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Vaccini, infettivologo Bassetti: “Non ce la facciamo a vaccinare 400mila persone entro l’autunno”

“Continuo a pensare che razionare le dosi come hanno fatto in Inghilterra non sia la strada giusta. Credo sia meglio vaccinare meno persone ma metterle tutte in sicurezza che non fare un rappezzo come in Inghilterra rimandato a 120 giorni la seconda dose. Non possiamo rischiare di fare un sola dose agli ultra ottantenni, non sarebbero difesi conto il virus. E’ importante avere un piano B perché quello A è ampiamente naufragato: non ce la facciamo a vaccinare 400.00 persone al giorno entro l’autunno”. Queste le dichiarazioni dell’infettivologo Matteo Bassetti, intervenuto in collegamento con con Myrta Merlino nella puntata di giovedì 21 gennaio di “L’Aria che Tira”, che ha bocciato il nuovo piano vaccini anti Covid-19. Il piano B è focalizzarsi sugli anziani, sui fragili e sugli ultraottantenni. Perché parlo di fragili? Perché ci possono essere 70enni fit, cioè in forma e 50enni fragili come gli obesi, le persone affette da malattie cardiache o respiratorie, i diabetici, i disabili. Per loro serve un piano di vaccinazione immediata perché probabilmente così avremo meno decessi in rapporto alla popolazione e meno ricoveri in ospedale che significa molto per il sistema sanitario – ha proseguito il Professore della Clinica Malattie Infettive dell’Ospedale Policlinico San Martino di Genova – Tra le regioni c’è stata la gara a chi era più bravo, ma era una corsa finta. Fare il 100% delle risorse è stato sbagliato perché ora non hanno la seconda dose. Noi in Liguria non abbiamo raggiunto il 100% perché pensavamo ad accantonar la seconda dose e ora ce le abbiamo per i richiami. Altre regioni no. E’ come la cicala e la formica. Adesso perché la Liguria dovrebbe dare alla cicala?!”. Infine in merito alle varianti del coronavirus ha concluso: “Le varianti sono fisiologiche, il virus cambia, ma finora non in maniera così significativa da rendere inefficace i vaccini. C’è da dire però che sulla variante brasiliana non sappiamo ancora granché, sembra sfuggire al nostro sistema immunitario, ma non allarmiamo la gente. Dobbiamo studiarne la sequenza genomica e questo significa fare investimenti sulla qualità dei laboratori perché non tutti sono in grado di studiare le sequenze. Dobbiamo correre sui vaccini per affrontare le varianti, ma l’epidemia sta rallentando in molte regioni, i numeri delle ospedalizzazioni e delle terapie sono in decremento e il numero dei guariti supera quello dei contagiati, speriamo che questa forte seconda ondata sia l’ultima”.

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