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Milano, il sindaco Sala: “Niente sarà come prima. Ripartiremo gradualmente”

Milano ha il dovere per sé stessa e per il sistema sanitario di resistere. La guerra non è affatto finita, però permettetemi di dire che i milanesi si stanno comportando bene e di questo li ringrazio”. Giuseppe Sala, sindaco di Milano, ha parlato in una lunga interivista ai microfoni del Corriere della Sera, spiegando come la seconda città più grande d’Italia, una delle più colpite dal coronavirus, sta affrontando la crisi. “Da parte mia sto cominciando a pensare come sarà la ripartenza – racconta Sala -. Lo so bene che è prematuro e che mi espongo alle critiche, ma ritengo che sia fondamentale essere preparati e non improvvisare. Partendo da un dato difficilmente contestabile: non esisterà un giorno “uno” in cui andremo tutti in piazza con la fanfara al grido “ripartiamo”. Sarà una ripartenza graduale che non esclude stop and go”.

Niente sarà come prima, ma vedremo se qualcosa diventerà meglio di prima – spiega Sala -. Lavoro su tre grandi capitoli che dovranno essere la base della ripartenza. Il primo: va modificato il sistema delle infrastrutture. In primis penso ai trasporti e la mobilità perché cambierà il nostro modo di muoverci. Ma penso anche alle infrastrutture digitali perché questa emergenza ci ha insegnato che la fame di banda larga è enorme. Ne sto già parlando con i grandi operatori. Il secondo: va fatto un piano per gli spazi di grande concentrazione, dallo stadio ai cinema. Pensiamo a San Siro. Non è solo il fatto di essere seduti uno di fianco all’altro, ma penso ai grandi assembramenti all’ingresso per i controlli. Fino a oggi sulla tutela della salute ha prevalso la sicurezza. Bisognerà cambiare. Vale per il macro come per il micro. Ad esempio i cinema. È semplicistico dire metto una poltrona sì e una poltrona no e una fila sì e una fila no. Ma come si entra? Come si esce? Oggi è difficile vedere delle opportunità da questa tragedia, ma qualche lezione dobbiamo impararla“.

Il terzo capitolo? Come far ripartire l’economia – continua poi il sindaco di Milano -. Semplifico: le grandi aziende baderanno al loro destino, certamente io garantirò dialogo e supporto, ma da sindaco dovrò lavorare molto sulle piccole iniziative economiche e culturali. Questi sono i capisaldi della ripresa. Dopo, solo dopo, si potrà pensare al resto”.

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