Amarcord

L’angolo del ricordo: Ondina Valla, il primo oro olimpico al femminile dell’Italia

Ondina Valla - Foto: FIDAL

L’edizione delle Olimpiadi di Berlino 1936 è una delle più importanti della storia dello sport, che si intreccia con la situazione politica della Germania, dove il partito nazionalsocialista sfruttò proprio i Giochi per una grande propaganda. L’Italia si presentò a Berlino portando, per la prima volta, sette atlete donne. Due di queste furono Ondina Valla e Claudia Testoni, entrambe favorite per la vittoria degli 80 metri ostacoli. Valla, il cui significato in spagnolo è curiosamente “ostacolo”, in realtà avrebbe dovuto partecipare anche all’edizione di Los Angeles 1932, ma all’epoca era l’unica donna e il Vaticano spinse affinché non partecipasse. Quattro anni in cui Ondina ha continuato a lavorare al fianco di Claudia, grande rivale ma soprattutto grande amica.

Nella semifinale del 5 agosto, Valla tagliò il traguardo stabilendo il nuovo record mondiale: 11″6 con vento favorevole 2.8 (la regola sui 2.0 di vento a favore venne approvata durante quei giochi, ma il primato di Ondina venne convalidato). La sua popolarità crebbe ulteriormente, ma il risultato importante andava ripetuto nell’atto conclusivo che mette in palio le medaglie. La finale si svolse allo Stadio Olimpico il 6 agosto 1936. La più rapida allo sparo fu Testoni, ma Valla recuperò, trascinando anche la tedesca Anni Steuer e la canadese Betty Taylor. Queste quattro atlete si trovarono pressoché allineate e tagliarono il traguardo in tuffo, sperando di essersi allungate quel tanto che bastava per superare le avversarie. Verdetto affidato al fotofinish dell’epoca, la camera Kirby, che impiegò 28 minuti ha dare il responso. Quasi mezz’ora di grande tensione per le atlete ed un verdetto quanto mai crudele: medaglia d’oro Valla, argento Steuer e bronzo Taylor, quarto posto per Claudia Testoni, nonostante il cronometro si sia fermato per tutte e quattro sul tempo di 11″7.

Ondina Valla divenne così la prima donna italiana a laurearsi campionessa olimpica, soprannominata dalla stampa “il sole in un sorriso“. Per la verità, Ondina era il nome assegnatole dall’allenatore, perché quello di di battesimo era Trebisonda, come la città turca tanto amata dal padre. Ondina Valla, com’era nota a tutti, venne largamente celebrata al ritorno in Italia, aumentando il disappunto dell’amica-rivale Claudia. “Quel giorno Ondina è stata più veloce di me” dirà per anni Claudia, che successivamente mise la firma su ben sei record del mondo. Il rapporto tra le due si incrinò, difficile digerire un simile risultato, ma alla scomparsa di Testoni, Valla la ricordò con semplici e dolci parole: “Pensare a Claudia è pensare alle cose più belle della mia vita“. Un’amicizia finita per quella combattutissima finale degli 80 ostacoli alle Olimpiadi di Berlino, dove Ondina Valla scrisse una pagina indelebile della storia dello sport tricolore.

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