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Locatelli: “Dati delle terapie intensive inferiori ad aprile. Altre misure? Lo diranno i numeri”

I numeri delle Terapie intensive sono ancora significativamente inferiori agli oltre 4 mila malati di inizio aprile: siamo al 25% di quel picco. Lo Stato ha attivato ed è in condizione di attivare nuovi posti letto in numero adeguato. Lo stesso discorso vale per i ventilatori”. Queste le parole di Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità, in un’intervista ai microfoni de “Il Fatto Quotidiano”. Quando si arriverà a una soglia del 30% di occupazione dei posti letto a disposizione salirà l’allerta, adesso siamo al 10-15% e comunque l’attenzione è alta – ha aggiunto Locatelli -. Tutto l’ordinario deve continuare a essere garantito. Coprifuoco? Servono almeno un paio di settimane per avere effetti sulla curva epidemica. Altre misure? Lo diranno i numeri. Chiudere alle 21 penalizzerebbe attività come i ristoranti già in crisi grave. La cosa importante è evitare assembramenti e fare un patto generazionale: a perdere la vita per il Covid sono in maggior misura ultrasessantenni. I giovani devono tutelarli con i comportamenti”.

“Il no al lockdown? Conte ha ragione, avrebbe conseguenze sociali ed economiche inaccettabili – ha detto Locatelli -. E la scuola va tutelata a tutti i costi: nella peggiore delle ipotesi sara’ l’ultima da sacrificare. Chiudere in Lombardia come in Campania? Il problema di Milano è la densità abitativa, le abitudini sociali e lavorative e qualche fattore ambientale. Stiamo facendo in queste ore riflessioni con Speranza, Brusaferro e Ippolito per identificare parametri volti a stabilire soglie: combinazioni di numeri tra contagiati rispetto a tamponi, occupazioni delle terapie intensive e ricoveri ordinari, morti. L’idea è arrivare a definire un meccanismo che faccia scattare dei livelli di restrizioni fino alla peggiore ipotesi del lockdown nazionale a cui faremo di tutto per non arrivare“.

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