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Salvini: “Nessuno crede alle promesse di Conte, sindaci e polizia sono stanchi”

Matteo Salvini
Matteo Salvini - Foto Wikipedia

Dobbiamo tutelare soprattutto i piccoli comuni, dove vive circa l’80% degli italiani. Un conto è chiudere un bar, un teatro o una palestra a Milano e un conto è farlo in un comune piccolo dove magari c’è un solo bar, un solo teatro e una sola palestra. Il 70% degli italiani vive in comuni con meno di 5.000 abitanti e gli chiudi l’unica pizzeria, l’unica piscina, l’unico cinema o l’unico bar? Oltre al danno economico c’è anche il danno sociale e morale fatto da chi per decreto chiude indistintamente anche in zone dove non c’è il problema sanitario“. Queste sono le parole d’esordio di Matteo Salvini, rilasciate ai microfoni di Affaritaliani.it e concernenti le nuove restrizioni promosse da Giuseppe Conte, firmatario del Dpcm del 24 ottobre 2020.

In seguito, il leader della Lega ha puntato il dito sul modus operandi del governo, considerando peraltro le proteste di grandi imprenditori nostrani: “Nessuno si fida delle promesse di Conte, anche sugli indennizzi, visto che avevano promesso la cassa integrazione ad aprile e qualcuno la sta ancora aspettando oggi. Ho letto poi le dichiarazioni di tanti imprenditori, da Bonomi di Confindustria a Bono di Fincantieri, giustamente critiche nei confronti del governo: questi non ascoltano proprio nessuno, sono confusi ma anche arroganti. Ho invitato i nostri sindaci a stare in mezzo alla gente, ai lavoratori e ai commercianti, a chi manifesta in maniera civile. Tutto viene lasciato sulle spalle di sindaci e polizia locale, che ovviamente non ce la fanno più“.

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