizza 20 dei suoi 27 punti nel primo tempo, che vede i suoi avanti (60-51). I Grizzlies recuperano lo svantaggio e l’equilibrio persiste fino alla fine, con nessuno che segna per oltre tre minuti fino al canestro dall’arco di Troy Daniels a 17.6 secondi dalla fine, decisivo per la vittoria, visto che poi Evans sbaglia la tripla sulla sirena. Daniels chiude a quota 14 punti, mentre per Memphis il migliore è ancora Marc Gasol, autore di 13 punti, 11 rimbalzi, 5 assist e 3 stoppate che non bastano a evitare l’ottavo ko dei Grizzlies nelle ultime nove gare disputate e la nona sconfitta esterna di fila.

Utah Jazz – San Antonio Spurs 100-89
In una gara in cui protagoniste la stanchezza e le assenze (Gasol, Ginobili e Green per gli Spurs, Gobert e Mitchell per i Jazz), alla fine a deciderla è Rodney Hood. La guardia dei Jazz ha un fisico di cristallo, ma un talento cristallino quando è in serata: 29 i punti complessivi, distribuiti equamente tra i due tempi, con i 14 del primo tempo utili per chiudere sul +12, mentre ne arrivano 9 consecutivi nell’ultimo quarto. Gli Spurs escono sconfitti dopo tre successi consecutivi, ma sono stati molto battaglieri e hanno mandato sei giocatori in doppia cifra, compreso Kawhi Leonard (sempre col minutaggio ridotto a 20 minuti), mentre Bryn Forbes è il migliore con 12 punti. Nei Jazz, oltre a Hood, risultano decisivi i 14 punti e 9 rimbalzi di Favors e il 46% dall’arco complessivo.

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