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Ministro Speranza: “Guai a pensare che siamo fuori pericolo, ci aspettano mesi non semplici”

Roberto Speranza - Foto Dipartimento Protezione Civile CC BY 2.0
Roberto Speranza - Foto Dipartimento Protezione Civile CC BY 2.0

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ospite a ‘Frontiere, il festival della Salute’ del Gruppo editoriale Gedi-Repubblica, è tornato a parlare dell’evoluzione della situazione sanitaria in Europa: “La situazione in Ue dalla metà di agosto è peggiorata in maniera abbastanza significativa. In modo particolare abbiamo segnali di recrudescenza significativi dalla Spagna, dalla Francia, Olanda e Belgio. Questo significa che il virus ancora circola che abbiamo di fronte a noi mesi non facili. Io sono convinto che troveremo le soluzioni adeguate e che la scienza ci farà vincere questa battaglia. Ma ancora c’è una situazione che va gestita con la massima attenzione”.

Speranza ha, poi, analizzato la situazione legata al Covid-19 nel nostro Paese: “L’Italia in questo momento, e lo dicono i numeri, è messa un po’ meglio degli altri Paesi. Ma guai a pensare che siamo fuori dal pericolo. Dobbiamo continuare con grande prudenza e cautela il percorso di riaperture iniziato dal 4 maggio e un po’ alla volta tornare alla normalità Abbiamo ancora mesi che non sono semplici, le misure sono l’unica vera chiave in questa fase di resistenza. In tempi brevi arriveranno segnali incoraggianti sia sul piano dei vaccini che sul piano delle cure. Il punto è come reagiamo in questi mesi: più teniamo un atteggiamento coerente sulle misure, come penso ha fatto il Paese fino ad oggi, più riusciremo ad arrivare meglio al momento ‘X’ del vaccino”.

In conclusione il ministro ha lanciato un appello a tutta la popolazione italiana: “Dico a tutti di vaccinarsi contro l’influenza perché quest’anno è ancora più importante ed ottobre è il mese giusto per iniziare. Alle Regioni è arrivato il 70% in più di dosi rispetto allo scorso anno. Sui test stiamo lavorando per aumentare la capacita del nostro Paese di fare tamponi e siamo cresciuti molto in questi mesi. Siamo stati i primi in Europa ad usare i test antigenici rapidi negli aeroporti, e stiamo immaginando di usarli anche fuori dagli aeroporti: bisognerà usarli in maniera significativa e la scuola può essere una risposta importante. Ai genitori, come lo sono io, dico che dobbiamo fidarci dei nostri medici e del nostro personale sanitario. Il messaggio deve essere no panico, no improvvisazione, no al sentito dire o no alle informazioni trovate per caso su internet, ma fidiamoci di chi fa questo mestiere”.

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