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Ricciardi, linea dura sulle restrizioni: “Serve chiusura forte per 3-4 settimane”

“In questo momento la circolazione” di Sars-CoV-2 “è talmente alta in tutta Italia che servirebbe un raffreddamento” della curva epidemica “e questo purtroppo lo si può ottenere solo con una chiusura molto energica, molto forte. Non per mesi, ma per 3-4 settimane“. Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza per l’emergenza coronavirus e docente di Igiene all’università Cattolica, ribadisce la necessità di porre un linea dura a livello di restrizioni.

L’esperto, ospite ad Agorà su Rai3, afferma come l’approccio “a colori” non sia idoneo in questa fase: “Di fatto quello che succede in questo momento è che queste misure che io ho sempre caldeggiato”, basate su “adeguare le scelte” in termini di restrizioni “alla circolazione del virus negli specifici territori, vanno molto bene soprattutto nella fase discendente di un’epidemia, quando tu riapri man mano in funzione della circolazione”.

Ciò che invece testimonia la situazione attuale è che siamo in un plateau che in qualche modo è ancora pienamente seconda ondata e la speranza è che non arriviamo alla terza. Per non arrivarci dobbiamo contemporaneamente abbassare la circolazione del virus e vaccinare, vaccinare, vaccinare. Questo anche può essere compromesso dal fatto che la circolazione è talmente importante che, non adesso ma soprattutto a marzo quando dovremo vaccinare tra le 250 e le 300mila persone al giorno, può rappresentare un problema”.

Infine Riccardi si esprime con un no categorico nei confronti del ritorno delle lezioni in presenza: “Io penso che gli scienziati debbano mettere a disposizione della politica le evidenze scientifiche come sono, senza commentarle. E le evidenze scientifiche oggi ci dicono che rimettere in moto milioni di persone, siano essi studenti o operatori scolastici, è estremamente pericoloso”.

Un dissenso che di conseguenza si estende anche nei confronti del parere del Comitato tecnico scientifico, il quale ieri si è espresso positivamente su un addio alla Dad e su un ritorno fra i banchi in percentuali fino al 75% nelle regioni gialle e arancioni: “In questo momento è per me molto pericolosa la circolazione di tante persone in luoghi chiusi, soprattutto perché non è stato adeguatamente potenziato in molte parti d’Italia il sistema dei trasporti. Quindi io non condivido questa decisione in qualche modo di lasciare alla responsabilità dei politici dei dati scientifici che invece sono per me assolutamente inoppugnabili”.

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